BlAcK_lOtUS's Fanfiction

The Glass Prison


Pizzicare le corde della chitarra ancora ancora ancora, Yamaha acustica, nel tramonto rosso sulla collina che sovrasta la partitura di cemento su cui lotti, per cui combatti, unica speranza del padre, tormento del figlio, pace dello spirito.

Locazione: Casa?

Definirla normale e quanto di più apparente si possa fare. A parte la porta elettronica, infatti, la casa è semplicemente un'altra casa giapponese, come tutte quelle di quel complesso tristemente desolato. Ma è l'aria che è anormale. Le note malinconiche della radio che frigge a vuoto, gracchiante, le corde della chitarra, il silenzio, la polvere, il desiderio di tornare, di scappare, di aver qualcuno accanto a se quando non c'è nessuno, il non aver problemi, per l'ultima volta...
Quanto è inquietante l'ordine? Il disordine è segno di vita, ma questa casa da troppo tempo abbandonata a se stessa da chi non si sa, il desiderio di pulirla di devastarla per poter dire - SI! C'E' QUALCUNO QUI! -
Per non sentire il peso di un vuoto colmo di spiriti. E di voci altrui...

"...un bacio..."

"...nichilista..."

"..."

Un violoncello spezzato, sfondato non sa nemmeno come, una cassetta della posta piena, e quella radio ossessiva. La spense per prendere l'acustica polverosa in una camera. Suonare, per ricordare. Suonare per non dimenticare.

"..."

Uscire di notte, per trovare qualcuno...

Locazione: Il mondo esterno ...

Pizzicare le corde della chitarra ancora ancora ancora, Yamaha acustica, nel tramonto rosso sulla collina che sovrasta la partitura di cemento su cui lottasti, per cui combattesti, unica speranza del padre, tormento del figlio, pace dello spirito.

In fondo quella chitarra era anche sua. Una passione non si può spengere così, del resto.
Soprattutto quando così potente, riduce gli uomini e le donne in polvere, le lascia in balia degli eventi, non gli assicura nessun futuro. Vagare per i corridoi familiari del luogo di un lavoro che finì tanto tempo fa, quando ancora eri giovane, per il quale avevi lottato troppo, avevi dato te stesso, e ritrovare il tutto coperto di polvere. La sala del comandante, tutto come allora, tranne lui...

Cosa si provava a essere li? Davanti al comandante, all'uomo di ghiaccio, capace solo di lanciare ordini insensati o solo insensibili, uomo da temere, uomo solo, uomo pazzo...

Quella scrivania, quei segni, basta.

Locazione: Un po' più sotto ...

Quella porta elettronica. Quella tessera. Ancora corrente, perché questo posto resterà in eterno. Perché qui stavamo al sicuro da tutto. Perché da noi, da loro, da ME dipendeva tutto, e io non potevo fallire, perché se avessi fallito tutto sarebbe finito...

La porta si apre, veloce e il gigante è lì che mi guarda. Mammina, con le sue lunghe gambe, a rigenerarsi perennemente, perché da lei dipendeva tutto, nessuno doveva toccarla, formalmente lei non esisteva, eppure eccola lì, fulcro della vita della base, della Terra intera. Mammina, non so dove andrò, non so cosa farò, sono solo in cerca di qualcosa, non lo so perché lo faccio, perché dopo tanto sia ancora in cerca di qualcosa qui, in un posto odiato, un posto che ha rappresentato le mie paure e le mie speranze, ma è finito tutto ormai...

Sono finiti loro, i nemici.
Sono finiti i piloti.
E' finito il comandante.

Locazione: All'aperto ...

