I GIORNI DELL'ALLUVIONE

Una grande alluvione ha colpito tra il 14 e 17 ottobre 2000 gran parte del nord Italia, in particolare la Valle d'Aosta, il Piemonte e la Lombardia. Questa pagina raccoglie alcune immagini (quelle che sono riuscito ad avere, ma cercherò di aggiungerne altre) di quei tragici momenti e delle conseguenze a lungo termine che hanno provocato.
 
PREMESSA: Sono consapevole dei danni e dei costi in termini di vite umane che questo tragico evento ha causato; questa pagina viene creata con l'intento di documentare l'avvenimento e non di spettacolarizzarlo, nè tantomeno di incrementare i passaggi a questo sito, passaggi di cui poco mi può importare dal momento che non ne traggo alcun guadagno nè in termini economici nè di prestigio personale nè professionale.

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Un altro sito contenente foto su questa alluvione è questo.

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Sezione I - Il Sesia.
Il fiume Sesia, che scorre nei pressi di Vercelli, in condizioni normali. La foto è stata inserita in questa galleria per far risaltare la drammaticità della situazione delle immagini che seguono.
Domenica 15 ottobre, lato nord del ponte ferroviario della linea Torino-Milano, ore 16 circa. L'acqua ha ormai sommerso i piloni per tutta la loro altezza, e ha accumulato contro di essi quintali di tronchi.
Lo stesso ponte visto dal lato sud.
Domenica 15 ottobre, dall'argine ovest del Sesia. Anche gli alberi sono ormai sommersi fino ai rami più alti, e il livello dell'acqua continua a salire.
Stesso giorno, dall'argine ovest del Sesia, a sud del ponte ferroviario. L'acqua sta ormai sommergendo anche i piloni del ponte stradale  della statale per Novara.
Poco dopo aver scattato questa foto, le persone che si erano raccolte sull'argine per osservare il fiume sono state allontanate per ragioni di sicurezza. Il ponte ferroviario e quello stradale stanno per essere chiusi; verranno riaperti solo parte del giorno dopo.
Lunedì 16 ottobre, ore 10 circa, ponte sul Sesia. Di ritorno da Perugia, sono finalmente riuscito a salire su un treno per Vercelli, dopo una sosta forzata ad Arese a causa della chiusura della ferrovia Torino-Milano (c'è da ringraziare Mara che mi ha ospitato quella notte). La foto è stata scattata sul ponte delle foto precedenti, nei pressi di Vercelli, da uno dei primi treni (forse il primo) che hanno potuto attraversarlo.
In lontananza, il ponte stradale della statale per Novara. L'acqua arriva quasi al livello delle arcate.
Minolta Dynax500si, 28mm.

Sezione II - Trino.
 
Lunedì 16 ottobre, ore 9.33, Trino. In quest'immagine mandatami da Davide Gastaldi il cartello di Via Plava affiora di poco dal fiume di fango che ha invaso da due giorni il paese.

DOPO L'ALLUVIONE
 
 
Una serie di foto scattate in Valle d'Aosta con una Minolta Dynax 500si con ottica Tamron 28/200 il 5 Novembre nei pressi di Pont St.-Martin (dall'autostrada) e vicino a Brusson, che mi sono costate una multa per essermi fermato sulla corsia d'emergenza.
Fotografato con una lunghezza focale di 200 mm., ciò che resta di un ponte della ferrovia Aosta-Chivasso testimonia la violenza della Dora.
Più avanti, un boschetto nei pressi dell'autostrada è stato parzialmente distrutto, insieme a tutto quanto lo circonda.
La corsia d'emergenza dell'autostrada è ancora ricoperta da uno strato di fango, mentre contro il guard-rail sono accatastati quintali di detriti.
Rimangono solo una voragine e l'arco di un ponte dell'intera massicciata della ferrovia, e anche un tratto dell'acquedotto è andato distrutto. 
Nel punto da cui è stata scattata la foto precedente, anche una parte dell'autostrada è stata distrutta, mentre i binari rimangono sospesi a mezz'aria, al di sopra di un mare di fango in cui già si comincia a lavorare.
I binari, privati della massicciata, sono rimasti ordinatamente appoggiati sulla terra per un lungo tratto.
Un particolare di una sezione mancante dell'acquedotto.
Anche due grossi tralicci dell'alta tensione sono stati travolti e abbattuti dall'acqua.
Era quasi buio quando è stata scattata questa foto di ciò che rimane di buona parte di un'area pic-nic attrezzata nei pressi di Brusson, invasa da centinaia di metri cubi di detriti. Alcuni tavoli e panche emergono dalla massa di fango e sassi ormai solidificata.

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