le voci che corrono

Claude Autant-Lara

> a cura di Maurizio Cabona, con i contributi di Alan D. Altieri, Michel Marmin e Aldo Tassoni, il caso Autant-Lara, Asefi, 2001

Quale sia stato il ruolo del Cinema nella diffusione dei modelli culturali (e nella creazione del consenso) per tutto il corso del XX Secolo è qui superfluo sottolineare. Ma il motto col quale Maurizio Cabona, critico cinematografico del "Giornale" e fine intellettuale accompagna questo suo ultimo lavoro (Hollywood contro l'Europa) offre certo l'occasione a molte coinvolgenti considerazioni. Tanto più interessanti se riferite al grande regista francese Claude Autant-Lara, morto centenario (ed emarginato) nel 2000, che della cultura e della cinematografia europea fu strenuo sostenitore e testimone.

Il libro:
Uno scontro di civiltà oppone l'Europa agli Stati Uniti. Claude Autant-Lara se ne rende conto fin dai primi anni Trenta, quando a Hollywood è involontario complice dei piani di occupazione del nostro immaginario collettivo. Regista poi di capolavori come Il diavolo in corpo, La traversata di Parigi e La ragazza del peccato, si oppone nelle fila della Cgt, il sindacato comunista, agli accordi che spalancano il mercato francese alle majors. Eletto nel 1989 al parlamento si Strasburgo, nel discorso di apertura dei lavori, come decano, lancia un appello contro la colonizzazione culturale americana, ma quasi tutti i parlamentari europei abbandonano l'aula: non vogliono ascoltarlo perché l'ha candidato Le Pen. Dimenticato, Autant-Lara muore nel 2000.

Gli autori:
Maurizio Cabona, saggista, è critico cinematografico del "Giornale".
Alan D. Altieri, romanziere e sceneggiatore, vive e lavora a Los Angeles.
Michel Marmin, sceneggiatore e saggista, è stato critico cinematografico del "Figaro".
Aldo Tassone, saggista, dirige il Festival France-Cinéma, e collabora alla "Repubblica" e al "Manifesto".

l'editore

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le avventure di uno spirito libertario in lotta contro la colonizzazione Usa

Uno spirito libero, anzi libertario. Anarchico, antimilitarista e mangiapreti. Anticonformista nel Dna - ereditato da un architetto dreyfusard, Edouard Autant, e da un’attrice della Comédie française, Louise Lara, pacifista nel 1917, quando tutti erano guerrafondai - e poi nelle scelte professionali e di vita: è Claude Autant-Lara, il grande regista francese morto nel 2000 a 98 anni, semi-dimenticato da tutti. Di più: addirittura boicottato, a partire dalla sua elezione nel 1989 al Parlamento di Strasburgo, semplicemente perché candidato di Le Pen e dunque totalmente inascoltato dai colleghi parlamentari nel suo accorato appello contro la colonizzazione culturale dell’Europa da parte dell’americana Hollywood, e non solo.
A riaprire Il caso Autant-Lara è ora un librino dall’omonimo titolo, curato da Maurizio Cabona con testi di Alan D. Altieri, Michel Marmin e Aldo Tassone (Quaderni Terziaria, Asefi editoriale, pagg. 175, lire 17mila), che non rende soltanto giustizia al regista … ma semina anche molti dubbi su certi facili conformismi ideologici tesi a neutralizzare chiunque sia e voglia rimanere, per lucida scelta, diverso: cioè non etichettabile né assimilabile.

"il Mattino", 28 giugno 2001

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