SALA D’ATTESA

 di Daniela Pesce

 

 

LE MAMME DEI PAZIENTI DELLA DOTTORESSA CAGLIARI SONO PREGATE, PER RAGIONI DI SPAZIO E DI PRATICITA’, DI LASCIARE  PASSEGGINI, CARROZZINE ED EVENTUALMENTE ANCHE ANIMALI  NEL CORTILE ANTISTANTE LA PORTINERIA.

GRAZIE

 

Mi domando: se devi rivolgerti ai pazienti non vedo perché tu debba chiamare in causa le loro mamme, mi dirai i pazienti vanno da zero a dodici anni ma il problema è, senza dubbio, tuo se non conosci il “bambinese” e non hai studiato “lallazione” alle superiori.

Secondo poi: e i papà? E le nonne? Le baby sitter extracomunitarie che vanno tanto di moda? Loro forse non sono tenuti a lasciare i passeggini in cortile?

Abbandono in cortile il mio passeggino serie de luxe, quindici pomelli, blocco antiscivolo, allarme antifurto ed entro.

Perplessa e confusa, ma anche sufficientemente alterata, mi dirigo alle scale, le inforco, sette chili di figlia adagiata sull’avambraccio sinistro e salgo due piani – ascensore fuori servizio – era la seconda scritta affissa alla portineria di quel condominio degli orrori.

La sala d’attesa mi risucchia come un’aspirapolvere da mille watt di potenza. Cinque genitori e una nonna si contendono sei figli e una nipote – un padre ha ben due gemelli da sottoporre a revisione accurata -.

Un secondo inquietante monito campeggia in quella sala:

 

I BAMBINI DA ZERO A 1ANNO HANNO PRECEDENZA DI VISITA SUGLI ALTRI PAZIENTI

 

Mia figlia, è innegabile, non dimostra più di sette mesi di anzianità, ho la precedenza dunque, se sopravvivo alle maledizioni che già mi sento scivolare sulla nuca.

Il primo sguardo me lo lancia, neanche a dirlo, il solo individuo adulto e maschio presente in sala. Ammicca, trattiene il fiato, ammicca ancora, si avvicina con due biberon in una mano e la ventiquattrore nell’altra.

-          Mi scusi signora lei capisce…

-          Capisco cosa?

-          Beh ecco non ci metterò molto, mostro solo la gola, si insomma , le due gole…

-          Le due gole?

-          Si i bambini sa, hanno preso il raffreddore, ci metto poco signora, mi creda, un’occhiata e me ne vado.

-          Intanto, per la precisione, le occhiate sono due e poi il cartello…

-          Si lo so il cartello ma, mi creda, di solito non sono così sfacciato è che oggi avrei una riunione e il capo il mese scorso ha minacciato di licenziarmi e mia moglie è a letto con la febbre e il cane, lo avrà visto, è in cortile che piange…

(il cane guaisce semmai ignorante!)

-          Capisco ma vede se faccio passare lei poi…

-          Grazie signora, grazie, non so come ringraziarla

(lo sta già facendo mi pare)

-          ma… veramento io …

-          le assicuro signora se ci rincontreremmo mi saprò sdebitare…

(è una promessa o una minaccia?)

Senza nemmeno darmi il tempo di raccogliere il ciuccio e le mie idee sparse sul pavimento mi supera, mi stringe in curva ed entra. “E’ fatta”  penso, ed immediatamente la nonna mi si avvicina:

-          Signora mi scusi…

-          Ancora? E quanti siete stamattina a chiedere perdono di avere i figli cagionevoli?

-          La mia nipotina è irrequieta, non ho la forza per tenerla a bada, la sua mamma dice che è tanto buona ma sa, giù in cortile, ha già preso a calci il cane del signore che è appena entrato.

(per questo il cane guaisce penso io, non per altro)

-          la bambina ha fatto la varicella, ma ora è guarita…

(lo spero per lei cara la mia nonna, altrimenti la denuncio per infezione premeditata senza attenuanti del caso)

-          Mi serve solo il certificato medico per mandarla a scuola… sa, non può perdere altre lezioni è tanto brava ma non studia volentieri

-          si, si capisco signora, non mi opporrò di certo all’educazione di sua nipote ma ….

-          Signora quanto è gentile lei, Dio la benedica e benedica la sua bambina e suo marito e….

(mia figlia non è ancora sposata…e che diamine)

-          si certo signora grazie vada pure …tanto….

A questo punto la situazione si è fatta drammatica. Due bambini parlano:

-          Io sono Karim e sono la capa delle femmine della mia scuola e tu? Chi è il tuo capo?

-          Io sono Mattia e i maschi nella mia scuola non hanno capi, noi siamo tipi indipendenti!

Mi arrendo! Questa è la nuova generazione, femmine inebetite a colpi di veline e letterine e  maschi, al contrario,  riscattati con tanto di attestato di benemerenza.

Ora toccherebbe a me entrare, inizio a slacciare i trentadue automatici che chiudono mia figlia dentro una tuta da astronauta, mi porto avanti con il lavoro intendiamoci, non che io sia un’esibizionista.

Ma il dramma è dietro l’angolo, o meglio, dietro le labbra serrate di una mamma in agguato:

- Signora scusi…

- Eh no! Non scuso più nessuno stamattina ho esaurito le scorte - rispondo

- Si signora ma mia figlia ha la stafilococco…

- Lo stafilococco…. - dico io - È sicura?

- Si signora sicurissima, guardi…

-   Guardi cosa … - strillo.

-   Guardi la gola….Ginevra vieni fai vedere alla signora…

Ginevra spalanca la bocca come un leone ammaestrato, forse provano a casa la scena per poi rivendersela all’occorrenza, mi mostra le sue tonsille in tutta la loro bellezza, mi accorgo che ha una carie ma non lo dico alla madre, pare brutto dirlo.

- Ginevra apri bene fai vedere le tue tonsille…

- Va bene signora ma vede io avrei fretta, ho fatto passare il signore con i gemelli che valgono per due è risaputo, ho fatto passare la nonna con la nipote che morde i cani nei cortili, e sia, adesso lei…sarebbe troppo non trova? …

- Signora mia le assicuro, Ginevra ha una colonia di stafilococchi in bocca..

- Una colonia?

-   Si, si legga è scritto sul referto …

E’ vero “colonie di stafilococchi” è scritto.

- Va bene signora passi, ma…

- La ringrazio signora, la ringrazio davvero…ssbang – la porta le si richiude alle spalle.

- Non mi ringrazi, le pare, non ho portato gli scud stamattina, non un missile terra terra mi resta in borsa , ma alla prossima visita mi riarmo, le assicuro. 

Tramortita e affranta richiudo gli automatici, recupero ciuccio, calzino destro e occhiali da sole che mia figlia, nel frattempo, ha scambiato per un frisby e chiedo solo il permesso di passare. Passare e andarmene,  ovviamente.

I restanti tre genitori nemmeno mi ringraziano, al contrario, mi lanciano occhiate al vetriolo come a dire: “che mamma irresponsabile ha quella povera bambina”. 

Scendo le scale, apro il portone, saluto con un cenno il portiere che sbadiglia e vedo il cane.

“Ti si ammalassero i gemelli!” bisbiglio.

Anche la nonna con nipote ci era cascata.