PERSONAGGI
di CrazyGroucho
C’è un uomo nella scena vuota. E’ messo a terra, tutto raggomitolato di fianco. Sembra sofferente. Attorno non c’è assolutamente niente. Entra un altro uomo. Si accorge subito dell’uomo a terra. Va verso di lui e sembra preoccupato.
UOMO: Scusi… scusi, che cosa ha? che cosa è successo?
Silenzio, l’altro non risponde
UOMO: Scusi… (si china sull’uomo a terra, gli tocca la spalla) ha qualche problema? posso aiutarla? potrei fare qualcosa per lei se me lo chiedesse.
L’uomo a terra scosta la spalla indispettito ma non si volta.
UOMO A TERRA: Lasciami stare, lasciami. E poi che mi dici “scusi scusi”? Non mi hai fatto niente, non hai niente di cui scusarti.
UOMO: Ma… io… io… che cosa ha? perché è steso per terra?
UOMO A TERRA: Non sono steso. Sono raggomitolato su un fianco. E poi te l’ho detto, lasciami stare. Mi devi lasciare stare!
UOMO:No… lei deve avere qualche problema. Me lo dica, per favore… perché…
UOMO A TERRA: Ma ce l’avrai tu il problema! Adesso mettiti in quella testa che hai lì che mi devi lasciare in pace, fai quello che vuoi ma non disturbarmi!
UOMO: Ma allora perché sta lì per terra? Mica è tanto normale.
UOMO A TERRA: Cosa vuoi ancora?! (ancora non si gira verso l’altro) io non ti vengo a chiedere perché stai alzato, non ti disturbo, io. Allora tu fai lo stesso e mi lasci stare.
Silenzio, l’Uomo è imbarazzato.
UOMO A TERRA: Ah… mi sono accorto di una cosa. Perché continui a darmi del lei? Non siamo fatti per darci del lei, noi ci dobbiamo dare del tu.
UOMO: Ma… cosa… cosa vuole…
UOMO A TERRA: Tu! Mi devi dare del tu, capito?
UOMO: Si, si… cosa vuoi dire con questo? Perché dobbiamo darci del tu per forza?
UOMO A TERRA: Ma perché è così! il nostro rapporto è questo! mi sa che sei un po’ stupido, tu. Lasciami stare, mi dovevi lasciare stare.
L’Uomo rimane immobile, indeciso. Si guarda un po’ intorno.
UOMO: E allora cosa devo fare? non so cosa fare. Dove siamo qui?
UOMO A TERRA: Ma cosa mi vieni a chiedere? fai quello che vuoi.
UOMO: Sono indeciso. Dammi un consiglio.
UOMO A TERRA: E che ne so? … mettiti a saltare.
UOMO: Sono stanco, e poi non mi piace.
UOMO A TERRA: E allora vaffanculo. E lasciami stare.
L’Uomo si mette in una posa interrogativa e riflette. L’Uomo a terra è sempre nella stessa posizione dell’inizio.
UOMO: Ho trovato!
UOMO A TERRA: Che cosa c’è ancora?
UOMO: Ho deciso cosa fare.
UOMO A TERRA: E cosa hai deciso?
UOMO: Ho deciso di chiederti chi sei.
UOMO A TERRA: E chiedi allora?
UOMO: Chi sei?
UOMO A TERRA: Io sono Uomo a terra. Pensavo fosse evidente.
UOMO: Chiedimelo tu ora. Fammi contento.
UOMO A TERRA: Cosa? cosa ti devo chiedere?
UOMO: Chi sono.
UOMO A TERRA: Va bene. Chi sei?
UOMO: Io sono Uomo.
UOMO A TERRA: Uomo? tu sei Uomo? (finalmente si volta e guarda Uomo)
UOMO: Si, te l’ho appena detto.
Uomo a terra si mette seduto.
UOMO A TERRA: Ti stavo aspettando. Dobbiamo parlare, noi due. Scusa per prima, pensavo fossi uno scocciatore. Dai, siediti.
Uomo prova a sedersi a terra ma Uomo a terra lo ferma.
UOMO A TERRA: No! non puoi sederti per terra. Sono io Uomo a terra, tu sei soltanto Uomo.
UOMO: E allora dove mi siedo?
UOMO A TERRA: Su una sedia.
UOMO: Ma qui non ci sono sedie. (si guarda tutt’intorno)
UOMO A TERRA: Se lo chiedi te ne portano una.
UOMO: Devo chiederlo?
UOMO A TERRA: Si.
UOMO: Allora… potete portarmi una sedia?
Una persona entra nella scena portando la sedia. La posa accanto a Uomo. Se ne va e Uomo lo segue con lo sguardo stupito. Uomo si siede. Silenzio di qualche secondo.
UOMO: Di cosa dobbiamo parlare?
UOMO A TERRA: Mah… non so.
UOMO: Come “non so?”
UOMO A TERRA: Non so.
UOMO: Non hai detto che dobbiamo parlare, un attimo fa?
UOMO A TERRA: Si si, l’ho detto.
UOMO: E allora?
UOMO A TERRA: Allora cosa?
UOMO: Allora di cosa dobbiamo parlare?
UOMO A TERRA: Non so.
UOMO: Come non sai?! (si alza, un po’ irritato) mi dici che dobbiamo parlare e non sai di cosa?
