BlAcK_lOtUS's Fanfiction
[Note dell'autore]

Visto che la prima FF è piaciuta e ha fatto discutere il finale, ho deciso, alla io Anno, di farne un seguito, nella speranza che almeno questo accontenti gli altri, ma soprattutto me stesso, la persona che più aveva mosso critiche verso quel finale che aveva aperto davanti a se mondi su mondi. Quindi, appena finita, ho deciso di scrivere il seguito, che è appunto questa. Diciamo che qui un po' di spoiler ci sono, ma sono gli stessi della precedente, ergo...Buona lettura!

Blowing in the Wind


"Tramonto, non ci rimane che guardare il tramonto, chiudere gli occhi e sperare che lui venga da te, di nuovo da te."
Asuka Soryu Langley

Tutto lui... giaccio qui, in questa vasca da bagno...perchè lo faccio? Non conto niente. Ah vero...un bagno lava via le preoccupazioni. Ma qui non c'è acqua, solo sporco e ruggine. Lei ha distrutto tutto, mi ha portato via Shinji e ora è tornata. Solo Shinji è sparito, sparito per sempre, per colpa sua. Solo io sono rimasta, sola. Misato è come se fosse morta, non esce dalla sua camera, piange tutto il tempo, nemmeno quando morì Kaji si comportò così, forse perchè aveva ancora noi... ora non le è rimasto più nessuno da amare. Shinji morto, Ritsuko in prigione, Kaji morto, Pen Pen da Hikari, io... beh... non mangio da giorni, sono scappata di casa, avrò probabilmente dato lavoro a tutte le squadre di ricerca della Nerv... Forse no. Mi avranno già rimpiazzato, tanto sono inutile. Tasso di sincronia zero... non ho nemmeno la forza di morire... "Asuka Soryu Langley?..." Asuka è come in coma, sta immobile nel suo lettino d'ospedale. Dopo giorni di caccia, l'hanno trovata. Eccola lì. Fa spavento da quanto è magra e provata. Scusa... non è colpa mia. Non era giusto che accadesse questo. Lei avrebbe voluto restare, lo so. Non ha avuto altra possibilità. Lei ha dato la sua vita per lui, e lui ha scelto. Non è colpa di nessuno. Mi dispiace Asuka, vorrei parlarti, ma non credo che tu abbia voglia di parlare con me. Arrivederci. Lentamente, Rei si allontanò dal vetro che la separava dalla camera del Second Children, uscendo dall'ospedale. Tornò a casa, girò la chiave nella serratura, si levò le scarpe, accese la luce. Ordine... ordine... Merito suo. Non avrebbe mai cambiato niente, lei. Io non cambierò niente, non ce n'è bisogno. Vivo da poche ore, ma sono ossessionata già dal peso di un passato non mio, ma soltanto un fardello consegnatomi, e che dovrò consegnare alla prossima Rei, ampliato con le mie esperienze... Che stupidi, li alla Nerv! Credevano che le singole esperienze morissero insieme all'anima! Siamo tutte legate, per sempre. O no? No, ch stupida io. Loro hanno il potere di darmi un anima, e basta. Io la gestisco. Il mio è un miracolo, come quello che ha fatto scoprire la verità a... Si avvicinò alla scrivania, facendo scorrere le dita sulla lucida plastica del mobile, comprato a pochissimo prezzo, come aveva voluto la precedente inquilina. C'era nell'aria il suo odore, quell'odore di gioia, di speranza, di vita stessa, che la consapevolezza di essere un essere umano, di non essere più sola gli aveva dato. Sciocchezze. Ora non contava più nulla. C'era ancora un angelo libero, e un solo pilota. Lei. Prese una cornice, la stessa che Shinji aveva in camera sua, con la stessa foto, e si distese sul letto. Toccò la foto, la cornice, la prese in mano e guardò ancora la foto. Come era bello, ero venuta proprio bene li, indossava persino un vestito nuovo, diverso dal solito completo maglia bianca e pantaloni scuri, per quanto gli stesse benissimo. Ripensò a tutti i momenti che avevano passato insieme, da quando si erano conosciuti fino a quando l'altro giorno, prima di salire sull'Eva, si erano salutati con un freddo "Arrivederci", un saluto loro privato, che riportava alla mente tante cose... Una lacrima cadde sul vetro, alla quale ne seguirono altre... Ospedale. Noi piloti passiamo più tempo qui che in ogni altro posto. Questa stanza, è permeata dall'odore. Il loro odore, non certo il mio. Si, questa stanza odora come Shinji, in questo letto... Ogni cosa odora di Shinji... o di Rei. Come ogni oggetto o stanza della Nerv. Come se fosse stato ovunque e avesse deposto il suo odore, per costringerci a ricordare la sua scomparsa, una vendetta verso chi lo ama, ancora, di più. Quante volte avrà guardato questo soffitto? Sentito il caldo abbraccio della luce al neon? Pensato a Rei? Già, a Rei... io non contavo niente per lui, chissà cosa diceva di me ai suoi amici? Non mi importa, sono solo una fallita. Non ho nemmeno la forza di morire. Anche a me, non è rimasto più niente che può consolare il mio animo, nemmeno una persona che possa ora offrirmi conforto. Mamma...mamma...sto arrivando...mam...*

