Wolf Bruno
triste America
Michel Floquet: TRISTE AMERICA.
Neri Pozza, 2016 | Thomas E. Woods Jr.: GUIDA POLITICAMENTE SCORRETTA ALLA
STORIA DEGLI STATI UNITI D'AMERICA. D'Ettoris,
2016 | Noam Chomsky: CHI SONO I PADRONI DEL MONDO. Ponte alle Grazie,
2016
Lo stemma della Colonia
di Massachusset Bay rappresentava un indiano dalla
cui bocca usciva un filatterio con su scritto "venite ad aiutarci".
Si era nel 1629, si sa come sarebbe andata a finire. Già John Quincy Adams si riferì ai pellerossa come a "quella
sfortunata razza che noi sterminiamo con spietata e perfida crudeltà". E
il peggio non era ancora avvenuto. Thomas E. Woods Jr., con una certa
sfacciataggine, pretende adesso di salvare ogni aspetto oscuro, per non dire
ributtante, della storia americana riscattandolo alla luce - come vuole la
collana di Regnery dove l'originale è inserito - del
"politicamente scorretto", ormai un viatico di comica vacuità
esattamente come il suo contrario. Se poi tutto si riduce all'annuncio
dell'infallibilità repubblicana, variante americana di quella papalina,
l'inevitabile risata potrebbe accompagnarsi al tiro nel cestino della
spazzatura, ma solo perché i libri non si bruciano.
Woods, un erudito del Mises Institute, è un convertito
cattolico che meglio aveva fatto in una vecchia raccolta di saggi pubblicata da
Cantagalli nel 2007 dove difendeva la Chiesa da certe
usuali accuse riuscendo perfino convincente. Ma se si vuol fare troppo i furbi,
il lettore non vuole esser preso per scemo.
Meglio, molto meglio,
risollevarsi col vecchio Chomsky, che poi non è così prevedibile nemmeno quando
si avesse la sensazione di rileggere un testo già letto. Si sa come procede,
senza troppe astrazioni, ma, soprattutto disquisendo della politica
internazionale degli USA, quando parla di cosa c'è dietro la facciata degli
strombazzati ideali democratici - vale a dire le carneficine ammantate dalla
retorica del "destino manfesto" - sa quel
che dice e lo dice - lui linguista - senza far ricorso a quelle piccolezze
semantiche - il politicamente corretto o scorretto che sia - che illudono certi
vanitosi convenzionali di esser finalmente approdati al campo
dell'anticonformismo.
Al di là dei profili autoriali e delle soddisfatte sortite della personalità,
una persuasiva risposta alle certezze di Woods la dà già nel sottotitolo il Triste
America di Michel Floquet: "il vero volto
degli Stati Uniti". E non è una semplice battaglia di titoli (e oltretutto
non so se il suddetto sottotitolo sia presente nell'originale francese). Floquet prende in esame vari aspetti degli USA - dalla
guerra, ai nativi, ai neri, alle speculazioni finanziarie e ambientali - non
senza amarezza (ricordate l'America Amara di Cecchi?) ma con la
convinzione dei dettagli e la forza del genuino giornalismo di inchiesta.
Mi limito a segnalare il
capitolo sul cibo (gastronomia è parola grossa). Gli americani, in specie
quelli che conoscono il mondo, sono consapevoli della pochezza dei loro
prodotti e della loro cucina. Il 90% delle insalate consumate negli USA viene
dalla California, per cui le si chiede di sopportare i giorni del trasporto in
un paese immenso, non di esser buone. Così l'appariscente frutta dai colori
squillanti e l'assenza di gusto. Quella delle carni poi - che un tempo si
diceva conferissero più vigore e prestanza fisica agli americani rispetto agli
europei - è una situazione incredibile. In tutti gli Stati Uniti, dove quattro
compagnie controllano oltre l'80% del mercato, non esiste più di una dozzina di
macelli (in North Carolina c'è il più grande del mondo, ma le dimensioni degli
altri sono poco da meno). Se un bacillo si intrufola in uno di questi giganti
tutti gli USA si ammalano. Una catena di fast food,
in un ambiente lindo e climatizzato, offre pasti completi a buon mercato (3
dollari). Quando le infrastrutture, le spese ordinarie e la rilevante massa
umana che vi lavora sono state pagate cosa resta per il cibo?
“Fogli di Via”, marzo-luglio
2017