Elisabetta d'Erme

l'amico Osbert. I Sitwell e Ian Greenlees

Intervento al convegno UN ESTETA A BAGNI DI LUCCA: Ian Greenlees e il suo mondo  organizzato da Marcello Cherubini (Fondazione M. de Montaigne) e  Mario Curreli (Università di Pisa) presso la Biblioteca Comunale “A.Betti” di Bagni di Lucca (12-14 settembre 2014)

 

 

 in a sense, as artists, we (…) belong to Italy, to the past of Italy, hardly less than to England, to that old and famous combination of Italian influence and English blood.Osbert Sitwell in The Scarlet Tree

 

Ian Greenlees fu collezionista, bibliofilo, gourmet e soldato ed è stato descritto come un ambasciatore culturale ed a cultivated and independent mind, ma anche come an indomitable Sitwell fan. Eppure, la descrizione più pertinente è forse quella di David Platzer che, sul London Magazine, definì Greenlees un dilettante, a gifted amateur. Ed è proprio questa caratteristica a connotare la sua affinità con i Sitwell, che – in un certo senso - furono dei geniali dilettanti.

 

-A delightful but deleterious trio

Edith (1887-1964), Osbert (1892-1969) e Sacheverell (1897-1988) Sitwell furono paladini del bello, dell'arte per l'arte, in primis della poesia, ma anche della musica, della pittura e dell'architettura. Scrissero poesie, racconti, saggi, libri di viaggio e autobiografie. Il loro primo biografo, R.L. Megroz, li definì “insultingly different”, e con i loro exploit artistici caratterizzarono la scena letteraria britannica negli anni 20'/30 in contrapposizione ai convenzionali poeti Georgiani e all'avanguardistico Gruppo di Bloomsbury. Un critico dell'epoca, F.R. Leavis, scrisse che i Sitwell “più che alla storia della letteratura, appartengono alla storia della pubblicità”, di fatto, i tre fratelli cercarono un succès de scandale fin dal lancio della loro rivista Wheels (1916-1921) e poi con la performance Façade, che andò in scena la prima volta a Londra all'Aeolian Hall nel 1923, scatenando le ire di quella borghesia che avrebbe dovuto épater. In quello spettacolo, Edith Sitwell, nascosta dietro un sipario decorato da maschere, recitava le sue poesie su accompagnamento della musica parodistica del giovane compositore William Walton. Il tutto era amplificato da una specie di megafono chiamato Sengerphone.

I Sitwell erano discendenti di una ricca e aristocratica famiglia britannica e trascorsero gran parte della loro infanzia a Scarborough e nella Great House di Renishaw Hall nel Derbyshire. Nel 1909,  Sir George Sitwell, noto eccentrico nonché loro padre, aggiunse alle sue varie proprietà anche il Castello di Montegufoni, a Montagnana in Val di Pesa, vicino a Firenze, di cui nel 1921, fece affrescare un salone da Gino Severini. Il castello, costruito nel 1135 dall’antica famiglia degli Ormanni, era stato ampliato dalla famiglia degli Acciaiuoli tra il '300 e il '700 e Sir George  provvide al suo restauro.

I tre Sitwell nutrivano irrefrenabili ambizioni letterarie, non mitigate dall'auto-indulgenza e dal loro snobistico dilettantismo. Certamente furono degli esteti, esaltarono il barocco, le figure della Commedia dell'Arte ed i Ballets Russes.

Osbert – oltre ad essere l'”impresario” del gruppo – si fece una certa fama come memorialista e polemista. Sacheverell, detto anche Sachie, oltre a divagazioni sulla storia dell'arte, scrisse una serie di “intrattenimenti dell'immaginazione”, ma anche piccoli capolavori come il balletto The Triumph of Neptune per la compagnia di Sergej Diaghilev su musiche di Lord Berners.

A differenza di Edith ed Osbert che rimasero “single”, Sachie sposò nel 1925 una bella ragazza canadese, Georgia, determinando così l'inizio della dissoluzione di quello che Edmund Gosse aveva definito“a delightful but deleterious trio”. Negli anni Trenta, il mondo letterario si rivoltò contro i litigiosi, presuntuosi e permalosi Sitwell. Era l'epoca dei “new-left-wing poets”: Auden, Spender, Day Lewis, per non parlare degli aspiranti proletari come Orwell, e la congrega che Edith chiamava the pipsqueakery s'avventò sull'opera dei tre fratelli con inusitata ferocia. Tra i loro “nemici” contavano anche Noel Coward, Wyndham Lewis e D.H. Lawrence (ritenendo che questi si fosse ispirato ad Osbert per la figura di Lord Chatterley).