***


Oggi è la giornata adatta per andare a trovare i parenti. E' veramente la tipica giornata autunnale. Mi piacciono abbastanza queste giornate, anche se abbiamo troppi punti in comune: il rosso delle foglie che cadono ad esempio, e il freddo della brezza che porta le foglie via con se. Ecco mamma. I fiori sono ancora buoni, non sono ancora appassiti. Cambierò l'acqua, così è meglio. Si, via questi fiori, troppo smorti oramai e ecco qui il mazzo nuovo. Si, ora va già meglio. Non ho molta voglia di parlare con la mamma, del resto, dal giorno dell'incidente non ne ho mai avuta. Forse, quando avrò finito il giro... Se oggi sono qui è per parlare a una sola persona. E' la prima volta che vado a parlargli. Mi sembra così irreale. Lui come può sentirmi? Lui starà bene, tranquillo, in paradiso! Uno come lui non può che andare lì, me lo immagino, a chiedere scusa anche ai morti. Va beh, non sono venuta qui per prenderlo in giro. Eccola, una semplice colonna blu di mezzo metro, con una targa argentata con scritto il suo nome, data di nascita e morte. Proprio come la voleva lui. Alla Nerv non hanno badato a spese. Strano che persino suo padre sapesse come suo figlio volesse la sua ultima casa. Non credo che lui abbia parlato direttamente con suo padre, non sarebbe stato capace. O forse si? Negli ultimi tempi era deciso, sicuro, uomo. Da quando si mise con Rei. Che cosa può aver fatto quella ragazza a Shinji? Come è riuscita a cambiare in maniera così radicale quel ragazzo? Cosa le ha dato lei che non sono stata capace di dargli io? "Ciao S...hinji. E' la prima volta che riesco a parlare con te senza problemi, senza arrabbiarmi, senza doverti rimproverare per qualcosa, e mi dispiace solo che tu non possa rispondere, o anche solo sentire ciò che voglio dirti. Ti ricordi quando incominciammo ad abitare insieme? Già da allora sentivo in te qualcosa di particolare, che avevo già sentito, ma dalla persona sbagliata. Cercavo di fare del mio meglio per sentirmi meglio con me stessa, perchè te non sai ne hai mai saputo come ho vissuto io e cosa ho provato. Tua madre è scomparsa, la mia è impazzita. Si, impazzita. Sempre per colpa di un test su un Eva, lo 02. Che ironia, eh? Ti domandi come faccio a sapere di tua madre? Mi sono informata. Mi informo sempre sulla vita dei ragazzi che mi piacciono. Stupito? Se fossi vivo saresti già rosso come un peperone e avresti già iniziato a balbettare qualcosa di incomprensibile. Ogni volta che ti offendevo, lo facevo per farti reagire, per spronarti, per liberare la bestia sopita in te, legata, incatenata, furente per le costrizioni mentali che tu gli avevi imposto. Io sapevo che esisteva quella parte, ed è quella che mi piace di te. I tuoi sentimenti profondi, che te hai continuato fino alla fine a negare al mondo, agli altri, a me. Eravamo coinquilini, ma non mi hai mai detto cosa provavi per Rei, nella tua profonda ignoranza dei sentimenti femminili, non mi hai mai detto e non credo che tu non lo abbia fatto perchè sapevi che mi avresti ferito con una frase come questa, ma solo perchè avevi paura. Hai cercato la fuga estrema, ancora una volta, sei fuggito dalle tue responsabilità, verso te stesso, verso la tua ragazza, verso gli altri. Non hai pensato a ciò che hai distrutto con quel gesto? Non hai pensato a chi hai lasciato dietro di te? Non hai pensato a Misato, Rei, Toji, Kensuke, me? Perchè lo hai fatto? Cosa ti ha spinto a morire? Quale...""La conoscienza." disse una voce alle sue spalle. Sorpresa, Asuka si voltò e si trovò davanti Rei, non con la divisa scolastica, ma con l'abito regalatole da Shinji. "TU! Che cosa ci fai qui? Come ti permetti di origliare i discorsi degli altri?" "Sono venuta a trovare Ikari." "E basta, non dici altro? E' la mia presenza che disturba la fidanzatina modello? Non mi scandalizzo mica a sentirti elogiare il ragazzo o a piangere per lui. Oppure sei così fredda che non sei capace di dimostrare affetto neppure al tuo ragazzo scomparso?" "Io non sono come tu mi dipingi. Io non sono chi tu credi che io sia. Io sono diversa. Non sono la stessa persona. Ma te non potresti capire. Quello che c'era tra Rei e Shinji è sparito insieme a loro." "COME??? IO NON POTREI COSA????" "Esatto. Non hai la conoscienza sufficiente per capire. Se per favore potresti lasciarmi sola..." "Va bene, ti lascio sola. Ciò che dovevo dire l'ho detto, ma non credere che te la lascierò passare liscia!" Stava per andarsene quando una mano, fredda, le prese la sua mano, per poi appoggiarsi sulla fronte. Prima freddo, solitudine, vuoto. Poi calore, febbre, delirio. Calda, quella mano divenne da fredda a bollente. Asuka sentì come se qualcosa le fosse stato iniettato, ma troppo oscuro per essere capito. Avvertiva solo tristezza, non per la morte, ma per la vita. Seccata e intimorita, finalmente se ne andò, lasciando sola Rei davanti alla lapide.

