Richard Lassels (1603 circa – 1668) sacerdote cattolico, fu per
cinque volte in Italia e dalle esperienze di questi viaggi trasse The voyage
of Italy pubblicato nel 1660 a Parigi, dove fu anche segretario
di Richelieu. Il suo libro fu la guida all’Italia più importante della sua
epoca.
Richard Lassels
Gonne genovesi
Richard Lassels Voyage
d'Italie 1682
Genova è una delle più ricche e
splendide città tra tutte quelle situate sulle rive del Mediterraneo: è
chiamata proverbialmente Genua la Superba,
e si direbbe che indossi sempre i vestiti della domenica.[...]Il
porto un tempo era pericoloso e sovente navi che erano sfuggite ai tanti
pericoli del mare venivano a morire proprio nel porto. Quando i Francesi erano
padroni di Genova non vollero che il porto fossero consolidato e fortificato,
temendo che in tal modo la città potesse rinchiuderli dentro; ma dacché essa si
è liberata dal giogo della Francia, vi è stato costruito un mirabile molo, ben
avanzato nel mare, che pone al riparo le imbarcazioni e dà più sicurezza.[…]
Gradevole da vedere è tutta la città, la maggior parte delle abitazioni è
dipinta all’esterno, tal che pare come se i loro arazzi e tappeti fossero stesi
nelle strade; in alto, le case hanno forma di gallerie aperte, dove le donne si
riuniscono per sbrigare faccende e si asciugano i capelli al sole, una volta
lavati, al fine di schiarirli.[…] Poiché le strade sono poco larghe, le abitazioni
sono parecchio strette ed elevate, prendendo in aria quanto non possono
prendere in terra. Insomma, potremmo paragonare Genova ad una damigella dalla
vita sottile, e che in tal modo appare più bella e fine, ma che a forza
d’essere stretta non è a proprio agio, non respirando liberamente [...]
Le signore di rango vestono
guardinfanti come le dame di Spagna, vale a dire quei verducati, quelle
armature, larghe quanto sono estese le braccia, con gonne tanto ampie e gonfie
da toccare in larghezza quasi quanto l’ altezza...Così capita sovente che due
donne, incontrandosi in strade d'ordinario molto strette, creino più intralcio
di due carrette cariche di fieno che si incrociano sul ponte di Londra: lo
stesso sono alquanto impacciate quando vogliono mettersi su una sedia o su una
lettiga, poiché non possono accomodarvisi che a metà e l’altra metà del corpo
rimane fuori. Mi stupisce che questa repubblica tanto soggetta a sospetto e
invidia non tema che le signore nascondano armi sotto le loro gonne e col pretesto
di presentare qualche petizione al Senato, riunito in assemblea, non commettano
un assassinio o provochino qualche disordine nella repubblica. Le donne con i
guardinfanti e le gonne larghe ed estese oltremisura somigliano a un mucchio di
fieno con due braccia e una testa: e se tale modo di vestire piace ai mariti,
perché le rende più visibili ed esse non possono entrar nascostamente in case
sospette, l'invenzione è simpatica. Diversamente è certo che l'abito d'una
donna costa sei volte più di quello maschile. Un gentiluomo genovese un giorno
mi raccontò come una signora genovese si servì abilmente del proprio verducato;
vedendo che suo figlio, nobile genovese, di circa diciotto anni e prigioniero,
era prossimo ad esser condannato a morte per qualche orrendo crimine, ottenne
il permesso di vederlo e, grazie ad un idoneo guardinfante in metallo, invece
che di stecca di balena, come d'abitudine tra le donne, accolse il figlio sotto
la gonna, aggrappato al guardinfante, uscendo con lui dalla prigione, aiutata
da due donne che la sostenevano, come le signore hanno costume di fare, e lo
portò nei suoi appartamenti dove senza levatrice gli diede per la seconda volta
la vita, e l'inviò in paese straniero, come a balia, e con tale astuzia, ella
salvò l'onore della famiglia. Quel verducato era un vero e proprio
guardinfante, poiché conservò la vita a suo figlio. In verità, detta stupore
una madre che partorì un figlio di diciotto anni; ma il figlio non corrispose
alla virtù della madre, benché ella lo avesse come partorito due volte.