LA MIA VESTE BIANCA

granelli di sabbia, soltanto granelli di sabbia tra le mie mani

 

di Daniela Basile

 

Pochi passi, qualche ciuffo d'erba,lontano all'orizzonte blu,

si un orizzonte forse quasi verdastro con picchi di rosso,esattamente dove il sole,un'enorme disco rovente era fermo,fisso nella sua magnificenza, mi trovai.

Era così ormai da giorni, rosso, enorme, inspiegabilmente ed inquietantemente fermo.All'inizio solo qualcuno ci aveva fatto caso e poi mano a mano che le ore passavano quel disco rosso e rovente non si decideva a lasciare spazio alla notte ed ai sogni;

una folla sempre più numerosa e silenziosa quasi in una pudica preghiera si era raccolta intorno a me ,

 già proprio a me;

era almeno questa l'impressione :lì lontano ed immenso il ''sole'',   ed intorno a me la folla sempre più enorme, grande, un fiume, quasi in tempesta, con quel sussurrio che nella mostruosità del numero diventava quasi un urlo disperato, soffocato, che cercava di fuggire da quell'evento, quella grandiosità   così improvvisa che era calata nel loro dolore.. d'amore... un rifugio per nascondersi.

Cercai di alzarmi, nella mia veste bianca illuminata dagli ultimi raggi della nostra stella solitamente mattutina, ma quella nenia ormai lamentosa eppure forte come il vento di maestrale, mi impediva di alzarmi,

anzi di muovermi, visto che in realtà ero già in piedi,

nel frattempo la voce cercava riparo,

adesso nuovi sbocchi,

quasi come l'antico mito di Eco e Narciso, rincorsi da un'illusione,

caduti nella loro immagine apparente soltanto per cercare di prendere qualcosa che esiste già nell'essere.

Ma la malattia, manifestazione della perdita dell'incontro , del confronto,si esprime anche in loro, semidei e dei di un mondo infantile, impauriti da uno specchio che rivela soltanto il riflesso della loro mente esteriore.

 Eco cerca Narciso, ma L'Ombra / illusione  è in agguato, pronta a rapirlo nelle sue spire per nutrire con il corpo ormai putrefatto, decomposto, una terra di guerre, affamata ed assetata; per bere il suo sangue, sacrificio di un amore non vissuto,destinato a scorrere nel teschio,celebrato, dall'Ombra/Illusione come coppa prediletta.

E ''Mara'',  antico demone di distruzione,non paga dello scempio che sgorga dal buio del dolore, perso nelle lacrime di sangue,

incita, ancora,

funesti dei sorti dalle remote vendette;

e mentre Maya inebria nella sua illusione,

l'Ombra si mostra  nel suo  inganno,

trasformata in un'  ''immagine di superba magnificenza,''  per apparire sublime a   Narciso, che se ne invaghisce: ''Se stesso - unico Eroe''.  Eco,abbandonata, persiste nel suo eterno, ed infinito canto solitario, alla ricerca continua dell'altro, somma espressione della dualità divina;

l'incontro per nascita , l'incontro per la resurrezione, avvolti nel manto d'Amore - Luce dell'Immenso - .

 

Come addormentato quasi in un torpore,risentii piano quel sussurro che stava diventando ancora più  agghiacciante, dopo essere stato timoroso, poi titubante, poi ancora deciso, ed ancora

 era diventato intenso e adesso la sua nota dolorosa mi toccava come una carezza gelida che sprofondava fin nelle viscere come una lama tagliente che si insinuava nel mio pensiero, subdolamente, paralizzando,  ogni cosa, ogni gesto,e come stalattiti,coni di ghiaccio  stavano arrivando al centro del mio cuore

cercandone  il sangue per farmi sentire la  forza del niente, del nulla cosmico dove le stelle hanno forse luce così intensa da apparire buie, piene di... nulla... di ...all'improvviso la folla non stava più ferma aveva cominciato un movimento prima strisciando, poi piano piano reverenzialmente aveva continuato in ginocchio, ed ora era in piedi e camminava come branco di bufali,calpestando ogni cosa si trovasse al suo passare, compreso me.

 La polvere mi accecò per un attimo gli occhi,la bocca si impastò, mischiato alla terra ,la saliva, il sangue raggrumato; le mie braccia ,le gambe e l'intero mio corpo sussultava sotto il peso della corsa ormai frenetica.'

In un 'lampo di genio',in un attimo, che ancora non ricordo, ero riuscito a ripararmi con le mani che si stavano riempiendo di calli per il dolore del peso che stavano sopportando.