Ritornarono in auge dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando venne riscoperta in Edith l'autrice della raccolta di ritratti English Eccentrics, del profetico Gold Coast Customs e del poema Still Falls the Rain, messo in musica da Benjamin Britten nel 1954 ed eseguito con entusiastici consensi.

Anche grazie alla sua inquietante presenza fisica, la vecchia Edith era ormai diventata un'opera d'arte vivente: molto alta, aveva un lungo naso aquilino, si vestiva di antichi tessuti damascati, aveva il capo fasciato di turbanti, le dita irte di enormi anelli e pesanti collane etniche attorno al collo. Sembrava una sibilla e come tale partì alla conquista dell'America nel 1948, assieme al fratello Osbert.

Prima di essere minato dal Parkinson, Osbert riuscì a dare alle stampe la sua autobiografia in 5 volumi, Left hand, Right hand!, in cui ricostruì il composito mondo dell'aristocrazia, dell'intellighenzia e della High Bohemia britannica che le due Guerre Mondiali avevano ormai spazzato via. Memorie che brillano per la totale reticenza sulla sua vita privata, tanto che non v'è mai menzionato il suo compagno David Horner, che visse con Osbert dal '29 al '65, e col quale fece i viaggi descritti nei suoi numerosi travelogues. Da parte sua, Edith visse una serie di amori non corrisposti, in particolare per l'artista Pavel Tchelitchew, e terminò i suoi giorni nel dicembre del 1964 tormentata da problemi economici e ormai alcolizzata.

Oggi - più che per la loro debordante produzione letteraria- i Sitwell sono ricordati come icone di una certa cultura britannica, sia per il loro stile che per le loro personalità, e come tali vennero immortalati dagli artisti dell'epoca, in primis dal fotografo Cecil Beaton.

Una strana famiglia di eccentrici inglesi dunque, che scoprirono giovanissimi l'Italia e ne fecero il loro luogo d'adozione. Ed all'Italia Osbert e Sacheverell dedicarono le loro pagine più belle, popolate dalle atmosfere del barocco leccese, dai campanili delle chiese napoletane, dai palazzi veneziani, dal mare di Amalfi, e dalla luce settembrina della campagna toscana.

 

-Ian Greenlees e The Sitwell Society

All'inizio degli anni '30 i Sitwell erano sinonimo di lotta al militarismo ed al perbenismo borghese, e come ricorda Harold Acton nelle sue memorie, tra gli studenti di Oxford e Cambridge s'era diffusa una vera e propria Sitwell-mania. Ne rimase contagiato anche il 17enne Greenlees che, adeguandosi alla tradizione anglosassone dei club universitari, fondò The Sitwell Society in omaggio ai suoi tre autori preferiti.  In  A World Apart, Robin Chanter e David Platzer scrivono che:

Among writers of his own period, Greenlees admired the Sitwells. Their approach to facts was cavalier and they gave not a hang about accuracy, but their attitude was entirely aesthetic. (…) Ian decided to try and liven up Oxford by forming a Sitwell Society. The Sitwells were co-operative and the Society soon had a membership of one hundred or so undergraduates. Ian remembered that 'it was a lot of fun [...] We held dinners once a term and organized lectures and poetry readings by Edith and Osbert. Sacheverell, more shy in public than his sister and brother, did not read, but he too came to our dinners. My friendship with Osbert, a kind and witty man as well as a writer of beautifully evocative prose, began at this time.' Ian visited Renishaw Hall, the ancestral home of the Sitwells in Derbyshire near Sheffield on several occasions at this time. The Sitwell Society gave him his first experience of the kind of work in which he would shine in his later career.

