PRIMA APOLOGIA DEI SOGNI
di TomSkar
Quando
se ne va l’ultima stella nella prima nuvola
e
alla porta smette di bussare invano, cupo, qualcuno
caracollo
sul divano, mentre piano piano non c’è più nessuno.
E
un fatto di minuti e tra le lastre del pensiero
affiorerà
ancora una volta l’ultimo discorso con Kritone,
perché
non ho accanto a me uno come Platone?
Quando
scorgo dal balcone l’arrivo dell’inverno
e
alla porta smette di suonare il postino, alle 11:30 del mattino
non
riesco a ricordare niente dell’autunno.
E
passa poco che m’immagino in un mondo antico,
seduto
in riva al fiume gelato, San Giorgio II, furibondo
che
sprona il vento ad intonare un canto più profondo.
Quando
la tv non ha più nulla da dire, vado a dormire
e
mi preoccupa molto perché nel dormiveglia si può solo pensare,
così
mi chiedo che donne sognava Kandinskij?
Quando
si perde anche l’ultima magia ed il tempo diventa illusione
mi
sento solo anche tra mille persone mentre
al
soldo delle mie catene, alla mercé delle mie pene,
mi
becco un’altra confessione di Sant’ Agostino
e
nella mia tragedia non interviene mai
il
deus ex machina a salvarmi dal casino.
Quando
non mi resta che raccontare la Storia immortale
mi
sovviene il ricordo del racconto sul carattere dello scorpione
e
del marinaio che vive nelle strade della portoghese Macao
così
mi chiedo che donne sognava Fassbinder?