***


"Ciao Ikari. E' tanto che non ci vediamo. Ti ho visto io per l'ultima volta su questa valle di lacrime. Sapevi già tutto, il cuore spesso illude. Hai seguito il tuo cuore. Poi ti ho sbattuto la realtà sulla faccia. Mi dispiace. Ma so che non è questo. Me lo dici tu stesso, la tua vita. Io sono diversa e particolare rispetto alle altre Rei, compresa quella che hai amato. Io sono un miracolo, un segno della potenza di Dio. Perchè io ho dentro di me anche i ricordi della Rei precedente, e anche i tuoi, o meglio ciò che lei riuscì a sentire quando apriste il vostro cuore a vicenda, nella più intima delle confidenze, nell'unione che ha sancito la tua crescita come uomo, l'ultimo gradino della scala, la scala di Giacobbe. Nonostante ciò non capisco. Ancora. C'è una zona oscura in ciò, in te. Sia in vita che in morte. Ho paura per me. Non capisco, chi devo essere? Lei, o me? E se scegliessi me stessa, chi sono? Lei lo sapeva, aveva trovato in te una ragione di vita. Aveva trovato in te la vita, e aveva capito cosa voleva dire vivere. Anche lei era salita su per la scala, non al tuo livello, ma aveva finalmente raggiunto il livello di un essere umano. Sia nel corpo che nell'anima, lei ha goduto della pace, ha trovato una risposta alla sua domanda. Ma io? Io che possiedo lei, e io che sono io, come mi devo comportare? Solo te sai rispondere. So che mi senti e che puoi rispondermi, la risposta è sempre stata in te stesso. Ogni tuo interrogativo trova risposta in te stesso. Aiutami ti prego. Io non sono una bambola... Io non voglio essere una bambola... Toccami! Toccami! Toccami!!..." Si accasciò sulla tomba, come una marionetta a cui il burattinaio ha tagliato i fili, distrutta, odiò il suo creatore, suo "marito", ma soprattutto se stessa. Caldo...Il suo tocco, così caldo... Come una febbre che piano piano si insinua dentro di me, e brucia dove non voglio, dove non deve bruciare! Shinji! Perchè ora lo vedo? Perchè lo sento? Come quando entrai in coma... Tre giorni dopo la sua morte... Sentii qualcosa di caldo, un conforto, una luce e poi... lo vidi nella mia mente. Mi sentivo in una specie di stato onirico, bianco, vuoto, libero, poi, il caldo, come una luce. Ho seguito la luce...ho seguito la luce... e l'ho visto...Bello, mi sorrideva, ma non potevo dire niente...poi mi sono svegliata. Sono a casa. Vuota. Come sempre. Misato non c'è. Shinji non c'è. Pen Pen non c'è. Nessuno c'è. Sola, anche io ora sono sola. Entrò in camera di Misato, e dopo aver cercato un po', trovò la cassaforte. La combinazione la sapeva, aveva spiato più volte Misato senza che lei si accorgesse di nulla, e sapeva bene anche cosa c'era dentro. Ciò che cercava. La sua redenzione. Con questa ritroverò la mia pace. Lui è fuggito.posso fuggire, devo fuggire anche io. Non piangerò, non piangerò. Anche lei si puntò la pistola alla tempia. Chiuse gli occhi e vide Rei, che gli porgeva le mani. Lei si avvicinò un poco, tese le braccia e......*