UOMO A TERRA: Aspetta, ora ti spiego. Non so di cosa parlare ma so che dobbiamo parlare, so solo questo. E’ la mia unica certezza. Dai, siediti.
UOMO: Ah… (si risiede)
Silenzio.
UOMO: E’ la tua unica certezza, eh?
UOMO A TERRA: Si, la mia unica. E mi ritengo fortunato, c’è gente che non ne ha nessuna. Tu ne hai, di certezze?
UOMO: Si, qualcuna.
UOMO A TERRA: Quali?
UOMO: Beh… sono certo di chiamarmi Uomo, e anche che devo entrare da lì (indica il punto da dove è entrato in scena).
UOMO A TERRA: Stiamo parlando.
UOMO: Come?
UOMO A TERRA: Stiamo parlando.
UOMO: Ah… si, vero.
UOMO A TERRA: Stiamo facendo quello che dobbiamo fare.
UOMO: Infatti. Ma io mi chiedo: perché dobbiamo farlo?
UOMO A TERRA: Boh… non so.
Silenzio.
UOMO: Di cosa parliamo?
UOMO A TERRA: Ci sto pensando… proponi un argomento.
UOMO: Una domanda prima: le cose che diciamo adesso valgono?
UOMO A TERRA: Mm… non credo, facciamo che queste non valgono.
UOMO: Va bene.
Silenzio. I due si mettono nella posizione da tipico pensatore con la mano sotto il mento.
UOMO: Penso di aver trovato qualcosa di interessante.
UOMO A TERRA: Cosa? dimmi.
UOMO: Possiamo parlare del perché stai per terra.
UOMO A TERRA: Veeero… molto interessante, bravo!
UOMO: Grazie.
UOMO A TERRA: Dunque cominciamo
UOMO: Si, certo. Qual è la causa
che ti porta a stare per terra?
UOMO A TERRA: Mah… diciamo che non c’è un motivo vero e proprio. Ce ne
potrebbero essere tanti.
UOMO: In che senso?
UOMO A TERRA: Il fatto è che il motivo ce lo dobbiamo inventare. Anzi, me lo devo inventare… ma… se vuoi puoi propormi qualche idea.
UOMO: Vuoi dire che il motivo non c’è?
UOMO A TERRA: No, io sto qui per terra, davanti a te e a tutti quelli che vogliono ascoltare le mie parole, senza un motivo. Ma, come ti ho detto, adesso ne troviamo uno.
UOMO: Capisco.
Silenzio. I due pensano.
UOMO: Potrebbe essere semplicemente una conseguenza del tuo nome, che ne dici?
UOMO A TERRA: Non mi piace. Scusa se te lo dico, ma mi sembra una stupidaggine. I nomi non condizionano gli uomini. Credi che se mi chiamassi Cane abbaierei? E’ al contrario: io mi chiamo Uomo a terra perché sto a terra, capisci? se mi alzassi diventerei Uomo in piedi o Uomo, come te. Ma questo non dipende da me.
UOMO: E da chi dipende?
UOMO A TERRA: Dai. Lo sai anche tu. Non fare l’ingenuo. Non farmi dire queste cose.
UOMO: Si, hai ragione. Quale potrebbe essere un motivo interessante secondo te, allora?
UOMO A TERRA: Un motivo interessante. E’ questo quello che ci vuole, vero? altrimenti possiamo apparire noiosi.
UOMO: Vero.
UOMO A TERRA: Io avevo pensato ad un motivo serio, che faccia pensare.
UOMO: Pensare a cosa?
UOMO A TERRA: Pensare, così, in generale. Dai, si dice. “Qualcosa che faccia pensare”. Così… comunque, avevo pensato di dire che sono qui per terra in segno di protesta verso la società.
UOMO: Protesta?
UOMO A TERRA: Si, una protesta simbolica. Diciamo che io sto qui per terra perché i valori sono crollati e cerco di ritrovarli tra la polvere. Come ti sembra? bello, vero?
UOMO: Con una scusa del genere non riuscirei mai a prenderti sul serio. E poi mi sei sembrato un po’ troppo moralista. Un bigotto idealista. E noiosetto. Capisco che avrai pensato che questo tipo di cose normalmente hanno successo. Il nostro è un mondo di morale. Ma noi ci dovremmo distinguere.
UOMO A TERRA: Dici?
UOMO: Dico, dico.
Silenzio.
UOMO A TERRA: Sai, è difficile inventarsi dei bei motivi.
UOMO: Si. Ce ne potrebbero essere così tanti, e a noi non viene niente.
UOMO A TERRA: Abbiamo scarsa fantasia.
UOMO: Infatti.
UOMO A TERRA: Ma non è colpa nostra.
UOMO: Giusto.
UOMO A TERRA:Va bè, basta, mettiamola che mi va e basta, senza motivo. Chiudiamola qui, sei d’accordo?
UOMO: Si.
Pausa. I due guardano fissi un punto a terra davanti a loro, come se fossero in imbarazzo.
UOMO: Vaffanculo!
UOMO A TERRA: Che c’è?
