RIPRENDETEVELI
di Cucciolo
Riprendeteveli!
Più che una conquista risuonano come una perdita, come una sconfitta. La
bandiera bianca la sventolo già da tempo, perché mi sento insignificante, non
trovo un motivo né una funzione, io non esisto. Già, io non esisto, perché
non conto nulla, passo attraverso i muri e pochi sono quelli che intuiscono la
mia presenza, la mia condizione di fantasma sulla faccia dei miei diciotto anni
nuovi nuovi. Riprendeteveli, o aggiungetemene altri venti, perché non c’è
alcuna differenza tra questi che posseggo e quelli che tra due decine d’anni
ne possiederò. Non sono niente come niente sento nel subire gli auguri di
tutti, auguri di che? La vita non cambia e, se prima ero un adolescente con dei
sogni improbabili, adesso sono un adulto che deve recuperare realtà e realismo.
Adesso tutti i sogni sul comodino sono spenti e l’unico obiettivo che ho
raggiunto è la sconfitta di tutti i miei principi e desideri. Riprendeteveli,
che tanto non hanno colore questi anni, riprendeteveli, portatemi via anche a
memoria che scava adesso soltanto in brutte questioni, in brutti ricordi e
inganni tra me e me. Lasciatemi solo un velo superficiale di presente, non
voglio nessun passato ad appesantirmi le spalle e non sogno più nessun futuro,
ormai mi sono giocato la mia adolescenza e con lei tutti i miei slanci di amore,
odio e malinconia. Mi si è incallito il cuore e non sento più niente, solo
apatia mista ad un sottilissimo filo di depressione costante. Riprendeteveli,
perché adesso io non posseggo diciotto anni, io posseggo solo un presente che
non ha niente dietro e non vuole niente davanti, non vuole condizioni ma
soltanto calma e tranquillità. La distanza tra me e la mia morte si assottiglia
sempre di più e ho esaurito i modi per fare passare il tempo senza dolori,
adesso non mi rimane altro che farmi sventrare l’anima ed il cuore dalla vita,
che piano piano, respiro dopo respiro, mi porterà fino al suo stadio finale,
mortale. Riportateveli…forse è solo un po’ di depressione di troppo, ma
tutto adesso è fin troppo chiaro:
io sono un fantasma tra tanti uomini che si sentono a loro volta fantasmi. La
nostra immagine è solo un’imprecisa rifrazione di ciò che siamo e ogni
giorno che passa ce ne rendiamo conto, senza però poter fare nulla. L’anima
del poeta scruta da vicino, sempre più da vicino il dolore, l’amore e la
morte, io purtroppo mi sento sempre più lontano da questi sentimenti così
umani e così pieni di partecipazione. Mi sento vuoto ed abbandonato a me stesso
e non ho più nessuna idea, mi sto bruciando a vista d’occhio, senza poter
uscire dal fuoco degli anni. Riprendeteveli questi miei diciotto anni…