MADRE

di Teatro magico

E mi sovvien quell' infausto giorno
quando tu ridevi
con l'ignara gente,
e la tua bocca sorrideva,
ma, Madre, io lo so
che piano il cor tuo piangeva!

T'ho vista!
Con le tue lacrime
come di rosa
che viver non puņ
nel grigio cemento!

T'ho vista!
soave Sognatrice del Mattino,
e allora tu forse ripensavi
la s? grigia Notte
che vil freddo in te lasci?.

T'ho vista!
Ma come potevi tu far festa?
Come potevi tu far festa?
Madre, come potevi tu far festa?

T'ho vista!
E allora
tu eri
Dolcezza
e Donna
e Universo
e Oceano.

Ma adesso,
scrivendo e sedendo,
pacato io ripenso,
e fulmineo scorgo te,
come infinita:
un candido riparo,
una parola,
un gesto,
un sogno,
un urlo,
una speranza,
un amore.

Madre!
(7 novembre 2002)