STORIA DI PELO, IL RAGAZZO CHE VINSE LA MILANO-SANREMO

...secondo la redazione

Premettendo che nessuno qui è un esperto critico d’arte, ma soltanto amante della letteratura, inizio subito dicendo che il primo compito di un racconto, e cioè quello di emozionare, è stato portato a termine a regola d’arte con disarmante semplicità.

Il racconto è scorrevole, si fa leggere senza intoppi, si fa gustare con un sorrisetto nascosto sotto i baffi del lettore quando, ben intrecciati, si fanno largo i discorsi diretti dei personaggi in dialetto e, con una patina di sgomento allorquando appaiono di tanto in tanto sulla scena i fascisti. La trama è semplice, ben delineata e nulla è lasciato al caso, come ad esempio la circolarità del sogno di Pelo durante tutto il racconto. La narrazione poi schiaccia l’occhio anche a precise coordinate temporali, oltre che spaziali, cosicché l’immaginazione del lettore può muoversi su un preciso sfondo e concentrarsi meglio sulla trama che va facendosi.

Il racconto è ben scritto e la proprietà di linguaggio, dal dialetto fino alla narrazione è perfetta ed adeguata al tipo di storia.

Personalmente questo è uno dei più bei racconti presenti finora sul sito, è confezionato con sapienza e l’attenzione durante la lettura non cala mai, benché il ritmo non sia particolarmente sostenuto. In più il finale porta inevitabilmente a chiedersi quale sia il “sugo del discorso” cosicché il racconto continua anche quando le parole sono finite.

Complimenti a Fabrizio Ulivieri per questo racconto che è molto piaciuto a me e alla redazione!