L’AZZURRA VENERE

di Nicola Costantino

 

Dell’antico respiro

rimane corolla franta,

a sera raggomitoli

una liturgia di echi.

Quale declivio

discendeva il tuo mistero

quando il sole si bagnò

nel mare infinito dei tuoi occhi.

Connubio notturno

strinse la quiete luna

con l’ansare ineguale del tuo cuore

annegato come un’isola

nell’oasi proibita del tuo corpo.

Ora attingo la pace

sul volto smarrito

fino al risveglio dei girasoli,

esalerò nel suo fragile silenzio.