Jean Montalbano

Onda su onda

Richard Mainwaring: Onda su Onda. Dentro lo straordinario mondo delle frequenze. Codice Edizioni 2023

Suona scontato, leggendo di frequenze e vibrazioni, tra risonanze di buchi neri e sibili del vento marziano, avviare automaticamente la vecchia storia dei pianeti armonici, di Pitagora e Keplero, e così è per buona parte in quella ripercorsa (ed aggiornata sulle nuove carte spaziali tracciate dagli ultimi successi tecnologici) da Mainwaring: dove tutto risuona ovvero vibra l’invito è ad aprire le orecchie fino agli spasimi del percepibile, dal momento che, come dice il titolo originale, Everybody Hertz, ogni cosa esprime una frequenza. Semplificando ed introducendo il concetto di Piano Infinito, l’autore riporta le innumerevoli esperienze sensoriali al comune denominatore del gioco delle frequenze, vibrazioni e onde, e da qui, con l’aiuto della tastiera di un pianoforte infinitamente accogliente, alla dimensione musicale. Qui c’è posto per Gustav Holst e I Pianeti, per Richard Strauss convocato nell’odissea spaziale kubrickiana presso il monolito “intelligente”, per il segnale d’avvio “stonato” del Mac, per la mia presbiacusia: non sempre consonante, il movimento del mondo tuttavia traballante produce anche rumori infrasonici mentre il nostro corpo oscilla secondo frequenze tanto udibili quanto inudibili. Le frequenze in gioco in ogni aspetto della vita nostra e dell’universo coinvolgono il tempo stesso e se oggi le corrispondenze armoniche di micro e macrocosmo sono affare di astrologia e culti più o meno pagani, il nesso tra salute umana ed infrasuoni riesce a farsi spazio tra le pagine, nel ricordo degli storici legami tra infrasuoni ed occulto o tra limite inferiore di umana udibilità ed occulto. Tra grido primordiale e basso profondo, l'elemento inquietante e mistico evocato da un Berlioz o Musorgskij saccheggiando la zona bassa dello spettro di frequenze percepibili, con evocazione di immagini infernali o macabre, rientra in questo gioco compositivo di vibrazioni non sempre governabile, indirizzato a scuotere il corpo e turbare la mente. Anche qui con progressivi slittamenti: il canto armonico significativamente centrale nelle indagini di molti etnomusicologi, oggi viene coltivato in ambiti post new-age, per utilizzi meditativo-rilassanti, trascurandone le corde sinistre e minacciose (da un racconto di Robert Graves nel 1978 Skolimowski derivò un film sulla sfida mortale del grido, The Shout appunto, lanciata da una scheggia di sapienza aborigena al moderno manipolatore di musica ed effetti elettronici). Se pacifica è la sincronizzazione delle onde cerebrali di mamma e bambino per migliorare l'efficacia delle ninne nanne, inquieta il capitolo sulla frequenza di risonanza del bulbo oculare, a 18 Hz, causa di possibili allucinazioni. Meno circensi dell’accordo della cantante operistica in grado d’infrangere il calice di cristallo, i nostri bulbi oculari vibrano secondo certe frequenze che possono arrivare a compromettere la precisione ed accuratezza della visione. E l’iperventilazione, spesso collegata ad affanno, senso d’angoscia, attacchi di panico o crampi muscolari dipenderebbe, NASA dixit, da vibrazioni infrasoniche. Segnali e avvertimenti depositati sotto strati di precaria vigile razionalità. Silenziati i celesti cori angelici il novecento, secondo programma illuministico, non ha mancato di assegnare al cielo un destino polifonico di minacciosi ammonimenti in una ripresa biblica di documentata efficacia. Rilanciando il basso continuo delle cannonate, le sirene o trombe di Gerico piazzate sugli Stuka nazisti annunciavano e perfezionavano il terrore degli attacchi in picchiati ricorrendo a frequenze molto più efficaci dei tramandati shofar biblici suonati per abbattere le mura dell’antica città cananea.

Tanta è la centralità del ruolo di frequenze e vibrazioni nella vita sensoriale da spingere molti studiosi a definire vetusta l’idea dei cinque sensi, ipotizzando modelli alternativi di sette, nove o undici sensi, per meglio coprire lo spettro che va dai 50 Hz del sapore del pepe di Sichuan alla radiazione elettromagnetica di 450.000.000.000.000 Hz da noi visibile come luce rossa. Una tastiera tanto ampia che l’uomo, con le sue già ristrette capacità senzienti, fatica ad intercettare, figuriamoci governare, le "buone vibrazioni”. Entrare in risonanza, come si dice, può provocare disastri per la cui prevenzione vanno adottate buone regole come quella, ad esempio, che prescrive ai soldati inglesi in transito su un ponte di rompere il passo.