Quale presidente della Sitwell Society, Greenlees ebbe dunque modo di conoscere personalmente Edith ed Osbert tra il 1931 e il '32, quando organizzò in loro onore delle serate letterarie al Clarendon Hotel di Oxford. In quelle occasioni Osbert autografò e dedicò a “Bobby Greenlees” alcuni dei suoi libri che sono oggi conservati nel Fondo Greenlees della Biblioteca di Bagni di Lucca. All'epoca, Ian tento' di coinvolgere nell'attività della Sitwell Society anche Sachie come risulta da una sua lettera del 1932, che Ian e Sachie ricorderanno 37 anni dopo in ben più tristi circostanze. Tra Ian ed Osbert, invece, nacque una forte amicizia, nonostante avessero quasi 20 anni di differenza, essendo Ian nato nel 1913 e Osbert nel 1892, un'amicizia che venne coltivata nel corso di 40 anni, e che è in parte ricostruibile sulla base di centinaia di documenti che sono custoditi negli Archivi Sitwell a Renishaw Hall, negli archivi di Bagni di Lucca e delle Università del Texas, di Harvard e di Oxford.

La copiosa corrispondenza oggi esistente riguarda essenzialmente lettere di Ian ad Osbert, vergate a mano fino al '58 e poi in gran parte dattiloscritte; mentre sono rimaste solo 15 lettere di Osbert ad Ian, dattiloscritte e relative agli anni '60. Una solida amicizia testimoniata anche dagli oltre 100 libri dei Sitwell collezionati da Greenlees, oggi parte del suo lascito alla Biblioteca di Bagni di Lucca. 

Questa è dunque la storia di un'amicizia maschile tra due colti esteti, tipici rappresentanti dell'upperclass britannica, che condivisero l'amore per l'arte, la letteratura, i piaceri della buona tavola e per questa terra toscana. Un'amicizia piena, che durò una vita, a dispetto della differenza d'età, delle alterne vicissitudini personali e dei grandi capovolgimenti della Storia. 

 

-Bobby Greenlees va alla guerra

Il primo documento che ho reperito risale al 14 agosto 1939. L'occasione per quello scambio epistolare fu l'incarico che il British Council conferì a Greenlees per  aprire nuovi centri culturali in Italia. Ian Greenlees era divenuto infatti funzionario di una istituzione, quella dei British Councils, che era sta fondata nel 1934 con la mission di promuovere una maggiore conoscenza del Regno Unito; sviluppare la conoscenza della lingua inglese; promuovere il progresso dell'istruzione e la collaborazione culturale, scientifica, tecnologica e ogni altro tipo di collaborazione didattica tra il Regno Unito ed altri paesi. Di fatto i British Councils, assieme alla trasmissione RADIO LONDRA (ideata dalla BBC nel 1938), si rivelarono presto essere delle perfette genteel propaganda machines per un impero che stava per essere coinvolto in un nuovo conflitto mondiale.

Osbert Sitwell, appena saputo del successo del giovane amico, s'era affrettato ad inviargli i suoi complimenti, e la risposta di Ian - anche se tardiva - fu gioviale ed entusiastica. Nella lettera, Ian illustra ad Osbert i suoi programmi per i nuovi British Institutes. Ora è in vacanza ad Ischia con due amici. E' ottimista e non crede che l'Italia possa entrare in guerra a fianco dei tedeschi. Ed Osbert? Chiede. Verrà a dare una lecture a Roma? Ian chiude lo scritto con un molto familiare: Yours as always, Bobby. Neanche 15 giorni dopo - il 3 settembre del 1939 - il Regno Unito entrava in guerra contro la Germania di Hitler.

Ostinato, non appena venne nominato Direttore del British Institute di Roma, Greenlees tentò di nuovo di coinvolgere Osbert in un tour pro British culture nell'Italia fascista. E con la sua del 15 aprile 1940 cercò di spiegargli l'importanza politica - più che culturale - di quel giro di conferenze.

Ma i venti di guerra avevano raggiunto anche l'Italia, e spazzarono via i piani dell'ancora inesperto Bobby, infatti a maggio Osbert fu costretto a cancellare il tour, e qualche settimana dopo, il 10 giugno del '40, Mussolini annunciò l’entrata in guerra dell’Italia. Greenlees venne subito richiamato dall'Esercito britannico e arruolato nell'Officer Cadet Training Unit  per un corso d'addestramento ufficiali ad Aldershot, ma quella vita lo deprimeva terribilmente e il 17 settembre 1940 iniziò una lettera disperata che completò solo il 16 ottobre, in cui confessava all'amico Osbert tutta la miseria della sua nuova condizione di soldato:

C. Company - OCTU n. 168 - Ramillies Barracks – Aldershot

September 17th 1940

My dear Osbert,

I have been too depressed to write before. I have been here nearly seven weeks now, and it looks as if it will never end. The training is not only strenuous, but monotonous and dull to an unbelievable extent. The last seven weeks stand out as the most unhappy of my life – far worse than days at school or Oxford. At school, games and OTC were relieved by moments of leisure and moments in which it was possible to read. Here life is a monotonous combination of the worse features of the public school and the OTC, and there is nothing else. Aldershot is a really dreary little town, and it is impossible to get leave. I miss all things that I value most – leisure, books, conversation, music, food, and freedom. I wonder how much longer it can possibly last, and I feel as if I had been numbed and blunted.

