Novità:
Vacche da latte: terapie omeopatiche nella cura delle mastiti,e
nel controllo delle cellule somatiche nel latte.
Suini: il sottoscritto ha effettuato delle prove sull’azione di
profilassi dei rimedi omeopatici nell’allevamento suino.
RIMEDI OMEOPATICI NELLA TERAPIA DELLE MASTITI BOVINE
Da diversi anni, propongo l'omeopatia, come terapia, nella cura delle mastiti bovine, ed ho avuto modo di osservarne l'effettiva efficacia, a volte,strabiliante.
Premetto che, purtroppo, finora, non ho effettuato delle indagini epidemiologiche propriamente dette, ma delle osservazioni dirette sull'animale trattato, senza il campione controllo.
Per spiegare meglio: (in modo molto stringato) la prova "campione- controllo" è una situazione in cui ad un campione si somministra una cura e ad un altro no, quindi si possono valutare le differenti reazioni nei due gruppi.
Questo tipo di studio è difficile da realizzare, ed è anche oneroso, ma è un modo scientificamente corretto per condurre delle sperimentazioni.
Nell'ambito della suinicoltura, attualmente, ho condotto un' indagine epidemiologica volta a verificare l'attività dei rimedi omeopatici sulle scrofe e sui suini nelle varie fasi del loro allevamento, lo studio ha dimostrato la possibilità di intervenire con terapie omeopatiche nell'allevamento intensivo del suino ed ha dato ottimi risultati.
Nell'ambito dell'allevamento bovino, invece, il mio approccio al problema finora si è rivolto a casi non risolti con i trattamenti tradizionali, l'allevatore mi interpellava dicendo: "Ho dei casi di mastite che non riesco a guarire", a questo punto proponevo la terapia omeopatica e stavo a vedere.
Un'altissima percentuale di animali trattati rispondeva in modo positivo e risolutivo, e a tutt'oggi i capi bovini guariti grazie all'Omeopatia sono moltissimi (nell'ordine del migliaio!).
Questa è la mia esperienza personale,supportata dall'entusiasmo degli allevatori che vogliono provare ad uscire dagli stereotipi dei soliti trattamenti e hanno l'esigenza (specialmente quelli che lavorano nel settore del biologico) di trovare nuove tecniche terapeutiche, che diano ampie garanzie di compatibilità con la richiesta attualmente molto sentita del " prodotto naturale".
Lo stimolo a continuare su una strada non facile, mi viene dalla convinzione sempre più radicata della potenza curativa dell'Omeopatia che ho avuto modo innumerevoli volte di costatare.
Io che all'inizio della mia attività di veterinario libero professionista ero un allopata convinto e strausavo i farmaci tradizionali, ora, sono sempre più convinto che la strada giusta per guarire è quella scoperta dal Dott. Cristiano Federico Samuele Hahnemann, fondatore dell'omeopatia, che affermava: "Scopo principale ed unico del Medico è di rendere sani i malati ossia, come si dice, di guarirli." E ancora: "Non esistono malattie, ma solo malati."
In linea con questa filosofia di pensiero, finora, ho riconosciuto solo l'Omeopatia.
Di seguito, inserisco un mio lavoro sperimentale, presentato come tesi al conseguimento della specializzazione in Patologia Suina presso l'Università di Medicina Veterinaria di Torino.