UOMO: E’ insostenibile! Questa situazione è veramente insostenibile! Noi stiamo qui che cerchiamo un argomento di cui parlare ma le nostre menti è come se fossero vuote. E intanto il disagio aumenta. Tutto questo silenzio non fa altro che chiuderci in un imbarazzo opprimente. Noi dovremmo parlare di qualcosa di preciso, non continuare a sproloquiare sulla vuotezza delle nostre menti. Siamo noiosi e ci annoiamo a vicenda. Io non riesco a resistere in questa situazione assurda! Ma perché poi dobbiamo parlare? perché mi hai detto questo, prima? io vorrei rimanere in silenzio e non provare questo imbarazzo, cazzo! perché quando si è tra altre persone ci sentiamo in dovere di dare vita a discussioni interessanti? ma quale vita poi? tutto questo voler mostrare le proprie capacità oratorie in modo così insistente e infantile non ha alcuna utilità, la maggior parte delle volte non dà alcun piacere. E’ solo un modo per passare il tempo aspettando la morte. Noi ci stordiamo alla ricerca delle parole, così non ci fermiamo nel silenzio a pensare. Il silenzio è così brutto, io ho paura del silenzio. (rivolgendosi al pubblico, con voce disperata) Voi! datemelo voi l’argomento di cui parlare… sarete sicuramente più bravi di noi due. Per favore, aiutatemi!
Si china disperato con la testa sulle ginocchia. Singhiozza disperato per un po’ . Uomo a terra gli si avvicina strisciando, gli mette una mano sulla spalla e cerca di vedere il suo viso guardando dal basso.
UOMO A TERRA: Dai, non fare così. L’abbiamo detto che non è colpa nostra. Siamo stati fatti così e non possiamo ribellarci a questa condizione. (gli accarezza la testa dolcemente). Dai, calmati. E poi, hai visto? hai parlato tantissimo, non è vero che sei vuoto, hai detto delle cose bellissime.
UOMO: Questo non conta, coglione!!! (lo scosta da sé e Uomo a terra quasi cade sulla schiena). Io continuo a lamentarmi, non dico niente di interessante. Io dovrei avere tantissime cose di cui parlare… sai, io sono una persona colta, piena di conoscenza… io ho fatto lo scrittore, sono stato un artista, io. Solo che adesso tutto questo non ha importanza… no, non ha mai avuto mai importanza… io mi illudo, non sono mai stato un artista, è stato soltanto un mio sogno… ma… perché dico questo? io non ho mai avuto sogni, mi sono sempre accontentato della mia condizione… non capisco perché adesso questi deliri escono dalla mia bocca. Che cosa devo fare per cercare di non soffrire più?
UOMO A TERRA: Basta, Uomo. Non essere stupido. Continui a lamentarti di cose che sai non possono essere cambiate. Devi ricordarti qual è il tuo ruolo. Solo così potrai non soffrire più.
UOMO: Ma io non lo so più qual è il mio ruolo. Lo sapevo, ma parlare al passato non ha alcun senso. Io ora sto male, e vorrei uscirne. Per favore, Uomo a terra, trova qualcosa che possiamo fare. Questa immobilità mi snerva e mi uccide. Devo avere qualcosa che occupi la mia mente, altrimenti impazzirò oppure morirò.
UOMO A TERRA: Va bene, ti voglio aiutare, non riesco a vederti soffrire così. (a voce alta, come un’invocazione )Qualcuno porti qualcosa che possa occupare le nostre menti annoiate, ne va della nostra vita.
Qualche secondo di attesa. Infine entra un terzo personaggio. In mano tiene una pallina. Si ferma davanti ai due.
UOMO A TERRA: Chi sei? che cosa ci hai portato?
QUALCUNO: Io sono Qualcuno, mi avete chiamato e mi sono sentito in dovere di venire ad aiutarvi. Vi ho portato una pallina, così potremo giocare.
UOMO A TERRA: Ottimo! Uomo, hai visto che alla fine abbiamo trovato qualcosa da fare? sei contento?
UOMO: Si. (non sembra troppo convinto, ma si vede che è più calmo)
QUALCUNO: Ah! tu sei Uomo. Sei diventato famoso, sai? le tue parole adesso le conoscono in molti e vengono anche apprezzate. Sei un uomo da ammirare, Uomo.
UOMO: Davvero!? sono molto felice di questo. Hai sentito, Uomo a terra? le mie parole allora non erano così noiose.
UOMO A TERRA: Io te l’avevo detto, non c’era bisogno di piangere. Ma adesso basta con le parole, abbiamo parlato anche troppo. Ora dobbiamo giocare. Passa la pallina, Qualcuno, forza.
Qualcuno passa la palla a Uomo a terra, e questi poi a Uomo. Il gioco così comincia e i tre hanno dei visi sereni. Si divertono come dei veri bambini.
QUALCUNO: Uomo, ti stai divertendo? spero che tu adesso sia più tranquillo. Quando ho sentito le tue parole, poco fa, ho cercato il modo migliore per farti contento. Alla fine ho capito che la cosa migliore è un gioco semplice, da bambini… ho fatto bene, Uomo? dimmi.
UOMO: Si, sei stato bravissimo. Mi sto divertendo molto. Ti sono molto grato. Riesco a non pensare in questo momento, è tutta una questione di istinto, di pura irrazionalità che copre i miei stessi pensieri. Così il silenzio non mi fa più tanta paura. Provo una sensazione veramente piacevole. Si, sei stato bravissimo, veramente molto bravo.
UOMO A TERRA: Ehi, Uomo, ti vedo euforico! continua così e divertiti. Mi diverto molto anch’io, sai? Qualcuno è stato veramente geniale. Bravo, bravo, bravo.