***


...La pistola cadde a terra, inutile, carica, inutilizzata. "No." disse. "Non ce la faccio. Non riesco a fuggire! Non riesco a fuggire! Non riesco a fuggire!!!" Le lacrime cominciarono a solcare finalmente il volto suo. Avevo promesso a me stessa che non avrei mai pianto. Eppure ora lo sto facendo...mi sento male...mi sento bene...non capisco...Mamma...mamma... Freddo. Una mano fredda. Caldo. Una luce calda. "Rei! Cosa ci fai qui dentro? Come sei entrata? Chi ti ha dato il permesso di...*" Rei, sola, in casa sua. Sul letto. Sobbalzò improvvisamente. "E' tornata. Shinji..." La figura che le stava davanti era un angelo. Nell'accezzione comune della parola. Ma questo messaggero aveva sembianze a lei note. Era Rei Ayanami. "Ciao Soryu." La sua voce era calda, avvolgente, tranquillizzante. Una sensazione di benessere pervase Asuka, sentiva in lei un qualcosa, una sensazione, un turbinio di emozioni che la rimescolavano tutta, ma non capiva perchè. "C...iao" Nonostante il benessere, quella apparizzione miracolosa e divina le incuteva timore. Aveva sempre odiato Rei, prima perchè la vedeva come una bambola nelle mani di Gendo, poi perchè per causa sua il ragazzo che amava si era sparato. "Sei turbata, non è vero? Lo leggo nei tuoi occhi. Ce l'hai con te stessa perchè non riesci a fuggire dalla vita? Capirai molte cose se verrai con me. Lui ti aspetta, non vede l'ora di rivederti.""Lui chi? Chi sei? Un angelo? Perchè non mi attacchi? Non sei Rei. Non sei Rei! NON SEI REI!!!!!!" La ragazza dai capelli rossi si avventò con tutta la forza che la disperazione gli dava contro quell'essere, ma a pochi passi, qualcosa la bloccò. Le sue parole. "Aspetta. Non avere paura. Capirai tutto a tempo debito, ma devi venire con me. Lui ti ha dato un privilegio, quello di poter accedere nel regno dei beati, da viva. Per poco. Per spiegare. Per sanare. Prendi la mia mano." Le sue parole, dolci, erano queste a colpire Asuka sollecitando sensazioni strane, colpendo punti che lei non sapeva di avere, confortandola, convincendola, calmandola. "Come posso fidarmi di te?" "Abbi fede. Mi hai già rifiutata una volta." Sentì il sangue gelarsi. Quell'immagine, Rei, le mani, la pistola...Lei aveva rifiutato la morte? Da sola? Impossibile. Non importa. Chiuse gli occhi, disse una breve preghiera, sentì nascere un'incredibile fiducia nel suo cuore, riscaldato da una voce. Strinse le mani di Rei nelle sue. Freddo. Come sempre. Aprì gli occhi, e la vide sorridere, per la prima volta. "Hai fatto la scelta giusta. Andiamo." Le piumose ali si spiegarono in tutta la loro maestosità, richiamando forze oltre l'umana comprensione. Un lampo di luce bianca, poi il nero vuoto. "Lei è andata via, e ha portato Asuka con se. Ora qui ci sono solo io. L'ultimo messaggero sacrificale, deve ancora arrivare. Non posso fare altro che aspettare. La mia vita è una videocamera. Ma da quale parte sono, io? Regista o attore? Regista. Sola. Ancora. E' doloroso stare qui, è doloroso stare ovunque. Che assurdità. Mi aspetta una via buia. Ma non ci sarà nessuna luna a illuminare il mio cammino. Sono pazza. Sto facendo sempre gli stessi discorsi. Non mi capacito più. Voglio uscire da qui, fuggire da tutto, ricominciare da capo. Usare le parole della gratitudine. "Per lei hai fatto questo. Per me, cosa hai fatto? Niente. Mi lasci qui a marcire! Stupido!" Ancora lacrime. Ancora singhiozzi. Sembra non esista altro per lei. Le giornate scandite dal vuoto e dal pianto.Tutto ad un tratto, si sentì bussare alla porta, poi una voce, calda, avvolgente, penetrante: "C'è nessuno?"

