Pubblicati
con altri pensieri in appendice ai Racconti fantastici (Treves & C., 1869) questi dedicati al femminino ci fanno rimuginare
sul verso che il grande scapigliato monferrino prese
nel suo capolavoro postumo, Fosca
(che si dice ispirato alla sua relazione con una donna sofferente di epilessia
e altre affezioni). Sono pensieri che in generale non sembrano adatti a persuadere
il soggetto che li guida.
Iginio Ugo Tarchetti
la donna
La donna è un
capolavoro abortito, il grande errore della creazione.
Le donne non
hanno un carattere proprio finchè non amano; non
hanno che un istinto provvidenziale di piegarsi, d'informarsi a quello
dell'uomo. Per ciò esse sono quasi sempre quali gli uomini le fanno.
Ciò che gli
uomini amano ed ammirano sopratutto nella donna, senza saperlo, è la loro
fatuità.
La bontà nella
donna è debolezza, nell'uomo carattere; però più frequente in quella che in
questo.
L'uomo può
portare nei suoi affetti, nei suoi doveri, nelle sue azioni, molte forze che la
natura non ha dato alla donna. Il difetto essenziale della donna è l'incompletazione, dell'uomo l'esuberanza.
Il legame più
potente che ci unisce alla donna è quello della maternità.
Quasi tutti i
grandi uomini non hanno sentito potentemente nè gli
affetti, nè i vincoli della famiglia, perchè la loro mente e il loro cuore avevano di mira tutta
quanta l'umanità. Cristo rispondeva a
sua madre: «donna, che v'ha di comune tra me e te?»
Le donne non
annettono teoricamente alla loro virtù un atomo di quella importanza che vi
annettono gli uomini semplici e coscienziosi. Esse conoscono meglio di noi il
valore di ciò che danno. È difficile che un uomo onesto possa essere tanto
ammirato e desiderato da esse come un libertino.
La nostra
società ha fatto della donna un puro strumento di piacere. Ogni donna non è
considerata oggi mai che sotto questo punto di vista. Esse stesse mostrano di
non considerarsi sotto un aspetto diverso. Non si pretende da esse nè ingegno, nè virtù, nè amicizia, non si chiede che dell'amore e del piacere.
Apprezzamento triste e degradante che esse tuttavia non temono, o non
comprendono.
Tutti i mali
della società dipendono da ciò, che si amano le donne o troppo o troppo poco.
In molta parte
delle donne la resistenza è vanità, o mancanza d'opportunità, o artificio;
prova evidente di ciò, che cedono quasi sempre alla sorpresa. L'ingenuità nella
donna è più pericolosa della malizia.
Non vi è uomo sì
abbietto, che non vi possa esser donna più abbietta di lui; non vi è uomo sì
nobile, che non vi possa esser donna più nobile.
A che scopo
dolerci delle donne? Noi possiamo mostrare loro di conoscerle, di saperle
apprezzare nel loro valore, di tenerle anche in ispregio;
esse sono tuttavia ben certe che noi le ameremo sempre.
Nelle religioni
di tutti i paesi, nelle tradizioni di tutti i popoli la prima notizia che si ha
della donna accenna ad una seduzione. Le tradizioni bibliche sono in ciò piene
di molta sapienza. La prima donna si fa sedurre, la prima volta, dal più vile
degli animali, da un rettile.
L'essenza di
tutti i libri, di tutte le tradizioni, di tutte le storie, si riduce a questo:
una moglie che inganna il marito, un marito che inganna la moglie, o una moglie
e un marito che si ingannano a vicenda.
Gli uomini
portano una maschera - le donne due.
Le donne hanno
interesse a mostrarsi incapaci di sentire l'amicizia; mettono gli uomini nella
necessità di non chieder loro che dell'amore.