Svisti dai vicini: Dorgan
Hyacinthe Dorgan Second
voyage en Italie, Marmande
1844
Savona 18 marzo 1840
...Oneglia non è molto
lontana da Monaco. Vi arrivammo
mentre i fedeli si recavano
alla benedizione che si tiene
nelle sere di quaresima. Gli abitanti della
costa genovese, quasi tutti
pescatori o marinai, sono profondamente religiosi...Il cattolicesimo ha qualcosa che gli
uomini non possono conferirgli, una potenza misteriosa in grado di soggiogare persino l'empietà. Gli altri culti
possono soddisfare il cuore, in parte,
ma quello lo colma, lo esalta, lo sommerge!! Tra pochi giorni
numerose barche, elegantemente addobbate e cariche di rami di palma, provenienti perlopiù dai dintorni di Oneglia e Sanremo, partiranno verso il porto di Ostia, con i pellegrini, da dove risaliranno il Tevere, fino
a Roma. Vi giungeranno alla
vigilia delle Palme. Una barca privilegiata
porta i rami che serviranno per la cerimonia in Vaticano. Fanno già i preparativi!
Più di una madre, con le lacrime agli occhi, prepara
il corredo di un bambino che parte per non ritornare più! È una fanciulla,
o un ragazzino, che va in cerca di un'altra famiglia in qualche convento, o a tirar su un po'
di soldi nella grande città. Il padre di Torlonia, si dice, era arrivato anche lui pellegrino su di una barca
dal golfo di Genova per vedere
Roma, dove cominciò a vendere
fiammiferi. Oggi il figlio, nella
stessa Roma, è duca ed uno dei
più ricchi banchieri d'Europa. Stasera ceneremo a Genova. Vi scriverò da quella città che già
conosco.
Genova, 19 marzo 1840
Corriamo per la città
da quando siamo arrivati. Abbiamo visto delle belle chiese. Se ne contano una quarantina (...) Quella di San Siro è senza dubbio la più notevole...Non
si resta sorpresi nel vedere
a Genova le chiese, i
palazzi e pure gli edifici pubblici e tutti i teatri costruiti
col marmo, quando tutte le strade ne sono pavimentate!...
Genova, che ho visitato più volte, è una città triste e silenziosa, benché molto affollata. Le strade per cui si sale e scende sono numerosissime,
molto strette e poco frequentate...La popolazione genovese non è cortese né elegante. La maggior parte dei popolani veste da marinaio e le donne si coprono con un mezzaro all' indiana a fiori grandi. Le più eleganti e le giovani soprattutto di domenica portano, per uscire, un mezzaro più ricercato. È una specie di velo bianco di mussolina che incornicia per così dire il viso!!
Degli scrittori hanno giudicato e detto male del carattere genovese. Come di tutti i popoli c'è
da dirne di bene e male. Ho
vissuto per un po' in mezzo
a loro. Mi sono convinto che
alcuni scrittori li hanno giudicati troppo severamente, accusandoli di essere il popolo più
ingannatore e più interessato d'Europa.
Siamo andati
in mare aperto per meglio godere dello spettacolo
di Genova che ha qualcosa
di maestoso...cullati dall'onda abbiamo considerato il vasto anfiteatro di case costruite sul fianco
della montagna...Le cime dei monti,
coperte di neve per sei mesi l'anno, le fanno come una bianca capigliatura, che ben si addice
alla vecchia regina dei mari,
che ebbe come Venezia i propri
dogi ed una
flotta invincibile. Ahimè, eccola oggi!
Dopo tanti secoli di prosperità, dopo tanta gloria,
è passata per dieci mani e ha smesso di essere città libera
diventando una semplice città del Piemonte(...) A dimostrazione di quanto i genovesi
amassero il dominio francese c'è il piacere,
l ‘entusiasmo che prorompono ogni volta che loro
parlano dei francesi(...)
Genova è piena di ospedali,
collegi e conventi. Vi si trovano religiosi
di ogni ordine che, dedicandosi alla religione e all'insegnamento, danno a questa città un carattere distinto per grandezza e maestà. I gesuiti vi dominano e detengono quasi in esclusiva l'educazione della gioventù...