APPLAUSI PER CICCIO

(dalla donna cannone a “La storia”)

di Cucciolo

Le mie dita volavano, le mie mani come ali d’uccello sorvolavano la tastiera sfiorando le melodie e solleticando l’udito. Erano forti le mie dita, erano espressive, toniche rincorrevano le note imbizzarrite e le domavano con la sola forza di volontà e la volontà di precisione. A quei tempi la donna cannone volava alta, alla ricerca di quell’amore che purtroppo non troverà mai. Tutto iniziava qualche anno fa, la sala teatro della scuola media era piena, i compagni tesi e le mie dita vogliose di giocare, di disegnare onde e fantasia. E divenni famoso per aver buttato il mio enorme cuore al cielo, per avere preso con le mani l’amore e senza dire parole, averlo portato nel mio cuore. Sono rimasto impresso per non aver avuto paura di non essere bella come voleva lui, ho volato in carne ed ossa, senza tornare più. Senza fame, senza sete, senza ali e rete sono volato via, tra gli applausi ed un pianoforte che continuava a sussurrare. Quella mia voce che mi accompagnava, non è cambiata di molto, è solo più rauca, forse più matura ma la storia si è ripetuta. La storia siamo noi, nessuno si senta escluso! Le mie dita non sono più così leggere, risuonano sui tasti come martelli di piombo e la coordinazione è molto peggiorata. E’ cambiato molto dall’ultimo volo, tutto, ma non le persone che con le orecchie tese, verso di me, ancora una volta carpivano ogni minima emozione, ogni minima inflessione e titubanza delle mie vibrazioni vocali. Tanta gente che ha volato con me, ha volato per me, per farmi felice, dopo tanto tempo che ero qui, depresso, al buio sopra una tastiera che non so più maneggiare come una volta. La gente canta con me, il coro unisono dei cuori che ascoltano mi riempie di una gioia immensa, di una strana sensazione. Mi sento vivo e, anche se la donna cannone non vola ormai più nell’immensità del cielo, io so che la storia adesso siamo noi, nel bene e nel male, che non occorre avere dita toniche e talentuose per sognare e far sognare, ho capito che la mia voce è la voce che può raccontare la verità, la nostra storia. Le note aleggiano ancora, nell’aria, nella memoria e questo clima d’impazienza culmina in un applauso finale, come quello per il volo della donna cannone. Le mani applaudono ed il cuore ancora ricanta le parole vere e false, sincere e farabutte, ma che in qualche modo hanno le hanno fatte sognare. Le mie dita sono tornate a volare, anche se solo per tre minuti e mi sento di aver dato tutto, di aver cantato con ispirazione tutto quello che avevo dentro e che a parole non riuscivo ad esprimere. Musica e parole: questa è la storia di una sera che presto sarà dimenticata, come il volo di quella donna che ha portato fino a me i miei primi applausi. Questa mia voce che ha portato emozioni, impalpabili carezze allo spirito, non rimarrà muta, è vogliosa di fare ancora sognare, di sognare e di volare con quelle dita sognatrici, non più forti, nei cieli della musica…