MATER  DOLORIS

mama de sa suferentzia

 di Giovanna Mulas

  “Io sono dolore”

 

Dall’ Autrice Nomination al Nobel per la Letteratura

               

ROMANZO

 

“In un batter d’occhio il mio animo muta. A volte un lieto raggio di vita torna a brillare, ahi! Per un istante solo!… Quando mi perdo in fantasticherie non posso scacciare questo pensiero:  - Cosa capiterebbe, morisse Alberto? Tu saresti! Sì lei diventerebbe…-, e via sulle tracce di questa chimera fin sull’orlo di abissi donde mi ritraggo con un brivido.

      Se prendo fuori porta la strada che presi la prima volta che accompagnai Lotte al ballo, come tutto è mutato! Tutto, tutto è svanito! Nessuna traccia di quel mondo, nessun palpito di quei miei sensi.

      Mi sembra d’essere uno spettro che torna e trova distrutto dal fuoco il castello da lui costruito e ornato con ogni magnificenza quand’era fiorente principe; e che morendo aveva legato fiduciosamente al figlio prediletto.”

 J. W. GOETHE

 

 

  “Che il numero abbia sempre goduto di grande rispetto è cosa nota. S.Agostino diceva: ‘nei numeri vi è quello che di sacro e di misterioso vi è nelle Scritture’. E Pitagora, e dopo di lui Platone, riteneva che il numero fosse l’ Essenza delle cose, la manifestazione dell’ Uno supremo. Ogni persona, attraverso la propria data di nascita ha in sé un numero;  ogni numero ha un significato ed una vibrazione.

Il  6  è la psiche in tutte le sue accezioni, il 5 è il sesso, sia femminile che maschile, il 7 è introspezione, studio, meditazione, conoscenza e mistero. Il primo numero indica come si è visti dagli altri, il secondo numero indica come si è dentro, il terzo numero, l’anno di nascita, sommando le varie cifre indica il karma. La somma di tutti i numeri, in questo caso il 9, è il destino: indica l’Opera completa, che chiude un ciclo e apre un ciclo superiore.”

 ( “Numbers &  Destiny”, Colombia Eyes, 1975 )

 

 

“-Che cos’è la sofferenza?- chiede la bambina alla madre.

La nonna, davanti al focolare, lavora d’uncinetto e sorride, ascolta.

-La sofferenza è l’ago che ti entra nelle carni e tu urli, figlia mia. Perché ti fa male.-.

-No,- le fa eco la nonna.

-La sofferenza è l’ago che ti entra nelle carni e tu apri la bocca. Ma non hai la voce per gridare il male che senti.- “.

  (Giona Demura)

 

 

 

 

 

 

 

 

                                    

 

Summum ius, summa iniuria.

 PROLOGO

 

      Sandy Ann serrò la porta della cantina alle sue spalle.

Sorrise alla donnina coi capelli rossi e diritti, di media lunghezza, tirati indietro dalla fronte bassa e piatta e al timido neomarito coi suoi occhiali d’osso dalla montatura esageratamente grande.

-Prego-, disse Ann e fece strada alla coppia lungo la rampa della scala a chiocciola.

Spense la luce.

Diede un’ultima, fuggente occhiata all’insieme e i tre uscirono all’esterno dove ad attenderli splendeva un rassicurante, placido sole di fine agosto e l’aria invasa dal frinire ritmico delle cicale, voli pindarici di libellule rosse.

Una morbida brezza increspò la superficie dorata del lago giù, tra un abete e l’altro.

La donnina tossicchiò, arrossendo di piacere.

-Bhè, la casa è davvero fantastica, signora McCarter.E tu che ne dici, Mark? Non è il luogo ideale per scrivere, questo?-

-Ecco…-

-Si, si. Sono certa che in questa meravigliosa casa creerai il romanzo che ci renderà ricchi e famosi, finalmente.

Mio marito scrive, sa? Però ancora nessun editore si è accorto del suo talento. Probabilmente avrà un successo post mortem, dico sempre io…non è così, Mark?- e giù una pacca sul petto gracile dell’uomo.

-Mi scusi, signora…se non sono indiscreta, posso sapere perché la vendete?-

-Mio marito ha una tenuta sulle coste della Cornovaglia. Abbiamo deciso di comune accordo di trasferirci a vivere laggiù-

-Ah.-. La donnina parve soddisfatta della risposta.  Poi scrutò torva il marito.

-Hai sentito, Mark? Si trasferiscono. Tran-qui-lla-men-te, Mark. Si trasferiscono tranquillamente. Sapesse quante storie ha fatto quando gli ho detto che volevo vivere appena fuori Londra, lontano dallo stress cittadino. Lei mi capisce, signora McCarter.-

-Certo-

-Già. Ma lui è come un bambinone, non è così Mark caro? Ma io gli ho detto: se non andiamo a vivere in pace, lontano da mio padre e i miei fratelli e relative cognate (non fanno altro che chiedermi soldi, sa!) io non ti sposo. Alla fine l’ho convinto ed eccoci qui. Oh, la casa la compriamo noi naturalmente. Qualunque sia il prezzo. E’ fantastica, signora McCarter. Bhè…magari cambierò le tendine del bagno e anche in salotto che mi paiono molto tetre. E i miei trofei avranno

 

 

 

una vetrina tutta tutta per loro. Sono stata reginetta di bellezza per ben tre anni consecutivi, sa? Per andare al lavoro ti arrangerai in qualche maniera, Mark caro, non è così?-

-Si, amore-

-Bene. E’ un bambinone, signora McCarter.

A proposito di bambini-  la donnina ammiccò bonaria al ventre prominente di  Ann.

-Oh, manca poco ormai. Meno di un mese.-

-Fantastico! Hai sentito, Mark?

Quando mi ha chiesta in moglie gli ho detto: o ti azzardi a farmi fare quattro marmocchi oppure trovatene un’altra…ma sei capace a farmene fare quattro?-

Ann finse un sorriso scrutando l’uomo. Questo poveretto deve aver avuto una giornataccia, pensò suo malgrado. Porse alla donnina un mazzo di chiavi.

-Sono certa che vi troverete bene a Primrose Lake, signori Williams-.

Un tordo fece capolino da dietro un cespuglio, l’uomo s’infilò una mano in tasca e acchiappò un kleenex, si soffiò il naso.

 

 

Per comprare il romanzo...

Oltre che in libreria il romanzo sarà disponibile sul web tramite IBS o presso la segreteria UNIService: editrice@uni-service.it .