Riproduciamo il testo di un volantino
diffuso il primo maggio del
primo maggio comontista
1° MAGGIO: IL LAVORO NON SI FESTEGGIA. SI ABOLISCE. All'inizio
del secolo la brutalità del lavoro salariato e la logica spietata delle merci
diede il via ad appassionanti ammutinamenti anticapitalisti. Il proletariato
individuando il lavoro come fonte di tutte le sue miserie poneva in pratica
la sua distruzione. Oggi gli eredi degli artefici dell'annientamento
proletario nel periodo fra le due guerre (p.c.i., sindacati, etc.) spacciano
il lavoro come ultimo ritrovato ai mali del proletariato. Il dominio dei
burocrati-stalinisti è fondato sulla menzogna e non possono tentare di
conservarlo se non continuando a mentire. Attenti burocrati stalinisti! Il
volto ghignante del proletariato che risorge ridicolizzerà tutti i tentativi
di recuperarlo alla logica della merce e del lavoro. Sadico come dovrà essere
il Proletariato se la prenderà per primo con quelli che vogliono parlare per
lui senza essere lui. La liberazione dal lavoro è la condizione preliminare
per superare la società dei consumi e per l'abolizione nella vita di tutti
della separazione tra tempo di lavoro e tempo libero, settori complementari
di una vita alienata in cui si proietta all'infinito la contraddizione
interna della merce tra valore d'uso e valore di scambio. La concentrazione
capitalistica dei mezzi materiali e ideologici di produzione e al sua
distribuzione sociale si trova di fronte sempre più minacciosa
l'insoddisfazione crescente di tutti. La società del capitale promette, ma
non può mantenere. Non può mantenere alcuna promessa di felicità poiché il
suo fine stesso (produzione) ed i suoi mezzi (lavoro, etc.) sono chiaramente
oppressivi. I proletari stanno lanciando la sfida alla società e non per una
società diversa o migliore ma per l'abolizione di ogni società (intesa come
agglomerato di individui-merci retti da uno scopo ad essi superiore). La
felicità in armi esige di prendere il posto dell' infelicità oggi esistente.
La distruzione del dominio del capitale e dei suoi strumenti è l'unica festa
che il proletariato può desiderare. E' tempo di iniziare concretamente la
lotta per un 1° maggio permanente, cioè per l'abolizione del lavoro e del
tempo capitalista. CHI AMA IL LAVORO E' UN MASOCHISTA O SI CHIAMA CAPITALE L'ULTIMA INTERNAZIONALE |
In Ufficio di ricerche e documentazione
sull’immaginario (cui si può accedere dal frontespizio di questa circolare)
è riprodotto un altro volantino dello stesso gruppo