October 16th

It is nearly a month since I started this later (sic) and I find it still expresses my mood today – though there are now chances of leaving here next week. In little more than a week I shall be relatively free. I shall at least have a week's leave. I wonder where you are, and if there is any chance of seeing you. I suppose you are at Renishaw, but I hope I am addressing this letter properly. I hope you have not suffered from the bombs in London. Do let me know if you are well and where you are, and looking forward to seeing you,

yours ever,

Bobby Greenlees (Renishaw Archives Box 510/9)

Osbert recepì prontamente il grido d'aiuto del giovane ufficiale ed invitò Ian a Renishaw Hall, dove s'era ritirato con Edith all'inizio della guerra. Il breve soggiorno nella splendida, antica, magione dei Sitwell ripristino' il buon umore di Ian come possiamo leggere nelle righe che inviò ad Osbert il 6 novembre del 1940 traboccanti di sincera gratitudine per l'ospitalità offertagli e per la dedizione ai valori di civiltà condivisi da entrambi. E' interessante notare che, allegato alla lettera, c'era un ritaglio dal Times che nel '43 Osbert utilizzò nella introduzione a Left hand, Right hand!, 1° volume della sua autobiografia, in cui è riportato un dibattito sull'opportunità di bombardare o meno, dopo Atene, anche Roma.

Ian ed Osbert erano persone molto riservate, anche nella gestione delle loro amicizie, ed è significativo che Osbert non abbia mai menzionato l'amico nei suoi libri, come d'altronde non fece mai riferimento neanche a David Horner, che fu suo compagno per 36 anni.

Dopo l'addestramento ad Aldershot e grazie alle sue esperienze col British Council in Italia – Greenlees venne distaccato prima allo Special Operation Executive e poi al Political Warfare Executive, organizzazioni segrete con sede a Woburn Abbey ed uffici a Londra presso la BBC.  Occasionalmente Ian riusciva a sfuggire alla routine del suo lavoro di propaganda ed intelligence e s'incontrava con gli amici. In una lettera del 26 maggio 1942 informa Osbert che sta lavorando a una missione segretissima e che, per risparmiarsi “gli orrori della vita in comune tra impiegati statali evacuati” s'era comprato un cottage, dove aveva i suoi libri, quadri, dischi etc. Nella lettera, Ian pensa con rimpianto ai giorni in cui col passaporto in mano si poteva arrivare in Francia e informa l'amico d'aver cenato con David Horner nella casa di Osbert a Carlyle Square e d'aver constatato con piacere che alcuni quadri ancora ingentilivano le pareti danneggiate dalle bombe.

Gli sviluppi della guerra troncarono però anche questa fase. Infatti, a ottobre del '42, Greenlees prese parte allo sbarco degli Alleati in Nord Africa al seguito dell'8a armata. Era stato scelto per far parte dei “top-notchers”, i fuoriclasse che componevano la Psychological Warfare Branch, aveva 30 anni e fu promosso Maggiore. Osbert venne a sapere del trasferimento dell'amico sul fronte africano da una lettera dell'11 gennaio '43 della madre di Ian, Rosalie Greenlees. A settembre del 1943, dopo l'armistizio, Greenlees venne distaccato a Bari, e poi a Napoli e a Roma, sempre con compiti di intelligence. Durante quel periodo pieno d'eventi Sir George, padre dei Sitwell, era deceduto ed Osbert aveva ereditato il titolo di Barone. Nell'autunno del'40 il Castello di Montegufoni era stato sequestrato dal governo italiano e, a insaputa dei Sitwell, venne utilizzato fino al 1946 per mettere al sicuro ca 300 capolavori degli Uffizi e di Palazzo Pitti. La lista dei titoli delle opere salvate a Montegufoni è mozzafiato e va dalla Vergine in Trono di Cimabue alla Venere di Botticelli.

