L’AMBULANTE
CIECO
di
Carlo Salvadorini
Stava
sempre lì,a poche decine di metri dalla giostra su cui i bambini sorridenti
cercavano di prendere il ciuffo che avrebbe fatto loro vincere un'altra corsa,
con ogni tempo.
E le note dello strano organetto che aveva l'ambulante cieco risuonavano sempre
malinconicamente in ogni stagione.
Lo vedevo distintamente anche dalla finestra di casa mia che dava sul mare.Ogni
tanto qualcuno si fermava per dare qualche lira e lui, ad ognuno, dava un
piccolo foglio colorato su cui erano scritte strane cose sul loro futuro e non
lesinava parole, tant'è che molti si soffermavano a parlargli per parecchi
minuti."Signore, lei avrà molta fortuna ma dovrà andarsela a
cercare...",ed al signore che chiedeva spiegazioni lui diceva sempre
qualcosa tra il misterioso ed il buffo insieme.
Anche perché era uno strano uomo l'ambulante che suonava l'organetto.Di età
media, sulla cinquantina, nonostante una barba sempre incolta ed i capelli
incanutiti, sembrava più giovane dell'età che probabilmente aveva.
Io lo avevo conosciuto un giorno quando ero sceso per portare mia figlia alla
giostra e mi ero soffermato, non tanto per dargli qualcosa, ma per la curiosità
di conoscerlo e basta.Anche se aveva accennato a darmi uno di quei foglietti
colorati.Parlava un italiano perfetto, senza alcun accenno dialettale, quindi
non definibile in realtà.
"Signore,prenda anche lei il foglietto della
fortuna...."."Grazie,sarà per un'altra volta.Lo prenderò".
E non ero riuscito più di tanto a parlargli perché dovevo pensare alla figlia
sulla giostra. Ma ciò non mi impediva di notare che quelli che si fermavano e
prendevano il fogliettino colorato avevano sempre strane espressioni.Non ho mai
creduto nel Paradiso; perché avrei dovuto vederlo stampato su un foglietto
colorato ?
E poi...... insomma, preferivo la realtà alla fantasia o al potere
dell'immaginazione e delle strane predizioni.Ma la curiosità era tanta , lo
confesso.
Una volta mi aveva detto, in tono quasi confidenziale, quasi mi conoscesse perché
mi aveva visto più volte:"Signore,lei dovrebbe prenderlo un
foglietto....poi le dirò qualcosa...."Ed ancora una volta risposi:"No
grazie. Un'altra volta:lo prenderò".
Ma in quell'autunno inoltrato e triste, quando tutto mi era precipitato addosso
e la vita non sembrava importarmi più di tanto,avevo deciso che quel
fogliettino lo avrei preso, tanto male non poteva farmi. E colsi l'occasione per
la consueta passeggiata sul mare per soffermarmi vicino a lui e ... anche se non
mi decidevo,cedetti alla tentazione.
"Lei è molto triste Signore, eppure ha una bellissima bambina che le vuole
molto bene, però....io..... non voglio dirle nulla...
"E' vero, sai, a volte ci sono cose che ti possono rattristare ugualmente o
ferire, anche se si è padri felici....".
"Già. E in Lei non vedo niente di felice per la verità!"."Ma
come fa a saperlo?"
"Beh, io leggo nelle stelle che non vedo, ma non sono un astrologo né un
cartomante: mi limito solo a interrogare le stelle..."
"Le interroghi? E che vuol dire?"
"Chiedo alla stella più vicina, naturalmente!!".
Certo. Naturalmente.
Come non trovare ovvietà in quella frase? Solo che il mio raziocinio si
rifiutava di credere in quella che ritenevo una ciclopica fandonia.Ma decisi
comunque di andare avanti.
"Lei è amato da poche persone, che le vogliono un bene dell'anima, ma sarà
sufficiente per la sua anima?".
