Carlo Luigi Lagomarsino

eroticamente scorretto

Adriano Scianca: CONTRO L'EROTICAMENTE CORRETTO. Bietti, 2017*

Adriano Scianca si è laureato in filosofia alla Sapienza di Roma. Giornalista, ha collaborato a "Il Foglio" e altri giornali. Scrive regolarmente per "La Verità". Adriano Scianca è il responsabile nazionale per la cultura di Casa Pound. Sulla carta sembrerebbe quanto di più lontano da me, ciò nondimeno come lui sono avverso all'eroticamente corretto e quel che scrive in Contro l'eroticamente corretto potrei largamente sottoscriverlo, dai processi intentati da supposte sovversive femministe contro il maschio (il "terrorista fallico") al conformismo della proclamata liberazione sessuale. Non nego che qui e là possa anche emergere qualche "tic fascista", ma francamente non ci ho fatto troppo caso, mentre ho fatto caso a una prosa coinvolgente, per nulla incoerente o brutale, condita da citazioni che avrei potuto usare anch'io e guidata da un ammirevole spirito critico che certo può portare Scianca da qualsiasi parte e difficilmente dalla mia. Casomai emerge un sentimento di virilità offesa più che un virilismo ideologicamente invasato.

Come ha ben sintetizzato Michel Onfray - un autore che pure è torrenziale e sono ormai abituato a prendere con le pinze - le teorie del "gender" esprimono "un corpo senza organi, l'aspirazione a una neutralità assessuata come quella degli angeli... Il gender è un nuovo puritanesimo". Scianca, che lo cita, non si muove fuori dal medesimo perimetro concettuale ma, argomentando a modo suo, non manca di portare ulteriore e convincente riflessività che solo le solite anime belle potrebbero sdegnosamente scartare impressionate dagli esigui dati biografici e culturali riportati nella bandella. Piuttosto, se queste anime sono davvero belle, dovrebbero riflettere sulla criminalizzazione - o, più precisamente, la disumanizzazione - di chi dissente dalle ingiunzioni che vengono dai gruppi del fanatismo omosessuale e femminista, accolte come indiscutibili verità dai sistemi istituzionali i quali arrivano a punire le convinzioni delle persone, sbagliate che siano, anche quando non portano a vie di fatto. "Se andiamo avanti di questo passo", ha scritto Massimo Fini, "finirà che non potremo più dir nulla, solo parafrasare la Gazzetta Ufficiale".

*Mi rallegro che un antico e travagliato marchio come quello della Bietti continui a essere presente nel panorama editoriale.

“Fogli di Via”, gennaio-giugno 2018