L’OMEOPATIA
NELL’ALLEVAMENTO INTENSIVO DEL SUINO
Nell’ambito
dell’evoluzione di una linea di comportamento comunitario, anche la
suinicoltura italiana si trova e sempre di più si troverà obbligata ad
aggiornarsi nei sistemi d’allevamento e nei modi in cui si propone al
consumatore.Le direttive della Comunità Europea alle quali dobbiamo adeguarci,
tendono a normare in modo rigido e restrittivo l’uso di farmaci attualmente
somministrati di routine negli allevamenti come promotori di crescita.L’opinione
pubblica, sensibilizzata anche da vari movimenti che basano il loro allarmismo
su ricerche effettuate in alcuni paesi U.E., dimostra di non gradire questi
trattamenti di massa con dosi sub terapeutiche di antibiotici e chemioterapici.Negli
ultimi tempi, in seguito anche alle varie vicissitudini che hanno caratterizzato
la storia recente della zootecnia, il consumo di certi prodotti alimentari di
origine animale ha subito un marcato calo, questo ha fatto comparire sul mercato
una sempre maggior richiesta di prodotti “alternativi”, tra questi,
l’alimento prodotto con il cosiddetto metodo “biologico”, ha segnato un
notevole aumento delle vendite.La C.E. regola in modo molto rigido la produzione
di alimenti “biologici” e in modo particolare, per quel che riguarda le cure
Veterinarie da usare in questo tipo di zootecnia, indica quali terapie da
prediligere, l’omeopatia.
L’OMEOPATIA
E LE SUE APPLICAZIONI IN MEDICINA VETERINARIA
Fino a qualche anno fa l’omeopatia era,
generalmente, poco considerata dagli operatori del settore Sanitario
Veterinario.Questa situazione si verificava anche se, paradossalmente, in
Medicina Umana l’uso di terapie Omeopatiche era largamente diffuso e
addirittura in alcuni stati i rimedi Omeopatici erano mutuabili.Nel 1992, il
D.Lvo n° 119 che regolava l’uso dei farmaci in Veterinaria recitava: “Le
disposizioni di questo decreto non si applicano ai medicinali omeopatici”, ma
nel 1997 (G.U. 5 aprile 1997 n° 79) il Legislatore ci ripensò e stabilì che
quello omeopatico era un farmaco
a tutti gli effetti.Intanto alcune officine farmaceutiche cominciarono a
produrre rimedi specifici per l’uso veterinario, e il loro uso iniziò a
divulgarsi.Oggi è abbastanza normale individuare allevatori di animali da
reddito che usano questo tipo di medicinali, soprattutto nella specie
bovina.L’inventore dell’omeopatia è C.F.Samuel Hahnemann, nato a Meissen
(Germania) nel 1755.Studia Medicina e si laurea nel 1779, oltre a praticare la
professione medica, si dedica alla traduzione di testi medici.Proprio durante la
traduzione di un testo che tratta dell’uso della corteccia di china nella cura
della malaria scatto in lui l’intuizione che sta alla base di tutta
l’omeopatia.Decise di fare una “sperimentazione”: assunse per un certo
periodo una buona dose di corteccia di china, e vide avverarsi quello che aveva
previsto.
PRINCIPI
FONDAMENTALI DELL’OMEOPATIA
Legge della similitudine:
una sostanza che produce sintomi in una persona sana, è in grado di curare
sintomi simili in un ammalato.Esiste il malato non la malattia, come sosteneva
anche Pasteur: il terreno è tutto i microbi non sono niente.L’omeopatia,
esprime una medicina vitalistica, ogni organismo è un sistema dinamico, che
continuamente si adatta, cercando di mantenere l’omeostasi. Finchè
l’energia vitale è integra, l’equilibrio si mantiene. Se l’organismo
subisce delle forti sollecitazioni (fisiche, chimiche, biologiche, ecc) il
perfetto equilibrio si rompe per un periodo più o meno lungo, e si sviluppano
dei sintomi più o meno forti, che si possono risolvere, oppure no, questo
dipende anche dal fatto che permanga la causa del disturbo. In omeopatia si da
molta importanza ad una giusta interpretazione dei sintomi, che sono la
manifestazione della malattia, ma, non sono la malattia!Si può essere malati
