JINGLE
BELLS
Di
CrazyGroucho
Il vestito rosso è
lo stesso di sempre. Il bambino è incredulo. Capisce però che non può essere
lui. Pensa a papà.
“Papà! la stessa storia
tutti gli anni! la vuoi smettere!?”
L’uomo si gira. Gli occhi non
sono quelli di papà. L’uomo scatta verso il bambino, è incazzato. Il bambino
vede le nocche avvicinarsi. E poi più niente.
Il metallo del
sostegno è molto freddo, fa male. Un po’ tutto, fuori e dentro l’autobus,
è molto freddo. E’ pur sempre Natale. Sono pochi i Natali caldi... escludendo
l’emisfero australe, certo. Qui siamo in Italia e la temperatura è vicina
allo zero. Non c’è la neve però, chissà perché…
Riesce a trovare un posto
libero, le mani cominciano a riscaldarsi. In questo momento dovrebbe essere a
casa a riposare. La notte scorsa è stata molto faticosa.
Si mette a studiare le macchie
sul suo vestito attentamente. Il rosso ormai è diventato più marrone che
altro. Il vestito è l’unico che ha, non può permettersene altri. I vestiti
da Babbo Natale ultimamente sono
diventati un po’ troppo cari e lui non se la passa bene. Ai negozianti dice
sempre: ”Ma io sono quello vero… dovrei averlo di diritto, questo vestito…
non mi può fare almeno uno
sconto?...”, ma loro dicono che sono tutte cazzate e lo sbattono regolarmente
fuori. Ormai è arrivato a sette volte.
E pensare che potrebbe
essere credibile come Babbo Natale. Ha una bella e lunga barba bianca
vera. Un viso rotondo che ti ricorda proprio il Babbo della coca-cola. Il fisico
forse non è un dei più adatti visto che adesso potrebbe sembrare un
impiegatuccio con la pancetta. Con i soldi che scarseggiano ha dovuto fare una
dieta drastica. Ma nell’insieme potrebbe convincere. Forse è proprio lui, è
quello vero.
Il vestito non è più
interessante, così comincia a osservare la gente sull’autobus. Gli dovrebbero
essere grati per i regali di ieri notte, ma nessuno lo è (o almeno non lo
dimostra). E’ da anni che ormai Babbo ha perso la passione, esce il 24 alle
19:30 solo per abitudine. Non gliene fotte più un cazzo
se gli sono grati o no, che vadano tutti vaffanculo!
La gente sull’autobus è
silenziosa, Babbo è silenzioso, l’autobus si ferma. Salgono due ragazzini e
il silenzio si rompe. Perché cazzo non sono a casa con la famiglia? pensa Babbo, che
c’è, non ce l’hanno?... speriamo…
I ragazzini avranno si e no 15
anni, non credono più a Babbo Natale da tempo. Lo guardano e sorridono. Che
cazzo vogliono questi? Si avvicinano a Babbo, sempre sorridenti.
“Che cazzo
volete,ragazzini,” dice Babbo incazzato.
Non rispondono. Si avvicinano
ancora. Sono accanto al posto di Babbo.
“Ve lo ripeto: che cazzo
volete?”
“Senti, perché sei così
nervoso? noi non ti abbiamo fatto niente,” dice uno dei due.
“Si, vabè, però l’ho
capito che vuoi fare. Vuoi metterti a sfottermi e fare il coglione ironico, non
è vero?” dice Babbo con la voce di uno che si sente preso per il culo.
“Ma questo è pazzo,” dice
lo stesso ragazzino all’altro e un po’ a tutta la gente dell’autobus che
si è messa a osservare quella scena (curiosi
del cazzo…).
“E allora..? anche se fosse?
avete paura dei pazzi? avete paura di me?” e Babbo si alza.
“Ehi tu,
vecchio… ti faccio scendere? ste cose non le voglio sull’autobus, devi stare
zitto!” dice a questo punto l’autista irritato.
“Vaffanculo, stronzo… io
parlo quanto voglio… tu non sai un cazzo di me!!” dice Babbo che sta quasi
per perdere l’equilibrio (…mentale).
L’autista adesso si incazza
sul serio, non gli possono rompere i coglioni sul lavoro, questo no. Rallenta
bruscamente e Babbo cade sulla schiena, un po’ di dolore, niente di che. La
porta centrale si apre con uno sbuffo… deve essersi incazzato anche
l’autobus. L’autista, dopo aver fermato l’autobus, va verso Babbo per
sbatterlo fuori, è furioso. Babbo si alza da solo e sposta l’autista con uno
spintone per non essere afferato. Vuole parlare, vuole dire la sua.
“Non ho bisogno del tuo
aiuto… se voglio scendo da solo… comunque… VOI SIETE TUTTI DEGLI STRONZI…
PER COLPA VOSTRA SONO DIVENTATO UN PEZZENTE, TRA UN PO’ NON ESISTERO’ PIU’…
E QUESTO PERCHE’ NESSUNO CREDE PIU’ IN ME… SCOMPARIRO’…
E NON VE NE FOTTE UN CAZZO!”
Comincia
a piangere e le lacrime scendono lentamente sul suo viso riscaldandolo. Vorrebbe
essere consolato ma nessuno è così buono. E’ Natale. Lui è solo un vecchio
pazzo.
“Scendi, vecchio…
SUBITO!” dice l’autista che ormai ne ha le palle piene.
Babbo non fa più
storie e scende dall’autobus. Fuori continua a far freddo. L’autobus riparte
e lui rimane fermo per qualche secondo. Comincia a camminare con un “Jingle
bells”monotono in sottofondo. L’unica cosa che vuole è un posto dove
scomparire.