QUALCUNO: Quanti complimenti! mi state lusingando. Non ho fatto poi molto, vi ho solo portato una pallina con cui giocare.
UOMO A TERRA: Non essere modesto. Sei stato geniale, fidati. Non è vero, Uomo?
UOMO: Vero vero vero! ci hai salvato la vita. Cosa possiamo fare per sdebitarci?
QUALCUNO: Ma no, non dovete fare niente. Io vi ho aiutato con molto piacere. Ve l’assicuro, non è necessario.
UOMO: Ah che persona magnifica! ci salva la vita dalla noia e non pretende neanche una ricompensa. Sei tu la persona da ammirare, Qualcuno. Quasi non mi trattengo dalla voglia di abbracciarti.
UOMO A TERRA: Ah ah ah ah! (porta teatralmente la testa all’indietro)
UOMO: Che hai da ridere, tu?
UOMO A TERRA: No, niente.
UOMO: Dai, dimmi perché ridi, sono curioso. (ferma la pallina che nel frattempo hanno continuato a passarsi senza sosta)
UOMO A TERRA: No, è che poco fa non facevi altro che lamentarti e piagnucolare come un bambino. Adesso sembra che sei in un’estasi di incoscienza infantile. Sei proprio un bambino, lasciatelo dire.
UOMO: Dici davvero? sono così infantile?
UOMO A TERRA: Si, altroché. Sei proprio un bambino lunatico.
UOMO: No! non è vero! nessuno mi ha mai detto una cosa del genere. Tu mi stai offendendo, Uomo a terra!
UOMO A TERRA: Ma dai, non essere stupido. Era soltanto un’opinione, non te la devi prendere.
UOMO: Io invece me la prendo. Io non posso essere assolutamente infantile! Io sono Uomo, mica Bambino. Sono una persona matura e coerente, non posso essere altro. Tu dicendo questo offendi la mia identità.
UOMO A TERRA: Smettila, Uomo! non fai altro che confermare quello che stavo dicendo. Tu stai facendo i capricci come un bambino… non è vero, Qualcuno?
QUALCUNO: Ma… io non so che…
UOMO: No, Qualcuno non può essere d’accordo con te. Lui è una persona intelligente, non come te, lui mi capisce perfettamente. Non pensa che io sia un bambino, lui mi apprezza.
UOMO A TERRA: Aaaaaah che sei rompipalle! uno non può dire niente che tu subito ti incazzi. Io rimango della mia opinione, sei un bambino capriccioso. Dai, passa la palla, non stavamo giocando?
Con grande stizza e con forza Uomo lancia la pallina addosso a Uomo a terra, come per volergli fare male. Non lo prende, pure perché Uomo a terra si è spostato di riflesso. La pallina si dirige velocemente fuori la scena.
UOMO A TERRA: Che scemo! non riesci neanche a prendermi, e sono qui a neanche due passi da te! ih ih ih ih…
UOMO: Vaffanculo!
UOMO A TERRA: Adesso vai a riprendere la pallina, signor lanciatore. (sorride strafottente)
UOMO: Ma io… non so che c’è da quella parte… (lo dice con aria spaventata)
QUALCUNO: Vado io a prenderla, non ti preoccupare.
UOMO: Grazie, sei veramente un amico.
Uomo a terra sbuffa ironicamente con il naso mentre Qualcuno va nella direzione in cui è andata la pallina.
UOMO A TERRA: Sei uno stupido, ci dovevi andare tu a prendere la pallina. Hai dato già fin troppo disturbo al signor Qualcuno. Vabè che è così gentile, ma non te ne puoi approfittare, eh…
UOMO: Stai zitto tu! è stata colpa tua. Mi hai fatto arrabbiare e ho fatto una pessima figura davanti a Qualcuno.
Silenzio. Passa un po’ di tempo e Qualcuno ancora non torna. Alcuni minuti. Uomo comincia a preoccuparsi.
UOMO: Qualcuno ancora non è tornato. Cosa gli sarà successo?
UOMO A TERRA: Devi aver tirato la pallina troppo forte. (detto sorridendo ironicamente)
UOMO: Non dire stupidaggini. Qualcuno dovrebbe essere già qui. Deve essere proprio successo qualcosa.
UOMO A TERRA: Forse è inciampato sulla pallina e si è fatto male cadendo. A pensarci bene dovresti essere in colpa perché dopotutto è colpa tua se è dovuto andare a prendere la palla. Si, credo che sia proprio così, adesso probabilmente avrà un piede rotto… o la testa, tu che ne dici, è ancora vivo?
UOMO: Smetti di dire tali cose! se si è fatto male non è colpa mia, io non ho fatto niente di male, io volevo prendere te con la palla. E poi non può certo essersi fatto male, è una persona troppo in gamba!
UOMO A TERRA: Io direi in gamba rotta.
UOMO: Non è vero, stronzo!
UOMO A TERRA: Forse hai ragione, ma allora come mai ancora non arriva? cosa è successo secondo te?
UOMO: Avrà avuto qualche contrattempo per cui non può tornare subito. Adesso arriva, vuoi vedere?
UOMO A TERRA: Si si, può essere, ma io dico che torna in stampelle… e non credo sarà tanto gentile con te.
UOMO: Stai zitto, non capisci niente!
Pausa.
