PUGLIA
di Teatro magico
E
col sangue in fronte
va
quel piccolo
candido contadino
con le mani callose
e ruvide
che il suo dolce bimbo
carezzar non può.
Nell' infinita quiete
di giorni senza paura
senza inganno
né dubbi
né musica
io aspetto
quella terra secca
e luttuosa
e spietata
che piano ritorni
così come il mio sangue
la mia carne
(ingenui!) sanno.
Ma Terra!
Terra!
Terra di dolore
e sudore
e lutti
e singulti
che t'hanno fatto?
che t'hanno fatto?
Di sete bruciata
di coltelli trafitta
di mani leggere
stuprata
di voci
cantata
(e sì! insinuata!),
di catene,
piano,
soffocata,
di sogno nutrita
e poi lacerata.
Che fai lì,
adesso?
Piangi forse?
Terra,
Terra mia,
sanguigna
e spietata,
ribellati!
Ma
se altro rimedio
il Mare
o il Sogno
o il nefasto Dì
non offre,
piangi con me, stasera,
mia bella Terra,
sensuale.
Insinuati
tra i miei capelli
e avvolgimi
e piano cullami
e con te portami
ad assaggiare quel sangue.
Quel sangue!
(8 novembre 2002)