Il mito dell’Elendur Tilion

 

Si narra che, nel momento in cui Kronos si donò ai suoi figli, tutto il creato pianse la sua sofferenza per il destino che il Dio aveva riservato a se stesso. Le lacrime dell’Amon Ondor diedero vita alle sorgenti incantate del fiume Ithli; una pioggia di stelle cadenti rigò le gote del cielo; solo la luna, per orgoglio, non pianse e rimase ferma, immota, testimone degli eventi. Tuttavia, all’apice del dolore, impallidì. Da quel momento assunse il colore che chiunque può ancora oggi vedere ed ella, imbarazzata, decise di mostrarsi solo di notte, quando l’oscurità nasconde il suo chiarore. La stella madre, rispettosa del lutto dell’universo, celò il suo gioioso lume dietro il volto della luna ma all’ultimo momento, per offrire a Kronos l’estremo saluto, si sporse appena ed un raggio di luce illuminò i volti attoniti dei figli del Dio che, additando il cielo, fecero per la prima volta uso del verbo appena ricevuto gridando “Elendur Tilion”.

Da allora, coloro che più apprezzarono il dono di Kronos venerarono l’immagine che videro stagliata in cielo, chiamata ancora oggi Elendur Tilion, ovvero, la stella oscurata munita di corno. Al contempo, di rado,  la stella madre tiene vivo il ricordo di quel giorno nascondendosi per poco tempo dietro la sua luna.