Il sordo silenzio degli anni di guerra è infine spezzato a febbraio del '45 da una lettera che non può lasciar indifferenti: Bobby non esiste più, la guerra ne ha fatto un uomo, ma non ha scalfito la vecchia amicizia. Quello scritto del 10 febbraio 1945 reca diversi indirizzi e i timbri del censore. Scrive Greenlees:

H.Q. n. 12 C.M.F

February 1o 1945,

My dear Osbert,

I have thought of you during the last few years and in particular during the time I have been in Italy, and I've wondered how and where you are. Often I meant to write to you, but really I have been deterred by the thought of censorship and the consequent impossibility of describing what I am doing, where I am and all what I am doing, where I am and all the other little things that I used to regard as just part of one's private life. But now that the war really seems to be drawing to a conclusion and it is possible again to brood over the pleasure of peace time, I feel encouraged to write to you.

I have been out of England now for nearly two and half years, at first in North Africa and later in Italy. On the whole it has been pleasant, though at times somewhat sad in Italy. Much has already been destroyed and some of the cities I liked most have also suffered. On the other hand  much that I valued has remained, and I imagine that with the end of the war something of the former life may return. There is a slow revival, and a great interest in painting and poetry, and really there are some very good young painters. Gino Severini asks to be remembered to you and Sacheverell. He is well, in spite of the difficulties of the last four years. He is painting a lot at the moment and would like to hold an exhibition in London and then in Paris. I suppose the former will be difficult just now; in particular it may be difficult for him to get his paintings to England. De Chirico I have also seen. He is painting, too, but not as he used to.

And you? Are you at Renishaw, or have you moved on to London? Or has Chelsea suffered in the bombing? I hope soon I may be able to return to London, and I look forward to seeing you again. Perhaps there may be a chance of you visiting Italy? Will you go back to Montegufoni?

I had a letter from Norman a day or two ago. He seems most anxious to return to Italy.

Looking forward to seeing you soon, and hoping to hear from you (a letter would be a very real pleasure).

Yours ever

Ian Greenlees (Renishaw Archives Box 62/2)

 

-Tredici anni dopo a Firenze

Dopo queste righe, che mettono così ben in luce lo stato d'animo di Ian, le sue esperienze e le speranze per il futuro, la corrispondenza ha un vuoto fino al 1958. 13 anni in cui accaddero molte cose: Greenlees ottenne nomine a nuovi incarichi a Roma (all'Ambasciata e poi al British Council), scrisse saggi e articoli, acquistò la Villa Fraita ad Anacapri e nel '54 incontrò Robin Chanter, che divenne suo amico per la vita.

Il dopoguerra fu un periodo cruciale anche per i Sitwell, che conobbero una nuova stagione di successi. Osbert, dopo essere tornato in possesso del Castello, iniziò a risiedere gran parte dell'anno in Toscana assieme a Edith e David Horner.

Lo scambio epistolare tra Osbert ed Ian riprese nell'autunno del 1958, quando Greenlees diventò Direttore del British Institute of Florence, anche grazie all'attivo supporto di Osbert, Harold Acton e Anthony Blunt (tutti membri del Governing Body del BIF).

Non appena ottenuto il nuovo incarico a Firenze, e per non smentire la sua fama di ammiratore dei Sitwell, il 5 febbraio 1959 Greenlees organizzò al British Institute un recital di Edith che comprendeva anche testi di Osbert e Sachie. Fu un gran successo, seppure la poetessa – ormai alcolizzata – non solo collassò due volte, ma fece anche notare ad Ian che nel programma aveva omesso di indicare il titolo nobiliare del fratello!! 

A partire dal '58 la corrispondenza tra i due amici assunse a volte un tono quasi formale. Fatta eccezione per le sue da Capri o Bagni di Lucca – Greenlees scriveva ormai in veste di Direttore del BIF; mentre Osbert era da anni costretto a dettare alla segretaria lettere che riusciva a malapena a firmare perché, dalla fine del 1950, gli era stato diagnosticato un incurabile Parkinson.

 

-A cena dal Barone Sitwell

Lo scambio epistolare dell'ultimo periodo, seppur molto fitto, è fatto essenzialmente di note di ringraziamento, convocazioni a riunioni, richieste di libri o di piaceri vari. Innumerevoli sono i reciproci inviti a pranzo a Firenze, Montegufoni o Londra assieme anche a Robin Chanter.