Non riuscire a dimenticare un passato già dimenticato dal resto del mondo, ecco la sua maledizione.Quanti ancora ripensavano ai giorni in cui la Nerv era la loro unica ancora, la grande fuga di notizie dopo alla scomparsa degli Angeli aveva distrutto un lavoro durato anni, aveva portato con se un sentimento nuovo, il desiderio di cancellare quel nuovo peccato originale dall'uomo, dimenticando, rinnegando ogni cosa accaduta prima dello scioglimento formale dell'organizzazione. Tutti, dopo quel giorno, erano spariti. Come se fossero legati, simbioti di quello stemma, di quel credo, di quella base, capitanata dal pazzo, dal traditore del genere umano, dal mostro che per pazzia aveva portato l'umanità a macchiarsi di atrocità fino al punto da non poterle più lavare via. E allora la sola via è il rinnegare il passato, non ricordarlo nemmeno. Dove il governo aveva spedito Rei Ayanami e Asuka Soryu Langley? Rei era scomparsa, forse morta definitivamente. Almeno lei aveva trovato la pace.

...Tears...

Locazione: In giro ...

Aveva girato tutta la città alla ricerca delle persone che avevano popolato i suoi incubi del passato, e alla fine, aveva trovato solo lei.
"Una bella ragazza magra dai capelli rossi? Certo che abita qui, vede, alla seconda via, giri a sinistra..."
Già.
Una casa fatiscente, un fagotto di stracci a sedere su una scala, ecco la fine di chi si sentiva potente.

"Asuka Soryu Langley?"
"Questo è il mio nome, amico, la mia tariffa è...*"

Inutile per lei negare la sorpresa. Le ho condizionato la vita per troppo tempo perché mi potesse dimenticare. Gli ho rovinato la vita. Per colpa mia, è finita qui. E' incredibile di come si ricordi di me, nonostante tutto quello che ha passato, nonostante tutto quello che HO passato.

"Salve, Second Children. Finalmente ci rivediamo..."

Locazione: P.O.M. (I.M.) ...

Lo squallore di quella casa, la puzza di marcio, di vecchio, di sudore, di sperma che permeava tutto, lasciava capire bene cosa era la vita ora per la Second Children. Una vita bruciata. Dimessa dall'ospedale dopo la chiusura della Nerv poiché era proprio questa che le pagava le spese mediche, aveva usato per vivere l'unica cosa che le era rimasta, il corpo.
Che squallore.
Mai come lui, in cerca di un passato.
Perché ancora non l'aveva dimenticata.

Yui...

"YUI!! TI RAGGIUNGERO'!! TE LO PROMETTO!! NON IMPORTA QUANTO MI CI VORRA', MA TI GIURO CHE CI RIVEDREMO!!"

Si buttò addosso alla parete imbottita. Iniziò a divincolarsi, ma la camicia di forza gli impediva ogni movimento. Alla fine, stremato e piangente, si accasciò a terra come una marionetta senza fili.

"Yui... Yui... Yu...*"

***


"Ancora? E' già il terzo attacco oggi. Ma cosa urla?"
"Le solite cose, che presto la raggiungerà, che non importa se gli hanno tagliato i fondi, che suo figlio è sparito, e via dicendo... E' da due anni che va avanti così, dal giorno dell'incidente."
"Deve essere stato terribile. Lui era presente?"
"Già. Sua moglie era giovane e molto carina. Una giovane e carina professoressa di Chimica all'università qui a Tokyo. Stuprata e ammazzata davanti ai suoi occhi da pazzoidi in un vicolo buio della periferia malfamata. Il loro modo di ricompensarlo per le canzoni che suonava prima. La sua mente non ha retto. Si è rifugiato in mondo suo personale, costruito a tavolino da lui stesso, dice di essere stato il comandante di una qualche agenzia paramilitare, di combattere gli Angeli, mah... peccato davvero, non meritava davvero tutto questo, né lui, né sua moglie."

I due dottori si allontanarono piano piano dalla cella, discutendo fra di loro, fra i bianchi corridoi dell'ospedale. Non era che un paziente come tanti.

[Note dell'autore]

Volevo da un po' scrivere una fanfiction su Gendo, ed ecco il risultato! ^_* So che il buon vecchio comandante non si merita tutto questo, ma l'unico finale che mi entusiasmava era questo, la pazzia dopo una separazione brutale, forse perché sono pazzo anch'io! ^_^