anche se non si è ancora sviluppato un quadro sintomatologico. La malattia è
lo squilibrio di un sistema, che supera la compensazione.Notevole importanza
assumono la qualità, e la quantità energetica dell’individuo, che svilupperà
sintomi maggiormente caratteristici, e chiari, quanto migliore sarà la qualità
energetica, e ancora, sintomi forti e vigorosi, quanto più ampia sarà la
quantità energetica.Bisogna quindi valutare nel giusto modo la reattività
naturale, cioè la capacità di ogni individuo di guarire da se, e la reattività
indotta dalla terapia omeopatica.Fondamentale importanza assume il grado di
squilibrio dell’individuo.Per la giusta valutazione di quanto soprascritto, ci
si avvale delle osservazioni prognostiche suggerite da J.Tyler Kent.In seguito
alla somministrazione di un rimedio omeopatico, potremo avere diverse possibilità:
2)
Lungo aggravamento, seguito da lento miglioramento finale, siamo di
fronte ad un caso ancora curabile da trattare con basse diluizioni
3)
Aggravamento intenso e di breve durata, seguito da un rapido
miglioramento, è il caso di una malattia acuta ben curata, la guarigione sarà
sicura e duratura
4)
Miglioramento istantaneo, senza peggioramento, vuole dire che non ci sono
lesioni profonde, il rimedio è quello indicato, ed è stato somministrato nelle
giuste dosi
5)
Miglioramento seguito da un aggravamento, può essere episodio di
soppressione, cioè abbiamo curato i sintomi e non la malattia, quindi il
rimedio, ha agito come palliativo, in modo superficiale, oppure il rimedio era
giusto, ma il malato incurabile
6)
Sollievo dei sintomi di durata troppo breve, potrebbe essere un caso
acuto, che esaurisce il rimedio in fretta, quindi occorrerà ripeterlo spesso,
oppure è un caso cronico con alterazioni strutturali che impediscono agli
organi interessati una risposta permanente
7)
Migliorano i sintomi, senza che il paziente ne abbia sollievo, in questo
caso il paziente è curabile solo in una certa misura a causa di strutturazioni
patologiche profonde
8)
Alcuni pazienti, sperimentano ogni rimedio che viene loro somministrato,
quindi svilupperanno tutti i sintomi del rimedio
9)
Riguarda l’azione dei farmaci sugli sperimentatori
10)Compaiono
nuovi sintomi dopo la somministrazione del rimedio, in questo caso il rimedio è
sbagliato
11)Ricompaiono
vecchi sintomi, indica che il rimedio è giusto, e la malattia è curabile, in
genere, i sintomi nuovi, scompaiono in ordine inverso rispetto a quello in cui
sono comparsi. I sintomi presenti svaniscono e vecchi sintomi continuano a
presentarsi. Può essere necessario ripetere il rimedio se i vecchi sintomi
ritornano e permangono
12)A
volte, i sintomi prendono la direzione sbagliata, cioè c’è un miglioramento
di un sintomo, ma se ne crea un altro più interno, ad un organo più
importante. Abbiamo cambiato livello alla malattia, dalla periferia verso il
centro, bisogna riconsiderare il caso
Oltre
alle osservazioni prognostiche di J.Tyler Kent, l’omeopatia si avvale delle
leggi formulate da Costantin Hering, medico tedesco, il quale ha enunciato che:
la guarigione procede dall’alto verso il basso (dall’avanti all’indietro
negli animali), dall’interno verso l’esterno ed infine, i sintomi scompaiono
in ordine inverso alla loro comparsa.E’ molto importante una giusta
metodologia e quindi una corretta diagnosi patologica, che ci permette di
distinguere i diversi casi clinici.Potremo avere casi che richiedono interventi
chirurgici, alimentari, manageriali, e anche casi inguaribili.E’ logico, che
in Medicina Veterinaria, trattando di animali da reddito, ha un senso
esclusivamente la cura di casi guaribili.Per valutare giustamente il caso, e
scegliere il giusto rimedio, ha molta importanza la semeiotica omeopatica, che
permette una giusta raccolta dei sintomi.Questi, correttamente interpretati, ci