Da buon gourmet Greenlees divenne anche uno degli acquirenti dei famosi vini prodotti nei vigneti del Barone Sitwell. Peccato che, viste le condizioni di salute di Osbert ed Edith, Montegufoni fosse ormai divenuto simile a un ospedale. La situazione precipitò ulteriormente la notte del 7 marzo 1962 quando l'aitante David Horner cadde misteriosamente da una scalinata. Gli ci vollero più di due anni per riacquistare l'uso della parola ed una parziale mobilità. Horner non aveva mai riscosso la simpatia di Edith o di Sachie, e aveva sempre fatto di tutto per favorire il progressivo allontanamento tra i tre fratelli.

In una delle rare lettere di Osbert a Greenlees oggi disponibili, Osbert comunica ad Ian l'11 gennaio del 1963 le ultime novità da Londra e lo informa sulle condizioni di salute di David, che, dopo la caduta, non erano ancora migliorate. La lettera si chiude con l'usuale affettuosa formula: Best love, Yours ever, Osbert.

Ma il suo Parkinson avanzava e fu necessario trovare un aiuto. Si presentò Frank Magro, un infermiere/segretario che si trasferì con Osbert in Toscana e ne divenne l'ultimo fedele paid companion. Frattanto, nell'estate del '65 si era andata meschinamente consumando la separazione tra Osbert e David. Greenlees era amico di entrambi e per età era più vicino a David ed è comprensibile che fosse rattristato dalla piega che stavano prendendo le cose, come risulta da una lettera che David Horner scrisse nel novembre 1965 a Harold Acton, in cui gli racconta di aver pranzato con Greenlees e di aver commentato la “situazione” a Montegufoni. Certo è che da allora Ian evitò nelle sue lettere a Osbert di far riferimenti a David e si limito' a mandare rituali saluti al permaloso Frank.

Nel frattempo, a partire dall'autunno del 1963, Greenlees e Chanter avevano scoperto Bagni di Lucca, dove iniziarono a trascorrere brevi periodi di cura o di riposo. In più d'una occasione Ian tentò di convincere Osbert a raggiungerli all'Albergo La Corona di Bagni di Lucca, ed a visitare questo luogo che tanto amava.  A quel periodo risale anche uno scritto di Osbert ad Ian relativo alla possibile pubblicazione delle memorie di Greenlees. Osbert gli scrisse da Londra il 3 giugno '64 per informarlo che a breve lo avrebbe contattato l'agente letterario Edward Weeks (editor dell'Atlantic Monthly). Ian lo ringrazio' a stretto giro di posta, scrivendo che sperava di terminare il manoscritto per settembre (in realtà vent'anni dopo ci stava ancora lavorando e il libro non venne mai pubblicato).

Poi, l'11 dicembre del '64 morì Edith. La salute di Osbert seguitava a peggiorare, tanto che, nella primavera del '66, fu costretto a dimettersi dal Governing Body del British Institute. Greenlees ne prese atto con lettera del 23 maggio, dove faceva anche riferimento ad un cameriere pazzo e “jettatore” che imperversava a Montegufoni. Poi, drammaticamente, il 4 novembre 1966 Firenze venne colpita dall'alluvione. Osbert non mancò d'inviare un obolo per gli alluvionati, come risulta dalla lettera di Pirie Gordon del 22 Novembre in cui il console lo ringraziava per “your very generous contribution to our Flood Relief Fund of 200.000 lire.” (...) which will be used to assist those Florentine families who have lost everything. In realtà il contributo di Sir Osbert Sitwell non fu poi così “generoso”, infatti era un po' meno d'uno stipendio di Greenlees, come si può verificare dalle minute del Finance Commitee del BIF del 21 febbraio 1961, conservate da Osbert a Renishaw, in cui scopriamo che lo stipendio di Greenlees era di 2.784.000 lire all'anno ovvero 232.000 lire al mese. Dallo stesso documento si evince che il portiere del BIF guadagnava 360.000 lire all'anno ovvero 30.000 al mese.

L'anno successivo Osbert fece anche una donazione di 100.000 lire al BIF che vennero probabilmente utilizzati per l'acquisto di libri.