UOMO A TERRA: Ma perché non provi a chiamarlo invece di continuare ad aspettarlo preoccupato?
UOMO: Per una volta hai detto una cosa intelligente. Adesso ci provo. QUALCUNO! DOVE SEI? PER FAVORE, TORNA! QUALCUNO, VIENI QUI, TI PREGO!
Silenzio.
UOMO: Non risponde, forse si è fatto male veramente.
UOMO A TERRA: Te l’avevo detto io. E’ colpa tua, si è fatto male ed è colpa tua.
UOMO: No, io non ho colpe. Mica sono stato io a fargli male.
UOMO A TERRA: Ma sei tu quello che non è voluto andare a prendere la pallina. C’è dovuto andare Qualcuno per colpa della tua paura. Non farti illusioni, se è veramente morto come dico io (e io ho quasi sempre ragione) potresti essere condannato per omicidio colposo. Sei quasi un assassino, e di una persona che è stata gentile con te, per giunta.
UOMO: Cazzate! queste sono solo cazzate! io non ho ucciso nessuno, e nemmeno le mie colpe!
UOMO A TERRA: Allora ammetti di avere delle colpe?
UOMO: No… beh… NON E’ COLPA MIA SE E’ MORTO! HAI CAPITO? IO SONO BUONO E VOLEVO BENE A QUALCUNO!
UOMO A TERRA: Queste sono soltanto parole, alla fine deciderà il giudice della tua condanna.
UOMO: Ma di quali giudici parli? qui non ci sono tribunali, io non posso essere processato e quindi neanche condannato. Mettitelo in quella testa che c’hai lì sopra il collo, o ti sei dimenticato di averne una?
UOMO A TERRA: Che stupido che sei, ih ih ih ih… in pratica hai firmato la tua confessione.
UOMO: Quella non era una confessione! e poi oltre a te nessuno ha sentito quello che detto. Non saprà mai nessuno la mia colpa, nessuno lo saprà, io sono buono e tutti penseranno questo di me!
UOMO A TERRA: Sei solo un pazzo, Uomo! continui ad illuderti che le tue parole siano silenziose e che non vengano ascoltate. Ma anche se fosse così ci sarei sempre io come testimone. Adesso che vuoi fare? uccidermi? dai, uccidimi, metti a tacere la bocca che ha visto la tua colpa! è la tua unica soluzione per salvarti.
UOMO: No, io sono una persona civile, non posso uccidere di nuovo!
UOMO A TERRA: Dai, uno più uno meno.
UOMO: No! e poi non ci sarebbe bisogno. Il tribunale non potrà crederti… sei uno stupido e io lo farò capire alla giuria e al giudice. Si, avrò un buon avvocato e vincerò la causa.
UOMO A TERRA: Bravo, comincia a prepararti, tra un po’ il tuo giudice verrà e ti dirà la tua punizione.
UOMO: Noooo! io non sarò punito… andrà tutto bene… io non sarò punito…
Uomo comincia a dondolare la schiena disperato. E’ piegato con il petto sulle ginocchia.
UOMO: Qualcuno, per favore, vieni qui, così farai capire che non ho colpe. Io non ho fatto niente, niente. Tu sei vivo, vero? io lo so, tu non puoi essere morto. Una pallina non può averti ucciso. Sarebbe assurdo.
UOMO A TERRA: E cosa non lo è, Uomo? questa tua insistenza ad invocare un fantasma è ancora più assurda. E poi perché una pallina non potrebbe averlo ucciso? te l’ho detto, di sicuro è inciampato sulla pallina è si è rotto il collo. Cosa c’è di più logico? è una semplice conseguenza delle tue azioni. Capisco che tu mi possa dire che non sei d’accordo ad essere condannato solo per aver lanciato la pallina, ma quello è stato il fattore iniziale, quello che ha portato alla morte di Qualcuno. Tu hai comunque contribuito alla sua morte, in un modo o nell’altro. Il giudice vuole un colpevole e tu sei il primo a cui si può pensare per questo ruolo. Sai come si dice, i problemi si estirpano dalla radice, e sei tu la radice in questo momento. Quindi smettila di illuderti cercando di invocare dei meri fantasmi, fai del male solo a te stesso. Vedrai poi che il giudice non sarà troppo cattivo, capirà che tu proprio non volevi che succedesse, sarà clemente, ti darà una condanna per niente crudele, sono il primo a pensare che non te la meriteresti. Dai, su, coraggio, non fare il bambino.
UOMO: Tu… ma perché continui a voler infierire? Non pensavo mi odiassi tanto. Godi a vedermi disperato? a vedermi terrorizzato in attesa della mia fine?
UOMO A TERRA: Io non ti odio per niente, Uomo. Ti ho detto questo solo per cercare di farti vedere la situazione nel modo più giusto. Non devi avere tutta questa paura, la tua condanna non sarà la tua fine, non ti uccideranno per quello che hai fatto. La legge non prevede la pena di morte in questo tipo di casi.
UOMO: Tu non capisci, Uomo a terra, o non vuoi capire. Qui il problema non è la morte, no. Il mio problema è che questa condanna distruggerà la mia identità. Io non sarò più Uomo, diventerò Criminale. Così nessuno ascolterà più le mie parole, perderò tutte le mie certezze di persona civile e rispettata. Non sarò più Uomo, vuoi capire? te l’ho detto, questa è la mia principale certezza… impazzirò e soffrirò senza di essa. Perderò la mia coscienza senza il senso che porta dentro di me. Adesso preferisco la morte, la cosa che tu pensavi mi spaventasse… la morte, si, è l’unica possibilità, senza dubbio, si… si, lo farò prima che mi giudichino, farò proprio così.
