Valentina Caserta
cotone a Genova:
mezzari e pezzotti, i “Voiles de Gênes”
Villa Serra di Comago,
Sant’Olcese/Genova, fino al
4 novembre 2002
La parola “mezzaro” nasce dall’arabo, da un
termine antico che vuol dire "coprire", ma questi grandi teli tipici
di cotone stampato testimoniano solo una piccola parte della straordinaria,
ricchissima storia artigianale della Liguria, regione che ha avuto per secoli
la tessitura al centro del proprio patrimonio culturale ed economico.
Ancora oggi, oltre che in un tesoro di manufatti antichi in gran parte
ancora da scoprire e troppo spesso dimenticati tra i corredi liturgici o nelle
soffitte, le raffinatissime lavorazioni tradizionali sopravvivono in due
laboratori a Zoagli e a Lorsica.
È un valore artistico conosciuto a pochi, ma da qualche anno
protagonista di rassegne importanti grazie alla sensibilità di enti pubblici,
musei e curatori.
Non a caso, una mostra sui tessuti è stata scelta per inaugurare il
recente restauro e l’apertura al pubblico di Villa Serra di Comago,
con la speranza di una nuova stagione per il ponente genovese attraverso la
nascita di un polo museale che valorizzi le molte
qualità ambientali dell’area, tra l’altro candidato ideale a diventare la
possibile sede di un Museo della Moda e del Tessuto in corso di ideazione.
I mezzari, e le tele di cotone in genere,
hanno da secoli un forte legame economico e culturale con la Val Polcevera: nell’Ottocento erano infatti un’importante
risorsa della zona, dove erano in funzione molte filande e stamperie e dove
operavano gli “indianatori”, soprannominati così per
evocare l’origine dei cotoni stampati.
La tecnica della stampa su cotone, che nel tardo Seicento faceva di
questi tessuti veri e propri status symbol dell’aristocrazia europea facendo
concorrenza alle stoffe seriche preziose, fu presto importata dall’India e
riprodotta anche in Italia, abbassando i costi di produzione ed ampliando
conseguentemente il mercato.
Così, i cotoni stampati per i grandi teli dei mezzari,
per i più piccoli “pezzotti” estivi, per la
confezione di abiti e "mandilli" (termine
genovese che indica i fazzoletti spesso accessori del costume tipico)
diventarono elementi di abbigliamento e arredo diffusi e tradizionali nelle
doti matrimoniali.
A Villa Serra sono esposti più di quaranta mezzari,
un panorama esaustivo dei disegni più comuni, che sono circa quattordici, anche
se il più conosciuto è l’albero della vita. Troviamo quindi schemi compositivi caratterizzati da grandi bouquets
centrali in stile occidentale, motivi a piccoli fiori orientaleggianti, navi,
minareti, scimmie e molti altri motivi più o meno complessi e antichi,
sviluppati nei secoli dalle manifatture liguri.
In mostra anche “pezzotti” e “mandilli” e antichi disegni preparatori, oltre ad oggetti
d’artigianato ispirati ai tessuti, come ceramiche antiche ed altri accessori, e
ad un raro abito in tela blu “de Gênes” (da cui il
nome “jeans”), tessuto del quale il capoluogo ligure rivendica la maternità
insieme alla città francese di Nîmes (denim).
Dopo la grande rassegna curata da Orlando Grosso nel 1933, questa è la
prima occasione per vedere in mostra un gruppo di mezzari
così ricco e composito, e per scoprire una nuova bella sede espositiva per la
città.
“Exibart”,
17 luglio 2002