POVERO E SOLO MUSICISTA
di Cucciolo
Rimbombano
i violini
nella
calorosa cavea,
il
volto è acceso, la tensione sale,
le
dita volano nell’unisono abbraccio
in
un’architettura di suoni
dalla
perfezione sovraumana.
Suona
musicista,
rimanda
alla fine della serata
la
tua stupida esistenza,
la
tua missione di essere mezzo
di
passione, il musicante senza nome!
Non
voltare la faccia alla realtà
che
ti trafigge: sarai sempre e solo
dieci
dita che fanno sognare.
E
non ti basta sapere di esserlo
mentre
il tuo strumento è al riparo dall’umidità,
non
sai neppure tu chi suona quel pezzo di legno,
ti
chiedi che senso ha essere uno dei tanti,
uno
strumento ululante suoni del paradiso
che
altri hanno pensato, che tu catalizzi
nella
pulizia del suono e nella tecnica sopraffina.
Non
sei il fine, ma soltanto il mezzo
e
non ti senti più onnipotente nella fossa
vibrante
di note.
I
suoni discordano, senti stonare,
è il tuo cuore che inizia a capire!
Interpreti una parte che non ti appartiene,
sei
succube del suo potere…
interpreti
una parte che non ti rispetta,
copre
il tuo volto, risalta il suo cuore.
Prendi
questo applauso che non ti appartiene adesso
e
fai l’inchino, povero e solo musicista.