DELIRIO SENZA ISPIRAZIONE 8
di Cucciolo
Basterebbe
soltanto spegnere il cervello, quella parte del cervello che sappiamo ben
utilizzare per passare oltre uno specchio, biografia della formalità del mondo.
Basterebbe poco per passare tenebre e logiche attraverso, si potrebbe vivere tra
la vita ed il sogno, vegetando solamente. Magari ci troveremmo in tanti lì, con
il minimo sforzo fisico ed una lunga durata del mondo. Si potrebbe popolare
senza limite il nostro mondo interiore, invece di maltrattarlo ed emarginarlo, a
favore del mondo reale o presunto tale che ci circonda. Forse sarebbe tutto
perfettamente logico, o completamente illogico, ma comunque senza eccezioni lì,
una dolce prigionia che consentirebbe la totale comunicabilità, senza alibi di
ulteriorità, sarebbe palese lo scarto tra i falsi ed i veri animi intelligenti,
sarebbe un ottimo rimedio contro guerre inutili e dispendiose. Basterebbe
fermare la fase dei sogni, rimanere in quel limbo di dormiveglia, quel luogo
mentale che non permette di muovere il corpo ma che lascia immensi spazi al puro
intelletto, al puro delirio, ad un apparente sogno che cela dentro di sé
un’intera umanità. Forse è quello il punto d’incontro tra noi,
l’immenso, e chi sta dall’altra parte dell’immenso. Forse è la via più
giusta per interpretare cerchi nel grano, sparizioni e avvistamenti, sarebbe un
filo diretto con l’ignoto, sarebbe la completa scoperta di se stessi e quindi
degli altri. Sarebbe il paradiso che le sacre scritture raccontano e tutto
dentro al nostro intelletto, dentro a quella mente cacciata dal paradiso bigotta
del cattolicesimo. Il paradiso sarebbe quel corpo portatore del peccato
originale, sarebbe l’interiorità assoluta dell’essere. Basterebbe chiudere
gli occhi alla vita ed aprirli all’atemporalità, un concetto che impaurisce,
uno stato di equilibrio precario, difficile da raggiungere. Potremmo abbandonare
finalmente la terra ed il nostro corpo, portando con noi il bagaglio della nuova
esperienza che si andrà facendo e il corpo non sarà neppure più un volgare
mezzo di espressione per noi, capaci di telepatia nell’etere ignoto.
Basterebbe trovare questo stato di immobilità per mandare messaggi nell’oltre
conosciuto e oltre ciò che non sappiamo, sapremmo tutto. Scopriremmo se la
logica umana è davvero un filo conduttore che porta alla perfezione o solo
un’illogica serie di coincidenze che va oltre la statistica umana. Ogni cosa
avrebbe una nuova concezione come nuovo sarebbe ogni tipo di ragionamento e di
approfondimento. Basterebbe abbandonare senza rimpianti ciò che conosciamo già
per rimetterci in gioco senza nessuna sicurezza di riuscita, basterebbe cercare
in se e non altrove le forme sconosciute che ci spaventano, capire che la nostra
percezione delle cose è del tutto differente a quella degli altri, ma che forse
nel limbo all’interno del nostro essere siamo tutti uguali o comunque davvero
complementari, anime gemelle con ognuno di noi. Basterebbe conoscersi meglio e
curare la propria mente, senza troppa cultura, che corromperebbe la cristallinità
del nostro pensiero generatore, ma guardando ciò che ci accade attorno per poi
convertirlo in retroterra (e non regola fissa) utile nel nuovo mondo che ci
apprestiamo a formare. Purtroppo sono ancora solo qui, in questa landa
silenziosa ed umanamente incoerente, forse è solo pazzia, forse sto delirando,
senza l’ispirazione pretestuale che sta dietro ogni mente vigliacca.
Basterebbe avere il coraggio di non guardarsi indietro ed astrarsi dalla realtà
circostante. Basterebbe riscoprire l’ingenuità e la curiosità. Basterebbe
capire che il nostro mondo è già un’astrazione, una separazione di
convenienza da qualcosa di intellettualmente irraggiungibile, una convenzione
tendente alla profonda semplicità…in fondo in questo mondo così “logico”
l’infinità dell’inclinazione di un angolo tendente all’inesistenza può
essere positiva o negativa e due rette parallele si incontrano all’infinito…