Lo schermo di ozono gioca un ruolo cruciale nel determinare il clima e la biodiversità della Terra1?

Lo schermo di ozono nella stratosfera, che filtra la maggior parte della radiazione UV, è anch’ esso un processo naturale e globale responsabile del clima e della biodiversità della Terra.
L’ozono stratosferico viene prodotto quando alcune molecole di ossigeno interagiscono con la luce e la radiazione ultravioletta (UV) che proviene dal sole. L’azione filtrante di questo “ schermo solare globale” ha permesso alla vita, negli ultimi 450 milioni di anni, di svilupparsi ed espandersi sulla terra ferma e negli strati superficiali dei sistemi acquatici.
Diverse misurazioni della concentrazione di ozono eseguite nella stratosfera in numerose stazioni dislocate in tutto il mondo hanno evidenziato che i livelli di ozono in inverno, nelle zone temperate e tropicali di entrambi gli emisferi, sono diminuiti del 5-15% negli anni ‘80, valori tre volte maggiori degli anni ’70. La terra ha perso globalmente una media di circa il 4% del suo strato di ozono di ozono atmosferico nel periodo compreso tra il 1979 e il 1994, gli scienziati prevedono che i livelli medi di ozono possano diminuire nei prossimi anni.
La causa di tale diminuzione è ascrivibile a dei composti chimici, conosciuti con il nome commerciale di Freon, i clorofluorocarburi (CFC), ed altri composti contenenti cloro ed altri alogeni. Mario Molina e Sherwood Rowland nel 1974 effettuarono alcune ricerche sui CFC e scoprirono che le bombolette spray, i condizionatori, i frigoriferi rotti e la produzione e la combustione di materie plastiche rilasciano in atmosfera i CFC.

  Seguiamo con attenzione il loro cammino:  i CFC non essendo solubili in acqua e non
reattivi chimicamente si muovono lentamente, in un periodo che va dagli 11 anni ai 20, attraverso meccanismi convettivi, turbolenze e correnti atmosferiche, dalla troposfera alla stratosfera.Nella troposfera i CFC sotto l’azione delle radiazioni UV si scindono rilasciando molecole di cloro altamente reattive che attaccano la molecola di ozono, staccando un atomo di ossigeno e lasciando una molecola di ossigeno, attraverso un ciclo di reazioni a catena con una velocità di distruzione dell’ozono stratosferico maggiore della sua capacità di riformarsi.
Ogni molecola di CFC può rimanere nella stratosfera per 65-110 anni e durante questo periodo ciascun atomo di cloro rilasciato da queste molecole può trasformare più di 100.000 molecole di ozono in ossigeno.
L’ assottigliamento dello strato di ozono, chiamato impropriamente buco dell’ozono, rappresenta una minaccia per l’uomo e per le diverse specie animali e per i produttori primari (soprattutto le piante), che sono la base delle catene e delle reti trofiche terrestri.

Dal punto di vista dell’uomo la diminuzione dello strato di ozono poiché permette alle radiazioni UV-A e UV - B di raggiungere più facilmente la terra provoca nell’uomo scottature, un maggior numero di cataratte e un aumento del cancro della pelle. A tal proposito l’Agenzia per la protezione dell’Ambiente statunitense ha stimato che l’assottigliamento dell’ozono che si è verificato negli anni ’80 e ’90 potrebbe determinare, nei prossimi 50 anni,12 milioni di nuovi casi di cancro della pelle e 200.000 morti in più dovuti a questa malattia, solo per quanto riguarda gli Stati Uniti.
Nel 1987, a Montreal, 36 nazioni hanno stipulato un trattato, conosciuto come Protocollo di Montreal, per tagliare le emissioni di CFC di circa il 35% tra il 1989 e il 2000. Nel 1990 a Londra e nel 1992 a Copenaghen i rappresentanti di 93 Paesi hanno firmato un protocollo per accelerare l’eliminazione dei gas che assottigliano lo strato di ozono. Questa cooperazione globale si è allargata poi a ben 165 Paesi e rappresenta un valido esempio di cooperazione internazionale per evitare una potenziale calamità a livello mondiale.

 
1 Sintesi della Sez. 11-6 del capitolo 11 “Riscaldamento globale e riduzione dell’ozono” pag.258-284, Scienze Ambientali di G. Tyller Miller. J.R.