Il seguente articolo di Maurizio Cabona è la traduzione di
quello apparso sul fascicolo estivo di “Images du monde”, supplemento a “Point de Vue” settimanale diretto da Adélaïde de Clermont-Tonnerre
Maurizio Cabona
la Mostra di
Venezia ai blocchi di partenza: storia del festival e del suo rapporto con l’ultimo doge
Già settanta volte il suo tappeto rosso
d’eleganza e follia si è srotolato sulle rive della laguna. La Mostra del
cinema di Venezia – la LXXI edizione si aprirà il prossimo 27 agosto – è uno
degli eventi culturali più importanti del mondo, dove i film sono presentati
senza censure e in lingua originale. Ma questo festival è nato da esigenze
commerciali. Infatti la leggenda della Mostra si confonde col destino di un
veneziano che ha elettrificato mezza Italia.
Magnate della finanza, Giuseppe Volpi possiede allora l’Hotel
Excelsior e il Grand Hotel des Bains al Lido. Ma nei primi anni ’30 i tempi
d’oro di questi magnifici palazzi sul lungomare paiono lontani. Col crollo in
Borsa del 1929 e la crisi economica seguente i ricchi americani disertano
Venezia. Occorre farli tornare. L’altra difficoltà, stavolta per l’intero
Paese, è che il cinema ha imparato a parlare. Una brutta notizia per l’Italia,
fino ad allora primo produttore di film muti dopo gli Stati Uniti, incluso un
capolavoro come Cabiria di Giovanni Pastrone (1914), con
didascalie di Gabriele d’Annunzio, successo mondiale che a Hollywood ha
influenzato D.W. Griffith e Cecil B. DeMille. L’avvento del sonoro ha invece
messo il cinema italiano nei guai. Primo festival internazionale del
cinema, la Mostra ottiene il sostegno delle autorità. La prima edizione si
svolge sulla terrazza dell’Excelsior. Non c’è ancora il concorso. Il primo film
della storia della Mostra è proiettato la sera del 6 agosto 1932: Il
dottor Jekyll di Rouben Mamoulian. Subito dopo, grande ballo nel
salone dell’Excelsior. Altri film di quella prima edizione sono diventati
classici del cinema: Proibito di Frank Capra, Il campione di
King Vidor, il primo e inimitabile Frankenstein di James
Whale, A me la libertà di René Clair. Le star restano però gli
attori. Il successo della Mostra supera le attese. L’evento attira nelle sale
oltre venticinquemila spettatori, giunti per ammirare Greta Garbo, Clark Gable,
Joan Crawford, Vittorio De Sica, l’immenso Boris Karloff, divenuto celebre nel
ruolo del mostro. Il successo porta con sé gli scandali. Nell’agosto 1934,
sempre sulla terrazza dell’Excelsior, la prima proiezione di estasi di Gustava
Machaty ne è un esempio. Sullo schermo una ragazza correva nuda nei boschi.
“Pornografia!” per L’Osservatore romano... Mussolini si fece
mandare subito il film a Roma. Dopo averlo visto non nascose l’ammirazione per
le forme e il talento dell’attrice: scandalo finito. Rivestita, lei raggiungerà
il Duce a Roma e, dopo, Hollywood, dove sarà nota come Hedy Lamarr. Il
produttore Louis B. Mayer, che voleva farne la nuova Garbo, la definiva “la più
bella donna del mondo”. Nel 1935 il jet-set ancora non
esiste. Ma cominciano a essercene i presupposti. I viaggi sono ancora
un’avventura e sono rare le personalità internazionali. Il conte Volpi ha avuto
l’idea di trattare con le Ferrovie lo sconto sui biglietti andata-ritorno per
Venezia durante la Mostra. Nasce il turismo popolare. E gli spettatori
arrivano. Ma i divi vengono da molto più lontano. I treni americani mettono
cinquantasei ore per attraversare il continente da Los Angeles a New York. Qui
ci si imbarca sul transatlantico Rex, il più veloce del tempo: cinque giorni di
navigazione fino a Genova. Da qui altre cinque ore di treno fino a Venezia!
Pochi divi accettano questo semi-periplo del globo. Ma Greta Garbo non esita a
farlo per sostenere il suo “Anna Karenina” alla Mostra. A Venezia incontra
Joséphine Baker, ancora poco conosciuta e che il conte Volpi ha invitato in
seguito al successo parigino del suo spettacolo.
Da parte sua Marlene Dietrich arriva alla Mostra nel 1937 senza
nessun film da presentare. Sul prato dell’Hotel des Bains, in un pomeriggio
assolato, lei trascina la malinconia e sembra chiedersi: “Che cosa ci faccio io
qui?”. La risposta giunge e il sorriso le torna quando le si rivolge il
romanziere Erich Maria Remarque… Particolare divertente, anche Jean Gabin, che
sarà il suo amore per otto anni, partecipa alla Mostra del 1937. Vi presenta
“La grande illusione” di Jean Renoir, regista ufficiale del Partito comunista
francese. Il conte Volpi è un diplomatico, non un ideologo. Non solo “La grande
illusione” è ammesso alla Mostra, ma vince un premio, inventato per l’occasione
dal conte Volpi in persona. Dopo l’estate 1942, l’età d’oro della Mostra
declina. Più povera che nell’anteguerra, l’Italia del Dopoguerra perde il conte
Volpi nel 1947. L’anno precedente, la Mostra – sospesa dal 1943 – riprende senza
di lui e orientata a sinistra. Ma nel settembre 1951 il presidente del
Consiglio, Alcide De Gasperi, rende omaggio ufficialmente all’ideatore della
Mostra. Manda al Lido il sottosegretario Giulio Andreotti a porre all’ingresso
del palazzo del cinema una testa di bronzo raffigurante Giuseppe Volpi. Vi
partecipano l’Aga Khan III, Barbara Hutton, Gene Tierney, la viscontessa di
Ribes, Jacques Fath, il conte Armand de la Rochefoucauld, Lady Diana Cooper,
Orson Welles, Gala Dalì, il barone di Chabrol, Desmond Guinness, il barone di
Redé, Fulco di Verdura, la duchessa del Devonshire, Hélène Rochas, i pittori
Fabrizio Clerici et Leonor Fini. Il costume di Salvador Dalì è disegnato da
Christian Dior; quello di Christian Dior è disegnato da Salvador Dalì. Si nota
un’assenza in questa festa memorabile, quella del duca e della duchessa di
Windsor, che non hanno accettato l’invito di Carlos de Beistegui. Ma vengono
spesso a Venezia, ospiti di Nathalie, vedova di Giuseppe Volpi, madre di
Giovanni, nato nel 1938. E’ lei a continuare la tradizione delle feste date
durante la Mostra. Nel 1967 Fiona von Thyssen, ombelico al vento, vi
appare, memorabile. Si disputa la palma della bellezza e dell’eleganza con
Capucine, già indossatrice e diva del momento. Nel 1968 c’è Aristotele Onassis,
non ancora sposato con Jacqueline Kennedy. Contende il primato a Richard Burton
e a Elizabeth Taylor, entrambi abbastanza allegri… Vent’anni dopo, nell’agosto
1989, un’altra regina d’eleganza fa una delle prima comparse alla Mostra al
braccio del principe Dimitri di Jugoslavia, nipote di Umberto II, l’ultimo re
d’Italia. Alla tradizionale festa di palazzo Volpi, Dimitri è accompagnato da
una ragazza italiana espatriata a Parigi, che ha un immediato successo. Si
chiama Carla Bruni…