VAJONT
di Claudio Arzani
Non ti sopporto più
Io non ti sopporto più
Raccontami una favola
se non la sai te la racconto io
tutto iniziò con una fila di sassi
che lo scorrer dell’acqua fermò
poi arrivarono gli amici castori
e il muretto a mezzo metro arrivò
dall’alto guardavo
il lento fluire di quell’acqua
che dal sentiero scendeva
dolcemente s’increspava
e quel muro dolcemente lambiva
castoro, castoro, aiutami oggi,
e poi aiutami anche domani e posdomani ancora
così il muro ogni giorno sempre di più
si alzava
un metro poi due poi dieci metri
sono arrivati i muratori, i manovali
e gli ingegneri, le impalcature, le gru
i sacchi di sabbia, di cemento,
qualche infortunio (non c’entrano con la favola
ma succedono in tutti i cantieri)
e quella che era una fila di sassi
è diventata una diga
ma quel filo azzurro
che sottile scendeva
ora s’increspa in un’onda ruggente
e nessuno la fermerà mai
no nessuna diga resiste più
io non ti sopporto più
non ti sopporto più
io non ti fermo più