Mariella Navale De Bernardi
Amelia Tonolli
e l’emigrazione italiana in Cile
Ogni scritto che contenga elementi autobiografici è un atto di coraggio e come tale dovrebbe essere letto con interesse e rispetto, anche perché è testimonianza storica di un luogo, di un tempo e quindi dell'umanità tutta, perché come insegna la microstoria non solo i fatti grandi ed eclatanti descrivono il percorso umano.
Ecco dunque Come una straniera di Amelia Tonolli (Tigulliana, 2018, pp. 337, € 13), storia di una persona, di una famiglia in un momento non certo facile da vivere del secondo dopoguerra. E questa volta non si tratta di un ambiente del profondo sud afflitto da analfabetismo povertà e ignoranza. Si è infatti nella zona montuosa del nord est, in una regione di solito oggetto di scarsa attenzione.
Si tratta di una famiglia che potremmo definire di piccola borghesia, svolgendo il padre il dignitoso incarico di segretario comunale, ma dieci figli non sono pochi da crescere educare instradare nella vita. Dieci figli? Il pensiero va subito alla moglie madre che ha il vero carico della famiglia sulle spalle, l'eterna sfruttata il cui lavoro è difficilmente quantificato e valutato.
Si presenta la possibilità di emigrare in una terra che viene presentata come ricca e piena di occasioni per migliorare la condizione ai limiti della povertà nella quale la famiglia sta vivendo, e il padre, che forse legge un po' troppi libri e si affida più ai sogni che alla realtà, coglie la palla al balzo per vivere e far vivere ai suoi un'avventura che si rivelerà amara e deludente.
Protagonista è Ottavia che a soli sette anni vede crollare i suoi sogni ad uno ad uno di fronte a una realtà che le fa rimpiangere la vita che ha lasciato in Trentino: nel Cile dove la famiglia è ormai costretta a vivere la terra è arida , bruciata dalla siccità, priva di alberi (tranne i rari eucalipti), impossibile da coltivare. Persino l'acqua manca per i bisogni quotidiani.
La madre è sempre presente per offrire ai figli quanto è necessario per la sopravvivenza ma le sue cure sono condite di pessimismo e amarezza: non vuole che si facciano illusioni né sul presente né sul futuro. Il padre, egoista, incosciente e irresponsabile, sempre in cerca di libri e di compagni per giocare a scacchi mentre il resto della famiglia fatica a cercare il pane quotidiano, è però colui che riesce a dare ai figli un raggio di sole attraverso letture (Il piccolo principe) o l'ascolto di qualche aria di opera.
I ragazzi affiorano uno per uno a poco a poco, all'inizio sono solo dei nomi perché l'autrice non li presenta, fa entrare il lettore per così dire ex abrupto nella narrazione, nella vita della famiglia e pian piano acquista ciascuno una sua appena accennata personalità.
La piccola Ottavia impara ad affrontare a sue spese le difficoltà, vive in silenzio le sue angosce, sopporta con sofferenza il difficile e conflittuale rapporto frai genitori. In lei sono sempre vivi il rimpianto per la terra lasciata e il desiderio di ritornarvi. Il lettore soffre nei momenti più drammatici (un tentativo di stupro sventato per un caso fortuito, la straziante morte di un giovane amico che unico le dimostra affetto e simpatia).
Anche gli animali occupano un posto di notevole importanza sia in quanto esseri utili alla sopravvivenza, ma anche oggetti di grande affettività da parte della bambina.
Dopo aver vissuto con Ottavia i dieci anni di faticoso adattamento alla vita in una terra disperata e inospitale, siamo incerti se non sia meglio per la giovane ormai adolescente restare nella desolata terra straniera che tanto l'ha fatta soffrire o tornare in una “heimat” che è diventata mito nel ricordo e forse non risponderà più nella realtà a quel sogno.
Tutto questo esposto in una scrittura semplice, diretta, sempre paratattica.
Ancora uno sguardo al titolo Come una straniera. Straniera nei confronti di chi? Della terra sconosciuta e ostile? Della terra d'origine ormai diventata anch'essa estranea? O forse addirittura della vita stessa che si presenta quasi sempre faticosa e deludente?
Solo l'autrice potrebbe dare una risposta.