Bo Botto
libertini in pittura
nel Seicento
Dalma Frascarelli:
L'ARTE DEL DISSENSO. Pittura e libertinismi nell'Italia del Seicento. Einaudi,
2016
In Arte e architettura
in Italia, 1600-1750 (Einaudi, 1958) Rudolf Wittkower
si rese conto di quanto fosse restrittiva la contrapposizione fra barocco e
classicismo scegliendo alla fine di introdurre nella terminologia artistica una
nuova espressione: "classicismo barocco". Ma il problema, come prova
a chiarire Dalma Frascarelli,
è ben più profondo, comunque tale da non potersi esaurire in una critica
esteriore affezionata a certe demarcazioni, entro le quali del resto non
risulterebbe sufficientemente spiegata la fortuna di episodi pittorici come
quelli di genere tipo l'affermazione dei cosiddetti "bamboccianti".
Nel 1970 lo studioso
Luigi Salerno pubblicava sul n.3 di "Storia dell'Arte" un saggio su
"il dissenso nella pittura" che indicava la presenza di una cultura
antidogmatica comune a opere di diversi pittori seicenteschi. La Frascarelli dà fondo alla questione, individuandovi -
quantunque con certi margini di congettura - la presenza dello spirito
libertino, con la sua aderenza a scetticismo, stoicismo ed epicureismo. Una
presenza che nella cultura italiana fu negata da Benedetto Croce: "nel
percorrere quel secolo sotto i suoi vari aspetti, non mi era occorso qualcosa
di tale importanza da poterla accostare al libertinismo che fu in Francia e in
altri paesi". Asserzione ben strana sul paese che diede al libertinismo
quelle necessarie premesse reperibili nelle opere di Cardano, Machiavelli,
Bruno, Campanella, Vanini e altri. Il paese, per
giunta, di quel Poggio Bracciolini che agli inizi del
Quattrocento ritrovò il De rerum natura di Lucrezio, uno dei testi
performativi della cultura libertina dei secoli successivi.
Da Giorgio Spini, che
destava la perplessità di Croce, al più recente Alberto Beniscelli,
purtroppo deceduto, gli studiosi dell'argomento hanno riferito sull'ampio
assortimento di autori e testi trasmessi dall'Italia del Seicento. Dalma Frascarelli aggiunge di suo
certamente l'angolazione specifica delle opere d'arte visiva, spaziando da
Salvator Rosa al Grechetto, non mancando tuttavia di
ricostruire quei nessi culturali, presenti nelle tematiche figurative, che
influenzarono pittori e collezionisti, irritarono la Chiesa e dilagarono nelle
Accademie.
“Fogli di Via”,
maggio-luglio 2017