IL
LAMENTO DEL TIMIDO
di Teatro magico
Vieni!-disse
lei-
ma lui no non andò
ho paura! ho paura!
il suo cuore gridò
l'ala della Farfalla
piano sfiorava il suo Sesso
(voglio! voglio!)
profonde valli
nel suo cervello
impetuose correnti
sul suo corpo
ardente e fuggitivo
ma non posso
cazzo, non posso
ho paura! ho paura!
il dio Rossore
mi immobilizza
gambe e braccia e lingua
rese tremanti da Desiderio
ma lui no
non andò
e la valle
si fece solitaria
e le correnti
più impetuose
(di lacrime!
soavi lacrime!)
povero Poeta senza Amore!
povero Poeta senza Amore!
povero Poeta senza Amore!
che fa il tuo cervello
senza Amore?
dove vai fanciulla?
fermati
o il solitario
non avrà pace
fermati
ascolta il Lamento
ascolta il tacito Lamento
l'ineffabile Lamento
o il povero Poeta senza Amore
senza tondi seni
a cullare la sua mano
né rosee labbra
né cuori
che cantano
solo per lui
né Regni di Piacere
da esplorare
(bei Regni! che Regni!)
tra le umide gambe
poserà i suoi occhi al vento
ucciderà i tamburi
(cupa musica:silenzio!)
e Poeta senza Amore rimarrà
ma Lei non ascoltò
via Lei andò
e lui tra la folla ridente cercò
Uccello Donna o Angelo
che non lo schernisse
e un Gabbiano morente
e piangente
trovò.
Gabbiano morente,
vuoi dormire sul mio petto stanotte?
E così gli occhi si chiusero
e dolce mano sfiorava
le penne d'oro del morente Gabbiano
sul petto del Poeta senza Amore.
(2 novembre 2002)