indirizzeranno ad un giusto approccio al caso.Potremo osservare sintomi
eziologici, mentali, comportamentali, la modalità dei sintomi, sintomi
generali, sintomi locali e organici.A proposito di sintomi eziologici, bisogna
capire se c’è una causa scatenante, che può essere: alimentare, tossica,
climatica, traumatica, mentale, oppure ereditaria.Le modalità, sono importanti,
in quanto esprimono il miglioramento o il peggioramento di un sintomo in
determinate condizioni.I sintomi mentali e comportamentali, in omeopatia, sono
tenuti in grande considerazione e assumono un importanza fondamentale.I sintomi
generali, si distinguono in oggettivi e soggettivi, logicamente, in Veterinaria,
i secondi non possono essere presi in considerazione.Infine, i sintomi locali,
completano il quadro, e ci indirizzano verso la diagnosi.E’ comunque
importante, ricercare la cosiddetta sindrome minima di valore massimo, cioè
quel ristretto gruppo di sintomi, caratteristici, chiari, rari e peculiari che
identificano in modo sicuro il paziente e la sua patologia.In Medicina
Omeopatica, si fa spesso riferimento alle costituzioni, già anticamente, si
tentava di raggruppare gli individui in un numero limitato di tipi.Ippocrate,
divideva gli uomini in quattro categorie: il temperamento linfatico, il
sanguigno, il biliare, l’atrabiliare.In Italia un grande Medico
costituzionalista, il dott. Viola, divise gli individui in megalosplancnici
(brevilinei) e microsplancnici (longilinei), tenendo conto sia dei caratteri
esterni del corpo (arti, testa, ecc.) sia di quelli interni (dimensione del
fegato, reni, ecc.).Nebel, un Medico svizzero, studiò in modo approfondito le
costituzioni e le collegò all’omeopatia, riscontrando che certe costituzioni,
reagivano bene con certi rimedi, in particolare, individuò la costituzione
carbonica, sulfurica, fosforica, e fluorica.La costituzione è l’espressione
statica dell’individuo in equilibrio.Quindi, avremo il soggetto carbonico che
sarà tendenzialmente grasso, flaccido, basso, brachicefalo.Il sulfurico, dal
fisico possente, brevilineo, con arti corti, aggressivo.Il Fosforico:
longilineo, magro, astenico, gracile, dolicocefalo.Infine il soggetto fluorico,
soggetto distrofico, asimmetrico, con dentatura irregolare.L’insieme della
costituzione più il temperamento, definisce un biotipo che avrà una
determinata tendenza a manifestare la propria patologia in un determinato modo,
cosi che ogni rimedio esprimerà un biotipo.
FARMACOPRASSIA
E’
considerato rimedio omeopatico: una sostanza che possieda una patogenesi e che
sia preparata secondo le tecniche farmaceutiche omeopatiche.Per patogenesi si
intende: l’insieme dei sintomi ottenuti tramite la somministrazione della
sostanza in determinate diluizioni a soggetti sani per un certo periodo di
tempo, lo studio tossicologico, l’osservazione clinica.La sostanza (vegetale,
chimica, ecc.) è materia prima, fino a che non prende la prima forma liquida
(tintura madre), o la prima forma solida (triturazione madre), che sono la
sostanza base omeopatica.Dalla sostanza base omeopatica, si ottengono i rimedi
omeopatici, attraverso il metodo di diluizioni e dinamizzazioni Hahnemaniane
successive.I rimedi, prendono il nome latino della sostanza di partenza, o della
droga che la compone.Le dinamizzazioni seguono ogni diluizione e possono essere
succusioni ripetute nel caso di liquidi, o triturazioni della sostanza in un
mortaio, per un certo periodo, per le sostanze solide. Le tinture madri di
sostanze provenienti dal regno vegetale, vengono preparate facendo macerare
piante fresche o secche, in alcool.Le sostanze minerali, e organiche solubili,
vengono sciolte in acqua e alcool fino alla prima diluizione centesimale.Le
sostanze insolubili, vengono triturate con lattosio fino ad una dinamizzazione 3
