Associazione Fonopoli
Stiamo parlando della società dei nessuno, di tutti coloro che non hanno un nome e una voce legate alla notorietà dei mass media ma che ugualmente sentono la necessità di comunicare, parlare, scambiare pensieri ed emozioni. È proprio grazie a un ex-nessuno che adesso noi tutti stiamo cercando di bucare il muro di gomma che separa chi ha diritto alla parola e chi no. Renato Zero ha speso gran parte della sua vita di artista per dire a quelli che lo ascoltavano che esiste una possibilità per tutti; poi ha deciso di tradurre le sue parole in un progetto concreto, di farne case, strade e piazze aperte a tutti. Nella sua introduzione al primo libro uscito nella collana editoriale "Fonopoli - Parole in movimento", Alberto Bevilacqua ha parlato di "piccolo miracolo": proprio di questo si tratta, a pensarci bene. Non è un miracolo pensare che si possa lavorare, e lavorare bene, con un fine che non sia quello esclusivamente utilitaristico delle tirature e dei diritti d'autore? Noi ci vorremmo provare. Per due motivi. In primo luogo come casa editrice perché pensiamo che la ricerca e la divulgazione di nuovi autori e nuove idee sia precisamente il compito che si dovrebbe prefiggere l'editoria - e diciamo dovrebbe perché chi conosce il mercato editoriale sa bene quanto sia per dir così poco democratico - ed inoltre come persone perché abbiamo sempre amato le parole di Renato Zero, i suoi sogni, la sua caparbia capacità di scontrarsi con leggi sociali che appaiono immutabili solo finché nessuno prova a scardinarle dalla base. Nel nostro piccolo, anche noi ci abbiamo provato e ci proviamo. E quando abbiamo sentito parlare di Fonòpoli ci è sembrato di trovare in questo progetto una sorta di consacrazione ufficiale a quello che anche noi stavamo cercando di realizzare.

 

 

 

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