Il 5 gennaio 1969, proprio qui a Bagni di Lucca, Greenlees scrisse l'ultima lettera che sono riuscita a reperire della sua corrispondenza con Osbert. Si tratta di alcune righe in cui Ian informa l'amico che ha appena concluso i negoziati per l'acquisto di Casa Mansi a Bagni di Lucca:

Albergo La Corona – Bagni di Lucca (Lucca) tel 8262

January 5th 1969

My dear Osbert,

Thank you for your letter and Christmas Card. I do hope you are feeling better and will be able to look forward to an (???) New Year.

I came here on Boxing Day for a few days' rest. It has been peaceful but very cold, though sunny, and I developed a bad cold and cough, but am better now. I return to Florence tomorrow. I have however been able to bring to a successful conclusion the negotiations for buying the house I wanted here. All being well, I should gain possession on April 1, if, as they have promised, the existing tenants move out then. Afterwards there will be much work to be done, central heating etc etc but it should be very beautiful when it is finished.

If there is anything I can do for you please let me know. In the meantime with every good wish to you for the New Year, and please remember me to Frank.

Yours ever

Ian

(Renishaw Arch. Box 572/6)

A fine aprile Osbert gli inviò un'ultima lettera, andata perduta. Morì pochi giorni dopo a Montegufoni, il 4 maggio 1969.

-The end of a chapter

Ian fece recapitare una corona di fiori e seguì il feretro di Osbert al Cimitero Evangelico degli Allori di Firenze, confuso tra le autorità e la folla di amici e parenti.

Per il funerale erano arrivati dall'Inghilterra anche Sachie, la moglie Georgia e i due figli Reresby e Francis. Da Weston Hall, Sir Sacheverell Sitwell, subentrato al titolo di Barone alla morte del fratello, scrisse poi un biglietto di ringraziamento a Greenlees per l'omaggio floreale, rammentando d'aver conosciuto Ian 40 anni prima, quando Greenlees era Presidente della Sitwell Society di Oxford, ed augurandosi di poterlo incontrare di nuovo in futuro.:

Weston Hall, Towcester, Northamptonshire.

 19Th, May, 1969

“Dear Greenlees,

I am writing to thank you for the beautiful flowers you sent for poor Osbert's funeral. We were both most touched.

Do you realize that although you have lived so long in Florence, we have never met since coming you came over here once as an undergraduate at Oxford nearly 40 years ago. It seems really incredible. Perhaps we may meet in future, I look forward to that.

With many kind thoughts from my wife and myself,

yours sincerely

Sacheverell Sitwell (Archivio Greenlees Bagni di Lucca ) n. 33

Ma da una minuta della corrispondenza di Greenless del 6 giugno 1969 si evince che Ian non condivideva il desiderio di Sachie di recuperare un’amicizia mai nata, mentre dichiarava, sinceramente commosso, quanto profondo e sentito fosse stato il suo rapporto con Osbert:

Thank you for your letter which has only just arrived owing to a prolonged postal strike. It was very kind of you to take the trouble to write.

It was very sad that Osbert should have died so suddenly. I quite understand that he was really very ill but whenever I saw him he seemed so lively and always preserved his lucidity and quickness of mind. His death does really mark the end of a chapter and I cannot help feeling that in the real sense of the word he is irreplaceable. I used to enjoy my visits to Montegufone (sic) though in the last two years I went more rarely. Curiously enough I had a letter from Osbert only a few days before his death.

Yes, it is strange that we have not met for so long. I saw you of course at the funeral at St Mark's here in Florence, but hadn't really the courage to re-introduce myself. Also I was feeling very sad.

Osbert was such a good friend that those who knew him will always miss him, and this must of course apply even more to you. Let me there fore offer once more my deepest sympathy.

With many good wishes to you both,

Yours sincerely

IG (Archivio Greenlees Bagni di Lucca – n. 34)

L'apertura del testamento lasciò tutti stupiti. Osbert, anziché fare erede universale il fratello, aveva nominato Frank Magro suo esecutore letterario e lasciato tutti i beni al nipote Reresby, che nel 1972 provvide a vendere il Castello a Sergio Posarelli.

Sachie morì il 1 ottobre del 1988, a 91 anni. Greenlees lo precedette di pochi mesi, il 22 luglio di quello stesso anno. In un certo senso, però, possiamo dire che Osbert seguitò a far compagnia al suo amico, perché Ian brindò fino all'ultimo col buon Chianti del Barone Sitwell.

 “Fogli di Via” marzo.luglio 2015