dalla parte di Lee
> Alberto Pasolini Zanelli, Dalla
parte di Lee. La vera storia della guerra di secessione americana, Facco,
Treviglio 2006
Se la sconfitta ha un
fascino, il Generale Lee – il comandante che condusse le truppe sudiste a
sfiorare la vittoria – lo incarna fino in fondo. Ed è alla poesia di una causa
persa, ma giusta, che Alberto Pasolini Zanelli dedica l’ultima sua fatica,
“Dalla parte di Lee”, una cavalcata attraverso le tappe della Guerra di
secessione americana. La sua è una lettura revisionista: non liquida con
l’etichetta infame dello schiavismo le ragioni dei 13 Stati che dichiararono
l’indipendenza da Washington.
Pasolini segue il
conflitto battaglia dopo battaglia, colpo di scena dopo colpo di scena. Il
destino era in qualche maniera scritto:
La storia non va mai per
il sottile: non dice chi ha ragione, dice chi ha vinto. L’apparato industriale
e militare del Nord era più forte, i suoi comandanti più crudeli e determinati
e meno cavallereschi. Una contraddizione esemplificata dall’incontro
dell’Appomattox Court House che sancì la resa: Lee “si era messo in alta
uniforme, la giubba perfettamente stirata, cinta al fianco la spada di gala.
Sembrava il ritratto perfetto dell’aristocratico del Sud, l’immagine stessa di
un mondo che, quel giorno, tramontava. L’uomo del mondo nuovo, Grant, arrivò
coperto di polvere, con gli stivali infangati e una divisa da soldato semplice
sulla quale solo le spalline stavano a indicare il grado”. Finita quella che fu
la prima guerra moderna, cominciava il nuovo corso: la Costituzione rimaneva la
stessa, il senso ne era cambiato. L’America del giorno dopo era un’altra
America.
Eppure quel 9 aprile
1865 non è, nella storia americana, un giorno di festa. E’ il giorno in cui
“morivano una nazione, un costume, un universo che s’era disperatamente difeso
contro la forza e contro il tempo. E cominciava a morire Robert Lee”.
“Il Foglio”, 13 maggio
2006