Amélie Dewez

Vitalità in essenza

Marianne Van Hirtum: LA VIE FULGURANTE. Arbre de Diane, 2021

L'arbre de Diane ha appena ripubblicato alcuni testi di Marianne Van Hirtum (1935-1988) nella collana Les deux sœurs che "intende rivelare delle voci femminili".

Marianne Van Hirtum nacque nel 1935 a Bricniot (Saint-Servais, Namur) in "un luogo rinomato per le sue sorgenti e le sue fate". In condizioni di salute precarie, evitò la scuola prendendo lezioni private tenute dalle suore. Ben presto, se ne andò a vivere a Parigi, lasciandosi alle spalle un padre direttore di un ospedale psichiatrico e una madre bigotta.

Diceva di non avere nessuna professione, "nemmeno quella di artista", perché non gliene piace nessuna. Scriveva, disegnava, costruiva marionette.

A Parigi, frequentò Pierre Seghers e Jean Paulhan, che pubblicarono le sue prime poesie (1953 e 1956). Aderiì poi al movimento surrealista di André Breton, di cui disse: "Ci sono nata. Anche prima che nascessi, doveva essere incluso nelle mie vertebre, nelle mie cellule. Poi, siccome sono un essere di puro istinto, queste vertebre e queste cellule mi hanno portato a lui".

Marianne Van Hirtum visse come una "selvaggia di città" in un appartamento dove l'insolito regnava sovrano, con oggetti funerari deviati e animali inaspettati come i rettili. Morì a Parigi nel 1988.

La vie fulgurante è una raccolta di poesie pubblicata negli anni '70 e '80 da Rougerie che ci permette di (ri)scoprirla. È anche il quarto libro di questa collana riconoscibile per la sua tonalità che oscilla tra il viola e il fucsia (e che potrebbe benissimo essere ciò che la cartella colori Pantone chiama Purple Orchid).

I titoli di Marianne Van Hirtum  (l’hymne au grand parapluie, les lunettes incendiées, à la fontaine des démences, le cheval-arquebuse) così come i testi sono intriganti in quanto danno accesso a numerose e potenti immagini surreali. C'è un'energia, una linfa che circola e lascia un'impronta in mille rotture di colore, vicina a quella che proviamo quando guardiamo un po' troppo a lungo in direzione del sole.

 

Alla notte

Un incantesimo di prima mano

È succeduto alla notte

– di questa notte travagliata non parleremo.

Una notte densa

come il bruco fruttifero dei desideri

vergognosi di essere sempre se stessi

a controllo del cielo – che non è né blu né nero

ma un prisma accecante.

 

Affascinanti tigri che accendono la belladonna,

bestie fiorite di seta

allontanano da noi il pericolo

che è quello di esistere male

non essendo [...]

 

Ma ogni sera

un grande

animale di lana in groppa alle stampelle bussa

alla mia porta

con le lettere della notte.

 

Oltre ai testi, La vie fulgurante contiene sei disegni di Marianne Van Hirtum stessa. Disegni organici, etnici, che hanno qualcosa di arte primitiva (maschere e/o totem precolombiani forse) dove occhi e bocche spalancate si aggrovigliano per portarci su altri lidi. Quelli dei sogni?

La copertina de La vie fulgurante ci regala anche una foto, un ritratto dell'artista in quella che sembra la carcassa di un'auto. Sigaretta in bocca, fissa la telecamera. Sta per rivelarci come sarebbe una vita abbagliante? Tutte cose che rendono più vivi?. L'essenza della vitalità?

Le Carnet et les Instants, 03-2022