KASPAR JODOK STOCKALPER

 

Kaspar Jodock Stokalper nacque a Briga nel 1609 in una famiglia già molto ricca di probabili origini italiane. La sua agiatezza gli permise di viaggiare in tutta Europa ed iniziare così a creare la base su cui impostare i suoi futuri commerci. Parlava correttamente cinque lingue e ciò lo aiutò moltissimo nei rapporti tra le varie corti europe. Aveva un giro d'affari che nel quinquennio 1665/1670 gli fruttò un reddito pari a quattro volte quello di tutto il Vallese. Il suo patrimonio è stato valutato pari a circa 840 miliardi di lire attuali, era proprietario di tutte le miniere del Vallese, e dava lavoro ad un totale di circa 5000 uomini. Quando scendendo dal Sempione si giunge a Briga, è impossibile non notare sulla destra un grande edificio grigio ornato da tre alti torrioni di vago stile orientale: quella era la sua abituale residenza nonchè magazzino e centro di smistamento delle merci dirette verso l'Italia o il Centro Europa. La maggior fonte di reddito era data dal monopolio dei traffici attraverso il passo del Sempione. Proprio grazie all'incremento di questi traffici la popolazione locale conobbe finalmente un periodo di prosperità, tanto che, anche nei momenti difficili, Stockalper fu sempre riconosciuto come benefattore dalla popolazione vallesana. I continui successi gli procurarono l'invida dei nobili politici vallesani che non potevano più competere con il suo tenore di vita e con la sua importanza come uomo politico. Riconosciutolo traditore lo condannarono ad una multa salatissima ed all'abbandono di tutti i suoi averi. Stockalper, partì in esilio volontario per Domodossola, dove fu ricevuto con tutti gli onori, e visse per 5 anni in esilio volontario. Tornò in patria nel 1685, dopo la morte di uno dei suoi avversari, e trovò la sua popolarità ancora immutata. Morì a 82 anni nel 1691. Le sue spoglie riposano nella chiesa di Glis vicino a Briga.

Questo è solo un brevissimo cenno sulla vita di questo prestigioso ed affascinate personaggio. Nella sua lunga vita non sempre si era comportato correttamente: parte del suo reddito derivava dall'attività di usuraio, ed un'altra grossa fetta del suo patrimonio era frutto del suo reclutamento di mercenari che poi metteva al servizio delle corti europee, ma bisogna anche riconoscere che aveva investito parte dei suoi guadagni in opere di carattere sociale: alcune chiese erano state ingrandite, a Briga aveva fondato un collegio maschile ed un convento, aveva inviato grano alla popolazione ossolana affamata da una carestia e tanto altro ancora.

 

PARTICOLARITA' DELLO STOCKALPERWEG

Il sentiero Stockalper (in tedesco Stockalperweg) collega la città di Briga, nel Vallese a Domodossola. Generalmente è suddiviso in 5 tappe tra Svizzera ed Italia ma offre la possibilità di variare la lunghezza delle tappe a seconda delle necessità di ognuno. Prendendo in considerazione la parte svizzera dell'itinerario, suddivisa in tre percorsi giornalieri per un totale di 35 km., abbiamo riscontrato delle particolarità molto diverse tra una tappa e l'altra. Il tratto tra Briga ed il passo del Sempione è quello in cui si riscontra maggior dislivello, ma è anche il più ricco di luoghi caratteristici e storici. Meritano menzione le Gole della Saltina: un sentiero (dotato delle opportune protezioni) scavato nella viva roccia che passa a quattrocento metri di altezza sul greto del torrente Saltina. Notevole anche il cambiamento che avviene nell'ambiente che passa dai dolci pendii del fondovalle alle asprezze alpine dei 2005 metri del Passo del Sempione.

Dal Sempione a Simplondorf o Gaby, a seconda della meta scelta, il tragitto si presenta in dolce pendenza effettuabile in circa tre ore e con parecchie "vie di fuga" in caso di cattivo tempo o di stanchezza: in molte occasioni occorrono pochi munuti per raggiungere la fermata del "Postale" sulla strada asfaltata. In questa tappa si passa vicino il caratteristico Alte Spittel, antico punto di sosta in parte adibito a residenza estiva della famiglia di Stockalper.
Tutto l'itinerario svela all'escursionista un paesaggio che rimane sconosciuto alla maggior parte delle persone. Infatti la strada asfaltata passa sotto i numerosi paravalanghe, per cui il panorama, come già detto, resta celato alla vista.



sopra: l'Alte Spittel con a sinistra le vecchie scuderie

Giunti a Simplondorf è consigliata la visita alla parte vecchia del villaggio e, sopratutto, all'Ecomuseo che ha sede in un'antica casa del 1400 sapientemente ristrutturata. Da Gaby, attraversato il Lagginia, un sentiero recentemente risistemato ci porta in mezzora alle rovine di un altro antico punto di sosta mai finito. I ruderi, tra i quali spiccano alcuni grossi massi squadrati, meritano senz'altro una visita: si può ancora vedere la pietra che era utilizzata come architrave della porta d'entrata e che reca incisa la data del 1676.

a sinistra: le rovine vicino a Gaby

 

La terza tappa, da Gaby a Gondo, si svolge in un ambiente che lascia senza fiato per la sua bellezza. La salita al Colle Furggu, che immette nella Zwischbergental (in italiano val Vaira), è costellata da molti alpeggi che sorgono in amene radure tra boschi di pini e larici. Dal colle stesso si ha una magnifica vista sulle montagne della zona, mentre nella discesa verso valle, si toccano pascoli nei quali occhieggiano antiche baite walser. In questa tappa, per gli escursionisti non troppo stanchi, è d'obbligo la salita al Seehorn, stupendo punto panoramico sulla conca di Alpjie dominata dalle moli del Monte Leone e del Breithorn con i loro ghiacciai. Sul fondovalle, prendendo la direzione di Gondo ed abbandonando la strada asfaltata in favore dell'antica mulattiera, si passa vicino alle rovine delle antiche miniere d'oro che erano di Stockalper, e che sono state utilizzate fino all'inizio del 1900. E' possibile la visita all'interno delle miniere: si può chiedere all'Ecomuseo di Simplondorf. L'itinerario termina a Gondo, dove proprio sulla piazzetta degli uffici della polizia di frontiera, si erge in tutta la sua maestosità, un altro magazzino di Stockalper, che i recenti eventi alluvionali hanno seriamente e forse irreparabilmente danneggiato.