***


Questo posto...sembra casa mia, sembra Neo Tokyo 3... che sia stato un sogno? Che sia un sogno? Dove sono? Chi sono quelle persone... aspetta, forse le conosco. Si le conosco! "Mamma! Signor Kaji! Che ci fate qui? Perché non mi salutate? Perché non mi dite niente?" "Sono solo frutto della tua mente, del tuo cuore. Come tutto qui, del resto. Non essendo le loro anime qui, te non puoi interagire con loro." Rei era ancora al suo fianco. "Ma...la mamma, il signor Kaji... non sono..." "Non basta la morte. La morte è solo la liberazione del soffio vitale, delle animae. Quella di tua madre è nello 02. Quella del signor Kaji non è qui. O meglio, non ancora. Ma non credo tu possa saper di più." "...d...dove sono?" Una terza presenza si aggiunse, un caldo brivido che percorse il corpo di Asuka. "In un mondo fantastico, creato dalla tua mente, a immagine e somiglianza dei tuoi segreti più nascosti. Tale è il paradiso, dimora eterna per alcuni, semplice passaggio verso la vera vita, quella ambita da tutti, il ritorno all'Eden, ora aperto." "Chi sei?...S..hiji? Sei tu?" Il corpo del ragazzo, come se lo ricordava, comparve, coperto però da una bianca tunica. "Si, Asuka. Morto e risorto." Lei non badò alle sue parole. Per tre volte cercò di abbracciarlo e per tre volte abbracciò un ombra. "Siamo tutti solo animae, ora. Solo te hai un corpo. E' inutile, anche se io muoio dalla voglia di riabbracciarti." Sorrise benevolo, per aver ritrovato una dolce amica. Lei invece piangeva. "Perché allora mi hai lasciata? Perché hai lasciato tutti noi? Cosa aveva di speciale lei, chi è Rei Ayanami in verità? Chi è questa? Cosa...*.." Ancora una volta le parole le morirono in gola. Si accasciò ai suoi piedi, in un pianto liberatorio, in un pianto gioioso. Con pacatezza rispose: " Non sono fuggito. Ho fatto una mia scelta. Da uomo. Decisa. Ho seguito ciò che mi diceva il mio cuore. Avevo smesso da tanto di fuggire. Su quella terra, non c'era più niente che potessi o dovessi fare. Niente che non avessi già seminato. Il mio unico legame col mondo dell'Uomo era morto. Io ho deciso di seguire il mio destino. Sono salito sul mio Calvario. Io amo Rei. Quell'angelo, quel messaggero che hai accanto ora è Rei. Rei II. Rei è un clone. Un mostro. Un essere vivente a immagine e somiglianza dell'uomo creato con le cellule di mia madre Yui e di nostra madre Lilith.Ogniuna ha una diversa parte dell'anima. Solo questa era riuscita a ottenere l'anima intera. Quella che giace ora sulla terra è un'altra copia. Un altro clone. Anch'esso completo, solo perché segno della potenza di Dio. Perché custode di tre anime. " "Calvario...cosa significa tutto ciò? Non capisco..." Questa volta fu Rei a rispondere."Non hai ancora portato a maturazione il