Questa era decisamente bella: intanto non mi ero accorto di avere amici, ma che
oltretutto mi volevano bene questo era decisamene troppo!E lui, come
incalzando:"Al di là dei figli, pochissime persone la adorano veramente,
perché Lei è un buono. Ma come tutti i buoni... (fece una strana espressione)è
destinato a soffrire davvero,perché la cattiveria è sempre predominante sulla
bontà.Solo alla fine la bontà trionfa"
"Alla fine? Quale fine? Che intende dire?"
"Alla fine.... del tempo,quando la clessidra ha lasciato cadere gli ultimi
granelli di polvere in basso".
Cominciavo ad avere una grande confusione sul concetto di spazio e di tempo e su
quanto mi aveva detto l'ambulante.La clessidra,il tempo,lo spazio....a parte che
non ci avevo capito niente,sapevo solo che quell'autunno era cominciato molto
male per me e probabilmente anche l'inverno sarebbe finito peggio.Il Natale
sarebbe stato triste così come il Capodanno. Ma tanto ormai ci ero preparato.
"Insomma, Signore, perché pensa solo a cose brutte? A volte dalla malvagità
può venire anche qualcosa di molto bello anzi di sublime”.
Adesso sembrava leggermi nel pensiero ed ero preoccupato.Forse era un
"sensitivo", uno che intuiva epidermicamente le cose solo dalla
vicinanza con la persona; o forse era soltanto un ciarlatano venditore di finte
verità.
Ma il fatto è che era riuscito a far dilatare il mio modo di vedere il mondo:
non sapevo più neanche se ero realmente vicino a quella giostra oppure se... se
ero ormai in un'immensa clessidra,di cui io ero un granello, che scandivo il
tempo: il tempo restante.
Ora non ero più dimensionalmente collocato. Ero in uno strano mondo e come per
incanto vidi l'ambulante cieco e solo qualcosa di vago intorno a lui.Forse erano
nuvole. Chissà....L'ambulante mi avvicinò e mi disse:"Vede come è bello
stare in una clessidra? Il tempo scorre e basta rovesciarla per
ricominciare.....".
Forse alludeva a qualcosa di reale nella irrealtà di quella situazione. Cercai
di spostarmi, ma era veramente come se camminassi sopra le nuvole.
"Non l' hanno rispettata e neppure tanto amata, Signore, per questo è
nella clessidra del tempo".
Non mi avevano rispettato? Beh.....si......forse. Ma che importava:era talmente
illogico tutto ciò che mi stava accadendo, da sembrare completamente irreale.
"Lei comunque è fortunato,Signore, e finirà dritto dritto in alto”.
Accidenti! Non ci capivo più niente!
Ma accadde uno strano fenomeno. Ad un certo punto il mio corpo sembrò dilatarsi
e trasformarsi in qualche cosa di strano.
Incredibile: ero diventato un fiocco di neve !!
Stava nevicando sulla città, ed anche copiosamente. Beh, era quasi Natale ed
era abbastanza logico.Io mi accorsi che scendevo lentamente giù verso terra e
che man mano l'aria si faceva più calda. Solo che riuscivo a parlare con gli
altri fiocchi di neve!
Poi precipitai a terra e lì rimasi insieme a tanti altri fiocchi.Finalmente
avevo capito: ero stato buono, avevo vissuto abbastanza ed era semplicemente
giunta la mia ora.
Buon Natale gente: che questo giorno sia felice per voi e per tutti i vostri
cari.Ma proprio per tutti, anche per quelli che mi hanno odiato, tanto l'odio
porta con sé solo odio e niente più: insomma non si diventa fiocchi di neve. E
mentre io mi..... compattavo con le altre candide goccioline ghiacciate, vidi
l'ambulante con l'organetto al suo posto.
Per strada un'ambulanza ed un corpo senza vita.
Già, si poteva morire anche a Natale.
Solo che io non l'avevo capito.