Di
Carlo Salvadorini
In
quel vialetto e di fronte a quelle lapidi di marmo forse ho cominciato a
riscoprire me stesso.
Solo ritornando alle mie radici forse ho capito che qualche cosa non andava in
me ed allora forse siete intervenuti voi, angeli miei.
Nel vuoto assoluto nella mia mente ho pregato davanti ad
immagini sbiadite dal tempo e dalle intemperie. Sì, ho pregato, io ateo e
miscredente.
E non mi importa della coerenza, non mi importa di niente purché la mia mente
torni a pensare in positivo.
Ma voi , miei cari angeli, mi dovete aiutare. Non nel momento in cui vi
ricordano tutti, ma per tutto l'anno e per gli anni che verranno.
Se verranno.
Aiutatemi a capire i miei errori e fate sì che nelle notti
insonni o popolate da incubi, mi siate di aiuto, che mi possiate dare dei
suggerimenti.
Questo io vi chiedo, angeli miei che stano forse in cielo o che forse siete
mischiati tra la folla. Non importa, ma aiutatemi.
Io credo che solo voi lo possiate fare e possiate riempire quel senso di
inutilità che mi pervade.
Io tornerò ancora in quel vialetto e tra quelle lapidi di freddo marmo o tra
immagini sbiadite.
Tornerò perché le radici mie sono là ed tra quei cipressi è
tutta la mia vita.
Una vita sbagliata ma fortemente voluta anche se qualche volta ho tentennato.
Ma di fronte al parroco che mi aveva battezzato e che aveva dato l'estrema
unzione ai miei....angeli, ho capito solo che devo continuare a vivere e forse a
soffrire.
E se un angelo cadrà sulla terra, fatemelo sapere. Ve ne sarò grato perché
capirò che forse anche io esisto.
Ora soprattutto che la mia vita non ha alcun senso per me e ora che forse
soltanto qualche creatura è riuscita a scardinare il mio cuore indurito e
distrutto.
Aiutatemi angeli miei, ve ne prego.
E voi, gente normale, non ridete perché gli angeli guardano
anche voi e vi giudicano per quello che siete.
Grazie angeli miei che riposato le spoglie mortali in un
paesello dove ho le mie radici.
Il resto non conta.
Il resto sono solo sciocchezze paragonate a quello che possono fare gli angeli.