Carlo Luigi Lagomarsino

beato chi l’ha vista!

Antonio Socci: LA PROFEZIA FINALE : Lettera a papa Francesco sulla Chiesa in tempo di guerra. Rizzoli, 2016

Anni fa Antonio Socci ebbe le sue buone occasioni per trapanare il video ma non gli riuscì di farlo a lungo e anche in seguito mancò quegli appuntamenti dove i soliti noti si avvicendano perentori a dire ciò che pensano del dritto e del rovescio.

Ciò nondimeno oltre a collaborare a "Libero" è giornalista alla televisione di stato e, soprattutto, non ha smesso di scrivere all'incirca un libro all'anno. I temi sono quelli della religione romana e della teologia affrontati con inflessibile cipiglio, quasi fosse un Plinio Correa di oggi con il suo apostolato di tradizione, lavoro e famiglia (qualsiasi cosa vogliano dire).

L'ultimo di questi libri parte da quella che chiama - ma senza spocchia e opportunamente virgolettata - una "scoperta" che ritiene scioccante: "in duemila anni di storia della Chiesa, mai, veramente mai, si è avuta una tale concentrazione di apparizioni mariane e una tale concentrazione di profezie". Al tipo di lettore che sono il punto di vista di Socci sulla questione riveste un interesse, diciamo così, che non va al di là dell'osservazione sociologica e se pure tutto ciò che riporta a riprova delle tesi che sostiene ha un puntuale valore in questo e in altri sensi, per il tipo di lettore che sono ha anche la prerogativa di offrire una saporita casistica che da sola vale la lettura.

Le apparizioni ai quali si riferisce partono da Rue du Bac a Parigi nel 1830 per arrivare a quelle di pochi anni fa avvenute in Ruanda - si tratta ad ogni modo di casi il cui carattere soprannaturale è stato riconosciuto dalla Chiesa cattolica. Lo stesso arco di tempo vale più o meno per le profezie, che quando non coincidono con le apparizioni mariane portano comunque la garanzia della beata Anna Katharina Emmerich o di don Bosco. La storia rivendica tuttavia qui e là le sue ragioni e Socci ci si sposta con sicurezza, come quando rievoca il "sacco di Roma" - coi mercenari lanzichenecchi di fede luterana - cagionato dalla rivalità fra l'imperatore Carlo V e il re francese Francesco I, alleato del papa Clemente VII. Va detto che non erano mancate le premonizioni del tragico evento, come il vaticinio di Brandano da Petroio, "il pazzo di Cristo", che mentre il papa benediceva la folla, gridò: "bastardo sodomita, per i tuoi peccati Roma sarà distrutta. Confessati e convertiti, perché tra quattordici giorni l’ira di Dio si abbatterà su di te e sulla città".

Quanto ai papi, sono ben chiare le preferenze di Socci e rivolgendosi all'ultimo di loro, nella lettera aperta che costituisce la seconda parte del libro, esordisce in questo modo: "Beatissimo padre, non le dirò che sono uno dei suoi sfegatati estimatori perché mentirei". Già nelle prime battute qualcosa la si poteva subodorare tanto che in una nota rimarcava, citando da un'intervista ad Aldo Cazzullo del "Corsera", come il confessore di Madre Teresa di Calcutta, Padre Rosario ("un uomo di Dio, una personalità di grande levatura spirituale") avesse potuto dire “abbiamo papa Francesco...Non mi convince del tutto. Ha passato la vita in Argentina, una terra che conosco... Il Paese è quasi sempre stato governato dalla massoneria. E il dio della massoneria è Lucifero.”

Per il tipo di lettore che sono queste affermazioni richiamano il tipo di interesse che ho già indicato. Posso anche aggiungere che sono lontano dal farmi incantare dalla bonomia di papa Francesco, il quale quindi non mi convince come non convince del tutto Padre Rosario, senza che mi possa per altro avvalere dell'autorità spirituale della beata di Calcutta - seppur non manchi chi l'abbia sospettata di ateismo - sulla quale le mie opinioni non divergono da quelle esposte da Christopher Hitchens in un suo libro.