UOMO A TERRA: Io continuo a pensare che ti preoccupi troppo, Uomo. Vedrai che ho ragione io, andrà tutto bene.
Silenzio. Uomo a terra guarda Uomo quasi amorevolmente con un sorriso leggero, come farebbe un genitore con il figlio preoccupato per qualcosa.
UOMO A TERRA: Se vuoi possiamo fare qualcosa in quest’attesa, posso fare portare qualche gioco, che ne dici, eh? dai, vedi di goderti questi momenti. Poi dovrai impegnarti per il processo, non avrai molto tempo.
UOMO: Uomo a terra, per favore… (gesticola con le mani davanti al viso, stando ancora piegato) non mi devi prendere in giro, ti chiedo solo questo, abbi almeno un po’ di pietà, no… sii indifferente, non pensare a me, non ne vale la pena, l’indifferenza è la più grande forma di rispetto che puoi dimostrarmi in questo momento. Te lo chiedo per favore, lasciami in pace, non ho tempo per difendermi dalle tue battute ironiche, veramente, sii indifferente, fammi questo favore.
UOMO A TERRA: Ma… io non… va bè, ti lascio stare, scusa.
Solita pausa silenziosa. Uomo continua a dondolare la schiena disperato. Uomo a terra non sa che fare, è imbarazzato per la situazione. Passa circa mezzo minuto quando da uno dei due lati della scena entra con un po’ di indecisione una donna.
AMANTE: Scusate… è permesso? posso avvicinarmi?
UOMO A TERRA: Oh… certo, certo. Venga, non sia timida. Che gradita sorpresa, una donna. Hai visto, Uomo? una donna (si accosta con la testa a quella di Uomo, che è piegata ancora verso il basso, come per farsi sentire meglio. Mentre parla indica anche la donna)
Uomo guarda verso la donna ed è un po’ sorpreso.
UOMO: Salve.
AMANTE: Ma tu sei Uomo, si, ti ho riconosciuto, sono venuta proprio per te…
UOMO A TERRA: Ehi, Uomo, hai sentito? è venuta per te.
AMANTE: Stia zitto lei! l’ha capito che sono venuta per lui, non è mica sordo.
UOMO A TERRA: Scusi… ma…
AMANTE: No! stia zitto! lei deve essere Uomo a terra, vero? è una persona veramente ignobile, sa? è sua la vera colpa della morte di Qualcuno, non di Uomo. Io ho capito cosa è successo, lei cerca solo di scaricare le sue colpe su Uomo. I giudici però credono a lei, così, in grande spirito di ingiustizia. E non si è fermato solo a questo, si è permesso di continuare ad infierire sul povero Uomo, senza mostrare alcuna sensibilità. Lei vuole distruggerlo. Non ha già fatto abbastanza male, perché continua a fargli questo?
Uomo a terra non risponde.
UOMO: Ma come fa lei a sapere quello che è successo a Qualcuno. E’ successo solo pochi minuti fa. E poi lei chi è, perché è qui.
AMANTE: Oh Uomo, io sono Amante. So tutto questo perché ormai è una vicenda famosa, tutti ne parlano, e quasi tutti sono anche dalla tua parte. Quando si è saputo che Qualcuno era morto nessuno ha potuto credere che tu potessi essere la causa della sua morte, io per prima. Il fatto è che, sai… è che…
UOMO: Ma allora Qualcuno è veramente morto?
AMANTE: Si, Uomo. Ti stavo dicendo che…
UOMO: Ed è anche vera la storia del giudice? dimmelo, per favore.
AMANTE: Si, è veramente una ingiustizia. Io sono venuta qui da te proprio per questo. E’ che… sai, è difficile per me dirtelo… ma io… io, dopo aver ascoltato le tue bellissime parole… io… io mi sono innamorata di te.
UOMO: Innamorata di me?
AMANTE: Si, dopo quelle parole. Ho capito che sei una persona magnifica. Io sono venuta qui proprio per approfittare del tempo che ti è rimasto prima che venga il giudice per portarti al processo. Voglio stare con te. Per favore, permettimelo, io voglio amarti, voglio farti stare bene.
UOMO A TERRA: E in che modo, signorina Amante? lo dica. (detto in modo malizioso e lascivo)
AMANTE: Non le avevo detto di stare zitto? lei non deve parlare, non ne ha il diritto.
UOMO A TERRA: Oh… ma la mia era pura e semplice curiosità. Volevo solo sapere come lei riuscirebbe a consolare il nostro Uomo… ma visto che le da tanto fastidio la mia voce starò zitto. Sono una persona educata, io.
AMANTE: Si, educatissimo… ma io ho capito perché lei continua a fare queste battutine, oh si… lei è invidioso di Uomo, dell’amore che provo per lui. Non è vero? non dico la verità?
