SOGNO

di Teatro magico

E le mie gambe presero a vagare.

Come solo il vino può
ad illudermi che qui sia pace
ma tu m'inganni, io lo so
che attorno il mondo tace.

Fuori, il perpetuo movimento,
ma io lo trafiggo, e tu mi aiuti,
e l'orrore più non sento
e mi sovvengon gl'intensi dì vissuti.

Lei,
la fanciulla bianca
dal viso fuggitivo
mi sfiora
(oh, divina femminilità!),
di Sogno lei odora,
i suoi verdi capelli con velocità
toccano il mio pene (lui!) vivo.
Ora fanciulla è stanca.

Oh, stupende realtà,
belle sirene
dai
capelli
dorati,
oceani
tenebrosi,
treni
selvaggi,
falso! falso! falso!

Chino lo sguardo
e fissi i miei piedi
e qui la mia testa.
Solo.
(24 ottobre 2002)