tuo frutto della conoscienza. Sei però sulla buona strada. Non ti preoccupare, fra poco sarà tutto chiaro. Il tuo ruolo e quello di Rei sulla Terra." Asuka si rivolse di nuovo a Shinji: "Continui a non farmi capire niente. Continui a farmi soffrire. Non capisci che io ti volevo bene? Che te ne ho sempre voluto?" "Si. Sono meno ingenuo di quanto tu creda. E lo ero anche allora. Non ti parlai di ciò che provavo per Rei per non farti soffrire, ma soprattutto perché non avevo le parole per descriverlo. Tu mi piacevi, Asuka. Ma non mi dicevi niente. Non riuscivo a capirti veramente, non riuscivo a rompere la tua maschera di finta sicurezza. Non riuscivo ad amarti. Rei invece... o Rei, Rei, Rei... in lei rivedevo me stesso, come avrei potuto essere se avessi continuato a odiare me stesso. La sua sofferenza era palpabile. La sentivo mia. Inoltre lei era più aperta, dietro la sua freddezza era più facile intuire la bellezza dei suoi sentimenti. Mi fu naturale, involontario innamorarmene." Le sue parole furono come un pugno per lei. Non aveva capito nulla. Continuava a non capire. Ma in fondo era ciò che lei aveva detto davanti alla sua tomba. Ma... a quale prezzo? Sentì mani, mani fredde, le sue mani fredde strapparle il cuore dal petto. Un urlo riempì le strade di quella città immaginaria, mentre lei correva via, piangente. "Asuka..." Aveva ferito un altra persona. Era riuscito a ferirla di nuovo. "Era ciò che voleva, in parte. Shinji, le parlerò io..." Tradita di nuovo.Anche da lui. L'unica persona per cui avevo provato qualcosa mi ha considerato come un...un niente. Un...brivido freddo. "Ayanami! Non seguirmi!" Si voltò ma non c'era nessuno. "Non scappare." Si voltò di scatto. "Ti avevo detto di non seguirmi!" "Stai calma, stai calma." "Come posso stare calma? Tu non sai cosa ho patito! Tu non sai cosa sento!" "Sei viva. Sei umana. Sei capace di provare emozioni. Sei capace di amare. Non sai cosa vuol dire patire. Non sai cosa vuol dire essere una bambola vuota. Non sai cosa vuol dire imparare ad amare soffrendo. Non sai cosa vuol dire odiare se stessi per il proprio passato. Sei sulla buona strada, però. Questa è la Rabbia. Ancora poco e potrai ritrovare Shinji." "Ritrovarlo dove?" "Capirai. Sulla Terra c'è qualcuno che imparerai ad amare. Lui ti spiegherà tutto. La risposta soffia nel vento, Asuka, la risposta soffia nel vento." Improvvisamente tutto si fece bianco...

Asuka si ritrovò di nuovo in casa sua, per terra, vicino alla pistola, vicino alla foto. "Che sensazione disgustosa", disse, cercando di alzarsi in piedi. Suonò il campanello. Appoggiandosi alle pareti e ai mobili, andò ad aprire. "Salve, devi essere Asuka Soryu Langley. Molto piacere. Io sono il Fifth Children, Kaworu Nagisa..."

Fine?