UOMO A TERRA: Oh si! sono roso dall’invidia… sono decisamente distrutto da una gelosia inspiegabile. Non so perché mi comporto così… no, aspetti, devo essermi innamorato di lei… si! appena l’ho vista ho sentito qualcosa qui (si indica la zona del cuore), che stringeva. Per questo ho trattato così male Uomo, non riesco a sopportare che lei preferisca lui… ah, scusi, ho parlato… (detto tutto in modo ironico e con voce sentimentale)
AMANTE: Bravo, continui con queste sue battute… davvero divertenti, sa? … dovrebbe fare l’attore comico, sarebbe veramente perfetto… ma forse lo è già, attore, vero? … su, mi dica cosa fa nella vita… e le do pure il permesso di parlare.
UOMO A TERRA: Io faccio la stessa cosa che fa lei, noi siamo uguali… tranne per qualche particolare fisico, certo.
AMANTE: Allora noi saremmo uguali? e come fa a dirlo? sa quello che faccio io?
UOMO A TERRA: Si, lei fa la stessa cosa che faccio io.
AMANTE: Ma come faceva a saperlo?
UOMO A TERRA: Gliel’ho detto, noi siamo uguali. Ma siamo uguali anche a Uomo, (rivolto a Uomo) non è vero, Uomo?
Uomo, che stava con la faccia disperata rivolta a terra e non ascoltava il dialogo degli altri due, guarda quasi con occhi inespressivi Uomo a terra. Non risponde subito. Silenzio di qualche secondo.
UOMO: BASTA!!! non ne posso più…! qui non si fa che parlare, non si fa che sproloquiare sulle parole dette, e poi si sproloquia sugli sproloqui stessi… io non sopporto più questa situazione, non sopporto questo luogo… non sopporto più neanche voi! io sto qui con la mia angoscia ad aspettare il giudice e voi vi mettete a chiacchierare? no! andatevene, lasciatemi solo, io mi devo preparare, lasciatemi solo! lasciatemi solo!
AMANTE: Ma Uomo… e il nostro amore? io voglio approfittare di tutto il tempo che possiamo passare insieme.
UOMO: Ma quale amore?! io non ti ho mai detto che ti amo… non abbiamo neanche parlato, se è per questo… hai parlato solo con questo qui (indica Uomo a terra)… hai perso il nostro prezioso tempo… come possiamo fare ad amarci in così poco tempo?
AMANTE: (si avvicina a Uomo e gli tocca la spalla)Ma il giudice non è ancora arrivato… abbiamo ancora tempo… per favore, stai con me, io ti voglio amare, voglio che tu mi ami… abbiamo ancora tempo… (tenta di sedersi sulle sue ginocchia)
UOMO: (spinge con violenza Amante che cade, e si alza) No! non posso farlo… non riuscirei a godermi quel tempo sapendo che poi finirà, e con l’arrivo della mia fine, per giunta!
AMANTE: Ma te lo farei dimenticare io l’arrivo del giudice, ti farei stare così bene che non ci penseresti più… te l’assicuro, sono brava.
UOMO A TERRA: Ih ih ih… e brava la nostra Amante, così si fa.
UOMO: Ma allora ho capito quello che vuoi fare… tu vuoi distruggere la mia lucidità, così al processo diranno che sono pazzo…
AMANTE: No! … non è vero… io ti amo, non ti farei mai una cosa del genere… (dicendolo si avvicina di nuovo a Uomo e tenta di prendergli un braccio. Lui però si divincola e si allontana un po’ )
UOMO: No, non mentire più… ormai l’ho capito… ti ha mandata il giudice… per prepararmi come vuole lui… voi volete farmi passare per pazzo ma non ce la potrete fare, io sono Uomo, sono una persona civile ed equilibrata… ma adesso ve lo faccio vedere io cosa faccio… eh si…
AMANTE: Ma che dici, Uomo? io sto dalla tua parte, non…
UOMO: Zitta! devo pensare…
Qualche attimo di silenzio. Amante ha un viso angosciato, e guarda attentamente Uomo; Uomo a terra guarda con indifferenza; Uomo pensa nervosamente e comincia a mangiarsi le unghie.
UOMO: Si… questa è la cosa migliore, è un idea perfetta. E’ la cosa migliore da fare.
AMANTE: Ma di che parli, Uomo? cos’è che vuoi fare?
UOMO: Non essere impaziente, falsa Amante, ora ti dirò tutto, soddisferò la tua curiosità fin troppo interessata… (va verso Amante e la guarda fissa in viso) io per prima cosa non vi permetterò di farmi quello che volete farmi, oh no, proprio no… e sai come? vuoi saperlo? si che vuoi saperlo, non è vero? si si, vuoi saperlo… ebbene, io vi toglierò tutto il piacere… tutto il gusto che avreste nel processarmi… si, io ora mi uccido, non avrete più nessuno da opprimere con le vostre banali domande… se vorrete ci sarà il mio cadavere, ma non lo so proprio se lui risponderà, mi sa che sarà decisamente taciturno… e poi credo che sia meglio così per tutti, apprezzeranno che non ho voluto far perdere tempo a nessuno, capiranno che non ero poi una persona così cattiva… Si, questa è proprio un idea geniale, degna di me… (si volta e da le spalle ad Amante, si mette a camminare) adesso però devo decidere come dovrei farlo… sono indeciso su due cose: o spararmi in testa o tagliarmi le vene… oppure impiccarmi… no, questo no, non c’è posto per appendere la corda… mah… tu che dici, Uomo a terra? dammi un consiglio.
