Originalmente pubblicato in occasione della mostra di Isou presso l’International Center of Aesthetic Research di Torino nel 1964, il saggio di Tapié qui riproposto lo troviamo fra i tanti raccolti nel volume curato da Mirella Bandini per le edizioni Nike (Michel Tapié, Un art autre, Segrate 2002) del quale diamo notizia altrove sulle pagine di quest’anno.
Michel Tapié de Celeyran
Isidore Isou
, dodici ipergrafieStoria. Isidore Isou è il fondatore del Movimento Lettrista e il brillante retore della Lettera, dell'Hypergraphie, dell'Amplique e del Cisélant. Il Lettrismo propone un'arte poetico-plastica il cui elemento è la lettera, non importa quale, o il segno come pseudo-lettera: per l'Occidente è un processo apparentemente omologo a quello della calligrafia, mezzo tradizionale di comunicazione poetico-visuale dei paesi estremo-orientali. È infatti un tentativo lucido di calligrafia generalizzata.
Controcritica. Se taluni pensano che Isou abbia fatto male a spiegare e utilizzare un'estetica lettrista prima di giustificarla con una accumulazione di opere, essi hanno torto: il Lettrismo, come la Calligrafia, è un processo indiretto, altamente civilizzato, agli antipodi dello sperimentale istintivo volgarmente animale.
Estetica. Un orientale, prima di dare un giudizio di valore su una calligrafia, ne legge il senso letterale o, se lo stile è illeggibile, chiede aiuto a degli amatori di una gerarchia più evoluta... Il Lettrismo apre un tentativo collettivo di comunicazione artistica nozionalmente generalizzata e geograficamente universale: Isou, ben conoscendo ciò di cui si parla, lancia la presenza di una forza ineluttabile nell'alta tradizione della magia, diretta verso le zone più ambiziose del divenire della sensibità artistica.
Etica. Questa avventura è indefinitivamente costruttiva perché essa deve fare i conti con il Tempo, cosa che è in contraddizione, cinica e feconda, con l'entusiasta impazienza dei Lettristi che da più di venti anni aprono la via non di un "movimento " in più, ma dell'evento di una tradizione nel senso più disimpegnato, e più lucidamente gerarchico di civiltà.