CH, la 4CH, sarà la prima dinamizzazione liquida.Le sostanze provenienti dal
regno animale, sono: sia animali vivi e interi (Apis, Formica Rufa), sia animali
essiccati (Cantharis), sia sostanze tossiche, provenienti da animali, come
veleni (Lachesis, Vipera).Dette sostanze, sono triturate e macerate in
appropriato solvente, fino a raggiungere la prima diluizione centesimale.Tutte
le sostanze potenzialmente patogene, vengono sterilizzate prima della prima
diluizione liquida.Le dinamizzazioni omeopatiche, si distinguono in Hahnemaniane
e Korsacoviane, le prime, si ottengono tramite la diluizione e la successiva
succusione, usando sempre flaconi differenti.Le diluizioni Hahnemaniane, si
dividono in decimali (DH), centesimali (CH), e cinquantamillesimali (50LM).La
prima diluizione decimale D1, conterrà: una parte di tintura madre, e nove
parti di solvente, avrà cioè un rapporto di 1/10, la seconda, si otterrà
diluendo dieci volte la 1DH, e avrà un rapporto 1/100, o dieci alla meno due,
fino ad arrivare alla 60DH, che avrà una deconcentrazione di dieci alla meno
sessanta.Nella scala centesimale, la prima diluizione (1CH), avrà un rapporto
di 1/100, o cento alla meno uno, cioè, una parte di tintura madre, e
novantanove parti di solvente. La 2CH, conterrà una parte della 1CH, e
novantanove parti di solvente, e cosi via.Per le sostanze insolubili, si passa
alla fase liquida a livello della D8.
L’indagine
trova la sua necessità nell’individuazione di un nuovo sistema di profilassi,
da proporre laddove attualmente si ricorre alla somministrazione di mangimi
integrati, con additivi che non saranno più ammessi dalle direttive
Comunitarie.In tale contesto sembra corretto proporre delle terapie alternative
che oltre ad avere un impatto ambientale uguale a zero sia in fase di
produzione, che in fase di eliminazione del prodotto da parte del suino, non
comportano rischi di originare residui nelle carni e sono attualmente molto più
facili da gestire dal punto di vista legislativo (ricette, registri,
comunicazioni A.S.L.), il loro uso inoltre, contribuirebbe ad aumentare la
salvaguardia ambientale, argomento oggi molto sentito anche
dal consumatore.Altrettanto importante è l’opportunità
di trovare nuovi protocolli d’intervento da applicare nell’ambito della
produzione del “suino biologico”, produzione già di nicchia che ultimamente
è sempre più sentita, e voluta, sia dai consumatori sia dai produttori stessi.
Gli obiettivi della
sperimentazione sono:
1)
Contribuire al miglioramento della gestione dei periodi a rischio nelle
varie fasi del ciclo di allevamento suinicolo.
2)
Verificare l’efficacia e l’applicabilità della terapia omeopatica
nell’allevamento biologico.
3)
Diminuire i costi di gestione dell’allevamento, a seguito della
riduzione degli interventi con farmaci tradizionali.
4)
Mettere a punto nuovi protocolli terapeutici, applicabili
all’allevamento di tipo biologico.
5)
Aumentare la capacità del suino di reagire alle situazioni di stress
nella fase di svezzamento - magronaggio, e di conseguenza, ridurre la comparsa
delle patologie tipiche di questo periodo che individuano lo stress come causa
scatenante o concausa.
6)
Ridurre la percentuale di mortalità nella fase specifica analizzata
nella presente sperimentazione
MATERIALI
E METODI
Viene fatta una prima prova nel capannone denominato G3, all’arrivo i
suinetti sono 1212, a tutti i soggetti viene somministrato il rimedio una volta
sola, la permanenza inizia il 15/settembre/2000, e termina dopo 71 giorni di
soccidaAl termine della soccida i morti sono 37, equivalenti ad una percentuale
del 3%, il peso per capo all’inizio della soccida era di 13,3 kg, alla fine
della soccida 45,1 kg, quindi l’incremento di peso per capo è di 31,8 kg, e
l’incremento di peso giornaliero di 448 gr.
