A LEOPARDI
di Stefano Medel
A
Leopardi,
poeta
desolato
sepolto
in
un borgo selvatico.
Lontano
dagli sguardi;
grande
cultore ed erudito
signore
di se stesso e del suo
genio;
capace
di trovare parole,
laddove
non c’erano
per
nessun altro,
osservando
la natura,
e
le cose,
con
attenzione certosina
e
feconda.
Curvo
nelle sue carte,
perduto
al mondo e a se stesso,
vita
negata,
relegata
tra
le carte e i testi
e
tomi
della
biblioteca,
il
suo mondo.
Lì
serrato,segregato
In
perenni ed inconsolabili
Solitudini,
malvisto,
a
volte incompreso;
eppur
grande e
irraggiungibile
nel
dolore suo,
suo
unico amico e
compagno.
Anima
vagante e persa,
senza
ristori,
senza
conforto.
Difficile
da capire,e mai capito
Dai
suoi conterranei.
La
sua solitudine grande,
come
la sua afflizione;
e
il cercar di fuggire,
e
poi tornare,
fino
all’addio a Recanati,
posto
di crudeli ed infimi,che mai
compresero,
il
grande tra loro.
Leopardi
col suo sguardo triste,
l’incarnante
del
travaglio del poeta,
spesso
in attrito col mondo,
e
sempre solo,con le sue
idee
e i suoi tormenti;
inseguendo
il pensiero suo,
segreto
e sofferto;
gioia
per i lettori.
Poeta
fatto di pena e di abbandono;grande
,fra tanti piccoli.