LA
BALLATA DEI FANTASMI
di Teatro magico
Seduti per ore
col cervello in fiamme
costanti
aspettando qualcosa
cercando qualcosa
stanno
-i ragazzi che non parlano mai-.
Hanno capelli arruffati
e un cuore
sempre troppo selvaggio
di cuoio e lacrime,
di sudore e polvere,
di mille dardi
infuocati ferito,
sì aspramente selvaggio
come il guerriero
giglio avvelenato.
Hanno mani fresche di rugiada
e tozze e rudi
sempre tremanti
come caldi corpi di passeri
che risonanti cadono al suolo
per ostinati fucili dispotici.
Hanno occhi vestiti di silenzio e tenebre
-i ragazzi che non parlano mai-,
hanno occhi schivi e fugaci
per ogni umano corpo,
hanno orecchi umili e incontentabili
per ogni umana voce.
Ma i ragazzi che non parlano mai
non hanno voce che per il mare,
duro
crudo
violento
saggio
dolcissimo
cantastorie.
I ragazzi che non parlano mai
agli occhi tuoi
non sono che inutili fantasmi
partoriti dal tempestoso ventre della terra
ebbro di malinconia.
Ma ora ecco ti regalo
un violento lampo nell'oscurità:
i ragazzi che non parlano mai
possono stordirti
col placido potere
d'un'inerme carezza
delle loro mani aspre di ragazzaccio.
Ma è solo un lampo nell' oscurità;
parole,
il vostro corpo mi ammalia,
mi chiama,
insidioso,
subdolo,
-orrendo mostro marino
vestito di fugace piacere-,
ma poi la vostra forza distruttrice
diventa il mio tormento,
e il vostro potere
mi schiavizza,
e la mia bocca indifesa
si colma della vostra assenza:
e allora inevitabile
si fa la mia sconfitta.
E allora ecco
io, giudice austero,
ti dono il triste fardello nero
della tua sconfitta,
ti lancio la mia sentenza,
ragazzo che non parli mai:
"Troppo innamorato
delle umane parole
da farti perpetuo zelante schiavo
del loro splendore."
(18 luglio 2003)