Nel capannone denominato G2, inizia
una soccida normale il 29/agosto/2000, all’arrivo i suinetti sono 1230, la
soccida termina dopo 65 giorni.Al termine della soccida i morti sono 95,
equivalenti ad una percentuale del 7,7%, il peso per capo All’inizio della
soccida era di 13 kg, alla fine della soccida 45 kg, quindi l’incremento di
peso per capo è di 31,6 kg, e l’incremento di peso giornaliero di 486gr.
Nel capannone denominato G3 inizia un’altra soccida normale il
23/novembre/2000, all’arrivo i suinetti sono 1210, la soccida termina dopo 69
giorni.Al termine della soccida i morti sono 120, equivalenti ad una percentuale
del 8,35%, il peso per capo all’inizio della soccida era di 14,9 kg, il peso
per capo a fine soccida è di 50,7 kg, l’incremento di peso per capo è di
35,8 kg, l’incremento di peso giornaliero di 518 gr.
Viene effettuata una seconda prova nel
capannone denominato G1, all’arrivo, il giorno 15/12/2000, i suinetti sono
1239, a tutti i soggetti viene somministrato il rimedio omeopatico una sola
volta, la soccida dura 62 giorni.Al termine della soccida i morti sono 68,
equivalenti ad una percentuale del 5%, il peso per capo all’inizio della
soccida era di 19 kg, il peso per capo a fine soccida è di 53 kg,
l’incremento di peso per ogni capo è di 34 kg, l’incremento di peso
giornaliero di 548 gr.
INDAGINE | 1°PROVA | 2° PROVA | ||||||
PRELIMINARE | TRATTATI | CONTROLLI | TRATTATI | CONTROLLI | ||||
IDENTIFICAZIONE CAPANNONE | G1 | G3 | G2 | G1 | G3 | |||
DATA INIZIO PROVA | 09/06/00 | 15/09/00 | 29/08/00 | 15/12/00 | 23/11/00 | |||
N° SUINETTI AD INIZIO PROVA | 1200 | 1212 | 1230 | 1239 | 1210 | |||
DURATA PROVA (GIORNI) | 53 | 71 | 65 | 62 | 69 | |||
N° SUINETTI A FINE PROVA | 1002 | 1175 | 1135 | 1171 | 1090 | |||
PESO PER OGNI SUINO A INIZIO PROVA | 12,7 | 13,3 | 13 | 19 | 14,9 | |||
PESO PER OGNI SUINO A FINE PROVA | 28,5 | 45,1 | 45 | 53 | 50,7 | |||
INCREMENTO DI PESO PER OGNI SUINO | ||||||||
A FINE PROVA | 15,8 | 31,8 | 31,6 | 34 | 35,8 | |||
INCREMENTO DI PESO GIORNALIERO | ||||||||
PER OGNI SUINO A FINE PROVA | 298 | 448 | 486 | 548 | 518 | |||
SUINI MORTI DURANTE LA PROVA | 198 | 37 | 95 | 68 | 120 | |||
PERCENTUALE DI MORTALITA' | 16,5 | 3 | 7,7 | 5 | 8,35 | |||
INCIDENZA DI SUINI MORTI | ||||||||
(n°morti/animali presenti all'inizio) | 0,11 | 0,03 | 0,08 | 0,05 | 0,1 |
IMPORTANTE: il dott. Biolatti risponderà esclusivamente a chi si identifica chiaramente (nome, cognome, indirizzo, n° telefono).
PER RAGIONI DEONTOLOGICHE IL DOTT. BIOLATTI NON EFFETTUA DIAGNOSI E NON CONSIGLIA TERAPIE VIA INTERNET. IL PRESENTE SITO VUOLE ESSERE ESCLUSIVAMENTE UNA FINESTRA APERTA AL DIALOGO RIVOLTA A CHI COME ME SI INTERESSA DI OMEOPATIA.
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