IN MEMORIA DI UN'AMICA SPECIALE

di Carlo Salvadorini

Non credevo proprio di dover pronunciare queste parole. So che di avere annoiato spesso i più con quegli scambi forse un po' fanciulleschi e sdolcinati tra ALBACHIARA e DOLCISSIMA.

Ma giocavamo, nascondendoci magari in Msn e ridendo a crepapelle per quanto veniva detto, o meglio non detto.
Stefania mi ha difeso fino all'ultimo anche dagli sciocchi che avevano fatto di me un mostro per volevo soltanto parlare di cose serie e non di facezie. Poi Le ho detto di smettere. Non ne valeva la pena. E Lei, come al solito, mi dato ragione.
Prima di morire, poche ore prima, mi aveva chiesto:"hai mangiato?", preoccupandosi anche di questo, perché temeva che, da single quale ero diventato, mi dimenticassi di mangiare. E quante ricette mi ha passato per telefono. E qualcuna me l' ha anche fatta di persona.
Non è vero che l'amore è universale: ogni amore è diverso ed è quella diversità che rende stupendo un rapporto tra un uomo ed una donna.
Ora Lei è sepolta in quella mezza collina dove noi dovevamo andare a rifugiarci neanche in tempi molto lunghi.
Ma non c'è più...e allora addio Stefania: mi hai dato una forza incredibile, quella forza che ti veniva dalla malattia e da una saggezza spesso molto malcelata.
Ma eri saggia e concreta, sopratutto concreta. E me lo hai dimostrato ogni giorno a partire da quel giorno afoso di luglio del 2001 in cui ci eravamo "scontrati" in chat.
Poi era nato l'amore. Istintivo, semplice, normale: bello insomma. Quell'amore che non ha bisogno di orpelli nè di gadgets per farsi ricordare.
Ma una cosa me l' hai lasciata, due dischi comprati da qualche senegalese e che io custodirò come il tuo ultimo ricordo.
Ah.....dolcissima....non mandarmi più le sigarette per posta prioritaria(era il nostro gioco settimanale).
Ciao Stefania, ora che sei una stella veglierai su di me e mi consiglierai, lo so. Io, ateo e miscredente, per una volta guarderò il cielo per capire se quella stellina sei tu.
E ti vedrò: oh, sì, come ti vedrò.

Non addio, arrivederci Stefy, magari a presto (la vita è buffa a volte lo sai?), anche se non vorresti mai sentirmi parlare in questo modo.
Ma ora torno sul mio scoglio a guardare il mare, il nostro mare e cercherò persino di capire i messaggi dei gabbiani e degli albatri che sciamano verso la Camargue e volano alti nel cielo quasi a non volersi far vedere. Ma in alto, si è più vicino al cielo e forse a quel Dio in cui fortissimamente credevi.
E a San Lorenzo guarderò le stelle, come facemmo lo scorso anno e, anche se non ci sarai, lo farai come angelo al mio fianco.
Ciao Stefy, non mi hai amato inutilmente e tu lo sai.