Bo Botto
fottetevi!
Ed. Sanders: FUG YOU: AN INFORMAL
HISTORY OF THE PEACE EYE BOOKSTORE, THE FUCK YOU PRESS, THE FUGS, AND THE
COUNTERCULTURE IN THE LOWER EAST SIDE. Da Capo Press, 2014 | Loren Glass: COUNTERCULTURE
COLOPHON: GROVE PRESS, THE EVERGREEN REVIEW, AND THE INCORPORATION OF THE
AVANT-GARDE. Stanford University Press, 2013
Con la Grove Press, Barney Rosset (1922-2012) diede l'opportunità ai suoi connazionali
di conoscere direttamente ciò che in materia di letteratura era disponibile ai
più avventurosi o fortunati fra loro che trovavano a Parigi, attraverso le
pubblicazioni delle Black Sun,
Obelisk e Olympia Press, ciò che in patria gli era
negato dalla censura. Solido nell'istruzione universitaria, di formazione
radicale, estimatore del suo concittadino chicagoano
Nelson Algren e ammiratore di Chou
En-lai, rimpiangeva di non aver potuto partecipare
alla difesa della Repubblica spagnola. Nel 1948 lasciò il Partito comunista e
si legò a Joan Mitchell la quale l'introdusse
nell'ambiente dell'action painting e contribuì economicamente all'acquisizione
della casa editrice nel 1951. Al prezzo di varie cause giudiziarie, riuscì a
pubblicare integralmente L'amante di Lady Chatterly,
Tropico del cancro, La mia vita di Frank Harris e le opere del Marchese
De Sade. Rosset pubblicò inoltre gli studi di autori
come Nat Hentoff che sono a
giusto titolo considerati cruciali per la conoscenza della musica jazz.
Attraverso la casa editrice passarono Samuel Beckett, William S. Burroughs,
Ionesco, Harold Pinter, Octavio Paz, Genet, John Rechy, Kerouac, Ginsberg, Robert Duncan, Malcom
X, Frank O'Hara e tanti altri (in anni più vicini,
per dir di pochi, anche Rushdie, Coetzee e Kenzaburo Oe). Alcuni di questi
ebbero il loro battesimo americano sulla "Evergreen Review"
che Rosset fondò nel 1957 e che fu il decisivo veicolo
per far conoscere la cosiddetta Beat generation (il secondo numero era
dedicato alla scena di San Francisco coi contributi di Ferlinghetti,
McClure, Kerouac, Ginsberg,
Snyder...). Sulla rivista, coi testi di Michael O'Donoghue e i disegni di Frank Springer,
apparvero anche le neo-sadiane e psichedeliche
avventure a fumetti di Phoebe Zeit-Geist (l'impressione
fu, ricorda Loren Glass nel libro che ha dedicato alla Grove
Press - soffermandosi fra l'altro sulla cura grafica della casa editrice - che
la rivista potesse essere il "Playboy" della controcultura).
Un'ossatura editoriale di
questo tipo doveva giocoforza incontrarsi con chi tendeva a differenziarsi
dalla cultura "square" e cercava di dare
spessore alla propria voglia di anticonformismo, influenzando - direttamente o
meno . anche la gioventù che dopo Marlon Brando e la eco dell'esistenzialismo
europeo provava a scombussolare l'America che era stata di McCarthy e Eishenover ma che sembrava aver cambiato abito con Kennedy.
Uno di questi giovani, nato nel 1939, era Ed Sanders,
ma nel suo libro di memorie la "Evergreen Review"
e la Grove Press sono citate poche volte e solo
di sfuggita, come quando racconta di una festa organizzata dalla casa editrice
in onore di Don Allen, il curatore di New American Poets.
L'attenzione di Sanders è d'altra parte tutta
concentrata sulla propria attività, in particolare sulla sua rivista "Fuck you" e sui Fugs, il gruppo musicale (o di happenings
musicali o anche di burlesque politico-sociale) messo
insieme col più anziano (nato nel 1923) Tuli Kupferberg. A Kupferberg Sanders dedica un tenero medaglione e ricorda come si
conobbero: "Ho incontrato Tuli Kupferberg mentre stava vendendo la sua rivista al di fuori
del Charles Theater. Si offrì di pubblicarmi una
poesia. Avevo visto la sua foto in un certo numero di libri e più tardi scoprii
essere lui il ragazzo ricordato in Howl che
era saltato dal ponte di Brooklyn (in realtà era quello di Manhattan)".
Anche se segue un percorso logico, il libro di Sanders
è formato dal susseguirsi di simili schizzi ai quali i brevi capitoli servono
da intelaiatura. Quindi la cooperativa cinematografica dei Mekas,
i sit in contro la bomba atomica, la morte di Marilyn Monroe, Andy Warhol,
Charles Olson, Lenny Bruce, Kerouac, Ginsberg, il processo di Chicago e tantissimi altri temi e
personaggi si alternano al ricordo dei concerti dei Fugs.
Quanto a "Fuck you",
Sanders fondò la rivista nel 1962 con l'aiuto di
amici del "Catholic Worker"
di Dorothy Day, la grande attivista americana che
tuttavia, nonostante la comune militanza pacifista, non poteva che rilevare
quanto fossero incongrue le sensibilità. Il biografo della Day
Jim Forest sintetizza così la faccenda: "Quando
(Sanders) lanciò un giornale di poesia mimeografata
lo chiamò Fuck You:
a magazine of the Arts.
Il primo numero includeva l'affermazione - che egli intendeva solo come un
gioco - che era stato scritto e prodotto dal "Catholic
Worker". L'unico collegamento reale
consisteva in alcuni poeti... che erano giovani membri del "Catholic Worker". ... La
reazione di Dorothy fu la richiesta che tutti coloro che erano coinvolti nella
rivista di Sanders andassero via". (Jim Forest: Dorothy Day. Jaka Book 2011) Va detto che nelle "case" del
movimento di Dorothy Day erano ospitate
occasionalmente le conferenze di radicali e artisti di ogni tipo, compresi i
Beat. "Erano cattolici pacifisti", ricorda Sanders
con affetto, "che hanno vissuto una vita di povertà volontaria".
“Fogli di Via”, marzo-luglio
2016