Danila Boggiano
Su Elena Salibra
Davvero ho letto a ritroso la silloge poetica di Elena Salibra (1949-2014) Dalla parte dei vivi pubblicata nel 2019, che comprende le poesie dal 2004 al 2014.
E ho voluto farlo, per sciogliere quella sorta
di pre-giudizio che, se non l'avessi riconosciuto e
intenzionalmente affrontato, avrebbe condizionato come un'ombra il mio sguardo,
quasi costretto dalla conoscenza della vicenda umana di Elena a correre
incontro alla sua compiutezza e a cogliere già nelle prime poesie della
raccolta la traccia di un presagio.
Ma tutti siamo dentro il presagio.
Così sì, ho risalito la corrente, come a
rovesciare il gioco delle Parche, alla luce di una lampada che va spegnendosi,
sospesa sull'abisso ventoso di quell'ultima parola “partire”, ma che, colta in
una sorta di nostalgia di sé, ho vista lentamente rianimarsi, come per
un'esigenza di conforto nei momenti più dolorosi dell'esistenza di lei che l'ha
accesa - questo il miracolo che la poesia compie, far scaturire scintille dal
dolore - e oltre, prima dello spartiacque della malattia, nei fatti della vita,
altrettante occasioni poetiche.
La nostra tenera Lachesi.
E mi è parso di corrispondere a
un'intenzione di Elena stessa che lei ben racchiude in termini che attengono al
dipanarsi del filo, alla sua discesa, per rendercelo poi poeticamente in
immagine, dentro sé stesso - s'incunea, s'inguscia, si incamicia, s'impiomba,
s'incaverna, s'intana, s'incunea, s'impietrano...- assecondando il richiamo
della sua lampada sino alla prima parola della Raccolta, “tempo”, preceduta da
tre puntini, a dirne tutto l'indicibile, eppure a rendercene così intenso il
battito-questo, anche etimologicamente è il “tempo” - quasi allegro
contrappunto all'ultima, “partire”, infinita nel modo e nel senso, sull'altro
versante.
Elena mi parla
A
ritroso mi hai letta
come
per farmi tornare
hai
sciolto i miei ghiacci
esplorato
i miei fiordi,
anche
qui, sai,
sono
donna d'alga e di sale
e
come eco di conchiglia
tutto
mi giunge il passo tuo lieve
dentro
la mia ultima stanza
e
il tuo sguardo mi giunge
per
me sospeso
tra la finestra e il cielo
-
chi mai potrà fermare dire
le
ali parole che la carne ferita
tutte
sprigiona
in
quell'azzurro comprese -
così
io con te, tua musa notturna
sfuggita
come sibilla smaniosa
alle
pagine lasciate alla tenerezza
della
coperta, la sera,
così
io con te a portarti
parole
tremanti al vento
di
lentischi e limoni,
dalla
parte dei vivi.
Elena Salibra: Dalla parte dei vivi. Poesie 2004-2014, a cura di Mario Gerolamo Mossa, prefazione di Marco Santagata (Manni, Lecce 2019).