MATINEE
D'AVRIL
in
un silenzio rumoroso,
ma
ormai senza parole.
Queste
mattinate d'aprile,
a
parte un ricordo,
non
mi dicono niente,
niente
che non sia un dejà vu.
Odio
il silenzio,
ma
lo amo solo quando
sono
sul mio scoglio.
Allora
guardo il mare
e
l'immensità infinita
cercando
uno spiraglio di vita.
Ma
solo i gabbiani e gli albatri
mandano
versi che sembrano umani
ma
non lo sono.
Saranno
marinai morti
come
narran le leggende
oppure
anime gentili
di
angeli di passaggio?
Non
lo so e c'è da impazzire.
Ma
il silenzio, questo silenzio
mi
sta massacrando.
Neanche
il telefono
squilla
più ogni ora
ed
io credo di vivere
una
non-vita ed un non-sense
profondamente
definito.
Sì,
lo so, non sono solo:
ma
come fare a farlo capire
ad
un cuore in tumulto?
Ci
rinuncio.
Anche
se so di non essere solo
ma
in compagnia di amici
e
di angeli peregrini
che
vegliano sul mio essere di frontiera,
un
frontiera che devo ancora riconoscere
e
definire. Ma una frontiera
comunque
e mi restano allora
soltanto
gli occhi per piangere
in
queste mattinate di un aprile
che
non profuma ancora di primavera
e
non vuole abbandonare l'inverno.
Brume
e nubi si addensano
sul
mio io sconvolto
lasciandomi
in definitiva
solo.Ma
gli angeli che vegliano
mi
fanno compagnia
in
questa lucida follia
che
adesso m'è cara.