UOMO A TERRA: Ma… io credo che sia meglio che ti tagli le vene… secondo me sarebbe molto più drammatico… spararsi in testa poi sarebbe troppo freddo… si, ti consiglio di tagliarti le vene.
UOMO: Mmm… si, seguirò il tuo consiglio… allora, per favore potete portarmi una lametta o comunque qualcosa che tagli bene? (detto ad alta voce)
AMANTE: Ma che stai dicendo, Uomo? tu non puoi farlo, non puoi…
Entra in scena una persona. Tiene in mano una lametta e si dirige verso Uomo. Amante con movimenti affannati gli si mette davanti impedendogli di andare da Uomo.
AMANTE: Non te lo permetterò… tu devi stare con me… ci dobbiamo amare noi due, hai capito?
UOMO: (va verso Amante e le mette le mani sulle spalle. La fa girare un po’ per parlarle ) Dai, Amante, non essere stupida, tu non mi puoi impedire niente… non mi hai detto che mi ami? su, fai passare il signore.
AMANTE: Ma…
UOMO: No, niente ma… lo devi fare per me, non devi interferire (la sposta per passare e va dal signore della lametta. Sorridendo prende la lametta) Grazie, lei è sempre gentilissimo, può andare.
Cammina e si ferma nel centro della scena. Si mette a guardare prima il polso sinistro e poi la lametta che tiene con la mano destra.
UOMO: Allora, deve essere una cosa semplice… un taglio e via, così (si taglia il polso con la lametta) ahi… fa male… e poi quanto sangue… va bè, si può resistere, stringerò i denti.
AMANTE: (andando verso Uomo con fare sempre più disperato) Uomo…! perché, perché l’hai fatto? …
UOMO: No, non avvicinarti… non voglio sporcarti di sangue, è meglio che non ti avvicini… e poi perché mi chiedi questo? te l’ ho già spiegato un attimo fa
Qualche attimo di silenzio.
UOMO: Che strano… mi sento così debole… non mi sono mai sentito in questo modo… dev’essere questa la morte… che scoperta sorprendente (comincia a barcollare) oh, quasi cadevo… ma è meglio se mi siedo… non è che ti offendi se mi siedo, Uomo a terra?
UOMO A TERRA: Fai pure, nessun problema.
UOMO: Grazie, sei gentilissimo.
Si siede, quasi cadendo. Anche Amante cade, ma per la disperazione. Si mette anche a piangere.
UOMO: Oh, ma vedo che anche tu sei stanca, Amante. E perché piangi? non ce n’è bisogno.
Lei non risponde. Continua a piangere.
UOMO: Forse riesco a capire quello che provi. Tu, perdendo la persona da amare, pensi di perdere anche la tua identità, non è vero? sarà per poco, vedrai… troverai qualcun altro, ne sono sicuro.
Altro po’ di silenzio.
UOMO: Ah… però quant’è lenta questa morte… non me l’aspettavo… io non ho mica tutto questo tempo da perdere, si deve sbrigare… forse è meglio se mi taglio l’altro polso, sì dai (riprende la lametta e si taglia il polso destro) mmm… non fa più male ormai
Silenzio.
UOMO: Ora la sento! … sta arrivando finalmente… oh si… ah, prima che mi dimentichi: salutatemi il giudice quando arriva, e ditegli che gli ho voluto bene… ricordatevelo, mi raccomando.
La testa di Uomo comincia a vacillare, come se si stesse addormentando. Alla fine cade tutto il busto in avanti, morto. Vari secondi di silenzio, rotto soltanto dai singhiozzi di Amante. Improvvisamente Uomo a terra si alza e d’ora in poi diventerà Uomo. Si avvicina lentamente ad Amante, guardandola con attenzione e con un po’ di preoccupazione. Quando le è davanti, si abbassa e le tocca una spalla. Lei guarda continuamente a terra piangendo.
UOMO A TERRA: Scusi, ma che cosa ha? perché piange? posso aiutarla?
AMANTE: (guardandolo) Lei… lei chi è? me lo dica
UOMO A TERRA: Io sono Uomo, posso aiutarla?
AMANTE: Oh Uomo, io ti amo… sono qui per questo… io sono Amante.
UOMO A TERRA: Ah… ne sono felice… anch’io ti amo, sai? (la aiuta a rialzarsi)
AMANTE: Sono felicissima… staremo sempre insieme, vero?
UOMO A TERRA: Oh si, sempre… però non qui… questo è un posto così brutto, c’è pure un cadavere lì, hai visto? andiamo da qualche altra parte, va bene?
AMANTE: Si, andiamocene.
I due escono dalla scena abbracciati. Vari secondi di silenzio. Alla fine rientra in scena Qualcuno con la pallina in mano. Rimane sorpreso vedendo che non c’è nessuno.
QUALCUNO: Ma che fine hanno fatto quei due? sono arrivato un po’ in ritardo, mi potevano aspettare. (si guarda in giro. Si accorge del cadavere di Uomo diventato Uomo a terra e si ritrae inorridito)Cos’è successo?! quello è Uomo a terra. Mi chiedo cosa può essere successo. Ma… è meglio se trovo Uomo, così mi spiegherà quello che è successo. (rivolto al pubblico) Voi sapreste dirmi dove è andato? … va bè, usciamo di là.
Esce di scena dalla stessa parte da cui sono usciti Uomo a terra e Amante. Fine.