Finalmente cominciai di nuovo a sentire il Silenzio,anche il dolore, forse troppo forte,per poter essere sopportato,era come scomparso nella morsa di gelo che aveva avvolto tutto, nascosto nell'androne piccino del mio inconscio.

Alzai la testa, una luce sempre più forte colpì i miei occhi,la mia bocca lanciò un urlo muto e come in sogno vidi una grande bocca nel sole, sempre più ardente,ed

accogliere quella folla impazzita,che diventava docile in un unico sorriso,avvolti da una musica che dirigeva i loro passi come in un'antica danza persa nella memoria. E tutto questo divenne il mio grido silenzioso,la mia stanza di clandestino,

e la bocca del sole

era la mia,ed il sole ero io, ed io ero il nutrito,il pasto, il divoratore

cieco

ed allo stesso tempo illuminato da tutti quegli esseri che un attimo prima come pazzi non avevano disdegnato ed esitato a calpestarmi, ma poi, presi da un impulso irrefrenabile e sconosciuto,

da un impulso d'Amore,

soltanto attratti dalla magnificenza dell'inverosimile, dell'incomprensibile,

e di nuovo subito pronti a girarsi  a dimenticare tutto e a trovare qualcos'altro, per diventare pasto,

divoratore di un qualcosa che porti lontano dalla miseria solita,

lontano da poveri occhi stanchi delle lacrime che il giorno nel suo splendore spesso non riesce più ad asciugare.

E così mi risvegliai,il cuscino stranamente bagnato, forse di un pianto raccolto dai misteri della notte, scaturito da un cuore gonfio;

mi alzai come in trance,con uno strano tremore quasi di premonizione,

 corsi alla finestra, e lì davanti a me sorridente e divoratore famelico,

 mi guardava un sole rosso,  la sua bocca già spalancata,la folle folla entrava all'infinito nel suo grembo di passione,

l'urlo muto cominciò ad invadere, ad inondare come un mare in bufera, la mia mente, ed in una veste bianca oltrepassai i confini del Tempo e dello Spazio,

e mi trovai a sentire il sapore segreto della Terra

e mi trovai ad essere la bocca, ardente,

e mi ritrovai ad essere Sole,

e mi ritrovai ad essere AMORE.

Risvegliato nel mio sogno,dall'incubo di un sonno, coltre di un dolore che voleva essere sopito.

Come un sudario il buio della notte mi coprì,

ma il sole nel suo rosso si stava incupendo, accartocciandosi ad una velocità improvvisa e in un turbinio di bagliori lo scoppio della supernova rimbalzò nello spazio,

la luce intensa come una fitta dolorosa ci abbagliò e la nascita di una nuova luna aprì il cielo.

Ed il colore passò attraverso la mia veste e nel mio specchio ''La vidi', un mare calmo ci immerse nelle sue note più soavi.''Ed io calmai il tuo dolore, e ti accolsi nel mio ventre di Donna'' ''Ed io mi vidi bambino navigando nelle tue acque, protetto nel tuo sangue'' ''Ritornai Uomo'' ''Ed io Lo vidi. Ti sentii tra le mie braccia ed ascoltai il dolce sapore della tua bocca d'amore,la tua forza,il tuo sesso  scorrere in me, te in me, me in te, il nostro calore... e mi sentii protetta.

E folli nella nostra inutile...continua...inutile

continua....corsa...continua...corsa...ritrovati....adesso..e         all'infinito.

Di nuovo come ''Dei'' arrivati da mondi lontani, stancati da lotte passate, da lotte sconosciute ai più, cercando le nuove terre, bevendo alla coppa d'Amore che anche quella volta vinse.... Anche questa volta ha vinto...... 

 

Pochi passi, qualche ciuffo d'erba, davanti a me l'orizzonte  pieno di sfumature  rosa appena percettibile; gli ultimi raggi di sole di

quel giorno; eppure in lontananza, forse un'impressione dell'aria,

un colore blu una luce quasi verdastra, quasi verde, stava cambiando l'intensità dei colori pastello, improvvisamente, stavano aumentando verso il rosso, rosso carminio...

un urlo agghiacciante, un suono irreale arrivava certo...sicuro,si dal sole, si, da me.

Alzai per un solo istante gli occhi verso l'alto, uno stormo di Gabbiani Reali, lanciava il suo grido di saluto... ed io volai con loro ......

 

scorrono lenti granelli di sabbia,

tra le mie mani i granelli di sabbia scorrono lenti, lenti, soltanto granelli di sabbia tra le mie mani......